Crisi di Sovraccapacità nell’Industria delle Batterie per Veicoli Elettrici: Dinamiche Globali e Impatti Sistemici

| 23/06/2025
Crisi di Sovraccapacità nell’Industria delle Batterie per Veicoli Elettrici: Dinamiche Globali e Impatti Sistemici

Il mercato globale delle batterie per veicoli elettrici (EV) si trova oggi ad affrontare una fase di significativa instabilità strutturale. Il recente rapporto Global Clean Investment Monitor del Rhodium Group fotografa uno scenario in rapido mutamento, evidenziando un rischio sistemico crescente: la sovraccapacità produttiva di batterie in relazione alla domanda reale e prevista entro il 2030.

Cina: leadership globale, ma a rischio implosione industriale

Il caso cinese è emblematico. Nel 2023 la capacità produttiva di batterie ha superato i 2.600 GWh, ovvero circa il doppio della domanda globale. Nonostante i segnali di rallentamento, gli investimenti nel settore restano aggressivi: oltre 8 miliardi di dollari in soli 50 giorni nel 2025. La Cina continua a detenere l’87% della capacità produttiva globale (2024), consolidando una posizione dominante che però rischia di minare la sostenibilità economica del comparto.

La sovrapproduzione si concentra soprattutto nel segmento delle batterie al litio ferro fosfato (LFP), con previsioni di capacità pari a 5,75 milioni di tonnellate metriche a fronte di una domanda globale stimata a 2,67 milioni entro il 2025. Il risultato è un crollo dei prezzi del litio (oltre -80% nel 2023) e una ricerca forzata di nuovi mercati in Asia e Medio Oriente, mentre le barriere commerciali si alzano in Nord America.

Pechino ha recentemente emanato linee guida per rallentare l’espansione, imponendo chiusure selettive in aree agricole o ecologicamente sensibili e promuovendo la qualità produttiva. Ma le distorsioni accumulate restano profonde e rischiano effetti domino sull’intero ecosistema globale delle batterie.

Nord America: crescita rapida ma esposta a volatilità politica

Gli Stati Uniti, sotto l’impulso iniziale dell’Inflation Reduction Act, hanno registrato un’accelerazione significativa nella costruzione di impianti per batterie EV: da 55 GWh (2021) a una proiezione di 1.000 GWh (2030). L’infrastruttura industriale si sta consolidando lungo un asse strategico che attraversa il Midwest e il Sudest (Kentucky, Tennessee, Georgia, Michigan), con l’obiettivo di sostenere la produzione annuale di 10–13 milioni di veicoli elettrici.

Tuttavia, le recenti revisioni della politica federale da parte dell’amministrazione Trump – che ha smantellato parte degli incentivi fiscali e infrastrutturali – rischiano di frenare la traiettoria di crescita. Secondo l’Harvard Salata Institute, l’effetto netto potrebbe ridurre le vendite EV del 40% entro il 2030, con un abbassamento della quota di mercato attesa dal 48% al 42%. A ciò si aggiunge un impatto ambientale previsto di +49 milioni di tonnellate di CO₂, mentre l’industria affronta un contesto di frammentazione normativa tra stati federati.

Uno scenario geopolitico frammentato e vulnerabile

La sovraccapacità strutturale nel comparto delle batterie EV non è solo una questione di mercato. Si tratta di una variabile strategica per la sicurezza energetica, le politiche industriali e la competitività tecnologica delle economie avanzate.

  • La Cina rischia una crisi industriale interna e tensioni commerciali crescenti
  • Gli Stati Uniti oscillano tra ambiziosi target industriali e incertezza politica
  • L’Europa, finora spettatrice, dovrà posizionarsi attivamente, pena l’emarginazione.

Prospettive: ricalibrare l’offerta, ridefinire la governance

La lezione che emerge è duplice: da un lato, la necessità di una maggiore sincronizzazione tra capacità produttiva e domanda reale; dall’altro, l’urgenza di una governance industriale globale capace di integrare sostenibilità economica, ambientale e tecnologica. Incentivare solo la produzione, senza presidiare l’equilibrio del mercato, rischia di generare bolle industriali costose e destabilizzanti.

Serve un nuovo patto industriale tra Stati, imprese e investitori, capace di coniugare investimenti mirati, regolazione adattiva e politiche di decarbonizzazione coerenti. In gioco non c’è solo il futuro della mobilità elettrica, ma l’architettura energetica e industriale del prossimo decennio.

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