Data Centre e transizione energetica: l’Europa rischia una fuga di investimenti senza una pianificazione proattiva delle reti elettriche

RedazioneRedazione
| 19/06/2025
Data Centre e transizione energetica: l’Europa rischia una fuga di investimenti senza una pianificazione proattiva delle reti elettriche

Il futuro della competitività digitale europea dipende dalla capacità di rendere le infrastrutture energetiche un asset strategico per attrarre data centre e sostenere l’innovazione in ambito AI.

Secondo un recente studio pubblicato dal think-tank energetico Ember, l’Europa si trova di fronte a un’imminente trasformazione nella localizzazione dei data centre. A fronte di una crescita esponenziale della domanda alimentata dall’espansione dell’intelligenza artificiale, il principale vincolo allo sviluppo di nuovi hub digitali non sarà più la connettività o il capitale, bensì l’accessibilità alla rete elettrica.

Lo studio evidenzia che entro il 2035 metà della capacità europea dei data centre potrebbe spostarsi al di fuori dei cinque poli storici: Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino. Questo potrebbe causare una ridistribuzione di miliardi di euro in investimenti infrastrutturali verso Paesi con minori colli di bottiglia energetici.

Il fattore tempo: la nuova variabile chiave per attrarre capitali digitali

Uno degli aspetti più critici è il tempo necessario per collegare un nuovo data centre alla rete elettrica. Nei poli tradizionali si registrano tempi medi di attesa compresi tra i 7 e i 10 anni, con progetti che hanno subìto ritardi fino a 13 anni. Al contrario, mercati emergenti come l’Italia offrono tempi significativamente più brevi — circa 3 anni — incentivando così lo spostamento della nuova domanda verso queste aree.

A tal proposito, Elisabeth Cremona, Senior Energy Analyst di Ember, ha dichiarato: “Le reti elettriche stanno diventando un vero e proprio strumento di attrazione degli investimenti. In un contesto europeo di competizione per la leadership tecnologica, la capacità di pianificare e potenziare le reti sarà essenziale per garantire la crescita economica e la creazione di occupazione.”

Francia in controtendenza, mentre i Paesi nordici guidano l’espansione elettrica

Lo studio indica che solo la Francia — tra i principali mercati attuali — sarà in grado di mantenere elevati livelli di investimento nei data centre, grazie a una rete elettrica meno congestionata. Al contempo, Paesi del Nord Europa come Svezia, Norvegia e Danimarca vedranno triplicare il consumo energetico dei data centre già entro il 2030. Austria, Grecia, Finlandia, Ungheria, Italia, Portogallo e Slovacchia, invece, prevedono una crescita tra tre e cinque volte entro il 2035 rispetto al 2024.

Questa tendenza evidenzia l’esistenza di una nuova “mappa della potenza digitale” in Europa, dove i player saranno disposti a localizzarsi in aree finora secondarie pur di accedere più rapidamente all’energia necessaria per sostenere le architetture AI.

Implicazioni economiche, industriali e geopolitiche

Il potenziale spostamento di capacità produttiva dai poli digitali tradizionali avrà un impatto diretto non solo sugli investimenti, ma anche sul PIL e sull’occupazione. In Germania, ad esempio, i data centre hanno generato 10,4 miliardi di euro di valore nel 2024, cifra destinata a più che raddoppiare entro il 2029. Una delocalizzazione verso Paesi con maggiore efficienza energetica rischia quindi di erodere valore economico e strategico a lungo termine.

Inoltre, in un contesto geopolitico in cui la sovranità digitale e l’autonomia tecnologica sono sempre più centrali, la capacità di attrarre e mantenere data centre strategici rappresenta un elemento cruciale per la sicurezza nazionale e per la competitività industriale.

Verso una nuova politica industriale delle infrastrutture digitali

Lo studio di Ember lancia un messaggio chiaro: la prossima frontiera dell’attrattività industriale in Europa passerà per la resilienza e la prontezza delle reti elettriche. Per sostenere la domanda di AI, cloud computing e digitalizzazione avanzata, sarà indispensabile avviare una politica di pianificazione energetica integrata che consideri i data centre come infrastrutture strategiche al pari dei porti, delle ferrovie o degli aeroporti.

L’Europa, se intende mantenere il passo con le grandi potenze digitali globali, dovrà agire rapidamente per trasformare la rete elettrica in un catalizzatore — e non in un freno — della sua trasformazione digitale.

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