Cloudflare lancia uno strumento anti-crawler per l’IA: verso un nuovo modello economico per i contenuti online

| 01/07/2025
Cloudflare lancia uno strumento anti-crawler per l’IA: verso un nuovo modello economico per i contenuti online

Il modello “pay-per-crawl” per contrastare lo scraping non autorizzato e tutelare l’economia dell’informazione.

Cloudflare ha annunciato il rilascio di una nuova soluzione tecnologica che consente ai gestori di siti web di bloccare i crawler delle intelligenze artificiali, a meno che non vi sia un’esplicita autorizzazione o una compensazione economica. Si tratta di un’iniziativa strategica destinata a ridefinire i rapporti tra creatori di contenuti e aziende che sviluppano sistemi di IA generativa, sempre più spesso accusate di estrarre valore da contenuti altrui senza riconoscimenti né remunerazione.

Il problema: il calo del traffico referral e la monetizzazione a rischio

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale sta alterando drasticamente i flussi di traffico online. I contenuti digitali – una volta indicizzati dai motori di ricerca e monetizzati tramite pubblicità – sono oggi assorbiti dai crawler di IA per alimentare chatbot e assistenti virtuali, che forniscono risposte senza reindirizzare gli utenti ai siti originali.

Secondo dati interni Cloudflare, il rapporto tra crawl e traffico referral per Google è passato da 6:1 a 18:1 in appena sei mesi, mentre per altri attori dell’IA – come OpenAI – il rapporto raggiunge livelli estremi, fino a 1.500:1. Ciò significa che enormi quantità di contenuti vengono raccolte senza generare traffico di ritorno, impattando direttamente sui ricavi degli editori.

La soluzione Cloudflare: controllo, tracciabilità e compenso

Lo strumento annunciato da Cloudflare consente agli editori di:

  • Decidere se consentire o meno l’accesso ai crawler IA
  • Stabilire un modello economico “pay-per-crawl” per monetizzare l’accesso
  • Tracciare e regolamentare l’utilizzo del proprio materiale da parte di terzi

Il Chief Strategy Officer di Cloudflare, Stephanie Cohen, ha dichiarato che lo scopo dell’iniziativa è garantire un ecosistema sostenibile per i creatori digitali, riaffermando il principio della proprietà intellettuale e aprendo la strada a una nuova economia dell’informazione basata su licenze e accesso regolato.

Supporto industriale e quadro giuridico

L’iniziativa ha già ricevuto l’appoggio di importanti realtà editoriali come Condé Nast e Associated Press, nonché di piattaforme digitali come Reddit e Pinterest. Reddit, nello specifico, ha intentato causa ad Anthropic per scraping non autorizzato, mentre ha firmato un accordo di licenza con Google per l’utilizzo dei suoi contenuti.

Sul fronte normativo, si moltiplicano le azioni legali da parte degli editori. Il New York Times, tra gli altri, ha avviato procedimenti contro diversi sviluppatori di IA per violazione del copyright, mentre altre testate stanno esplorando la via della monetizzazione tramite accordi commerciali.

Verso una regolazione del web AI-centrico

L’approccio di Cloudflare si inserisce in un dibattito globale sempre più acceso sulla governance dell’intelligenza artificiale e sulla tutela dell’equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità economica dell’informazione. In un contesto in cui gli standard web attuali vengono sempre più spesso elusi, l’industria editoriale e le autorità regolatorie sono chiamate a rispondere con soluzioni strutturali.

Lo scenario che emerge è quello di un futuro in cui l’accesso all’informazione da parte dell’IA non sarà più gratuito e incondizionato, ma soggetto a logiche contrattuali eque, trasparenti e verificabili. Una trasformazione che impone una ridefinizione del concetto stesso di “web pubblico” e apre la strada a nuove dinamiche di politica industriale e regolazione digitale.

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