Il 2024 è un ulteriore anno di temperature globali estreme. Molteplici gli scenari e le implicazioni dei nuovi assetti climatici.
Tra le tecniche di geoingegneria occupa un posto rilevante il Cloud Seeding. Luci ed ombre della tecnica dell’inseminazione delle nuvole
L’Australia ha subito una serie di ondate di calore durante i mesi estivi. Parti dell’Africa occidentale hanno riportato temperature di 50° gradi per lunghi periodi.
Da marzo, le ondate di calore hanno colpito il Messico, il sud degli Stati Uniti e l’America centrale, l’India, l’Europa meridionale, il Giappone e l’Arabia Saudita, dove 1.300 persone sono morte durante il pellegrinaggio dell’Hajj.
All’inizio di luglio in Antartide si sono registrate temperature di 28 gradi più alte del consueto.
2023, lo stato del clima secondo l’OMM
L’Organizzazione Mondiale della Metereologia evidenzia che, nel 2023, le temperature del territorio in Europa sono state superiori alla media per 11 mesi all’anno, compreso il settembre più caldo mai registrato.
Anche le precipitazioni sono state superiori del 7% rispetto alla media, con i fiumi europei che hanno registrato livelli record a dicembre e portate “eccezionalmente elevate” in quasi un quarto della rete fluviale.
Ciò significa che nel corso del 2023, le soglie di alluvione “alte” sono state superate in un terzo della rete fluviale europea, mentre quasi uno su sette ha superato le soglie di alluvione “gravi”.
Le temperature record della superficie del mare in tutta Europa riflettono anche la tendenza al riscaldamento profondamente preoccupante sulla terraferma, con un’allarmante “ondata di caldo marino” presente a giugno nell’Oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e intorno al Regno Unito.
L’evento è stato classificato come “estremo” e in alcune aree “oltre l’estremo”, ha affermato l’Omm, con temperature della superficie del mare fino a cinque gradi Celsius sopra la media.
Le emissioni totali di carbonio degli incendi provenienti dalle regioni subartiche e artiche sono state le seconde più alte mai registrate nel 2023, ha affermato l’Omm, legate agli incendi ad alta latitudine, la maggior parte dei quali si è verificata in Canada tra maggio e settembre.
Attivita’ temporalesche, neve e ghiacciai
L’attività temporalesca è risultata più elevata del normale da ottobre a dicembre, portando a una produzione di energia eolica superiore alla media.
D’altro canto, la produzione di energia da pannelli solari è stata inferiore alla media nell’Europa nordoccidentale e centrale, ma superiore alla media nell’Europa sudoccidentale, nell’Europa meridionale e in Scandinavia.
L’aggiornamento sullo stato del clima dell’Omm ha, inoltre, confermato il sospetto che gran parte dell’Europa abbia avuto meno giorni di neve rispetto alla media, in particolare nell’Europa centrale e nelle Alpi durante l’inverno e la primavera.
Ciò ha comportato una perdita eccezionale di ghiaccio nei ghiacciai delle Alpi, aggravata dal forte scioglimento estivo causato dalle ondate di caldo, con i ghiacciai che hanno perso circa il 10% del loro volume rimanente nel corso del 2022 e del 2023.
L’estensione fluttuante del Mar Artico è rimasta al di sotto della media per gran parte del 2023, ha riferito anche l’agenzia delle Nazioni Unite.
L’impatto del caldo estremo sulle persone
Queste situazioni estreme hanno un impatto significativo sugli essere umani.
Il numero di persone esposte al caldo estremo sta crescendo in modo esponenziale.
La mortalità correlata al caldo è aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni e si stima che i decessi legati al caldo siano aumentati nel 94% delle regioni europee monitorate.
Questo è quanto emerge dai nuovi dati pubblicati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) e dal Copernicus Climate Change Service.
Una stima precisa dei decessi legati al caldo non è ancora disponibile per il 2023, ma l’OMM ha osservato che tra 55.000 e 72.000 persone sono morte a causa delle ondate di caldo nel 2003, 2010 e 2022.
La mortalità correlata al calore per le persone di età superiore ai 65 anni è aumentata di circa l’85% nel periodo 2000-2004 e 2017-2021.
Dal 2000 al 2019 gli studi mostrano che circa 489.000 decessi correlati al calore si sono verificati ogni anno, con il 45% di questi in Asia e il 36% in Europa.
Nella sola Europa, nell’estate del 2022, si sono verificati circa 61.672 decessi in eccesso legati al calore. Gli eventi ad alta intensità di ondate di calore possono portare un’elevata mortalità acuta.
Nel 2010, 56.000 morti in eccesso si sono verificati durante un’ondata di caldo di 44 giorni in Russia.
Con la siccità arrivera’ in maniera sempre piu’ diffusa la scarsità di cibo.
Il Cloud Seeding
Di fronte a questo scenario, per fronteggiare il fenomeno della siccita’, alcuni Stati manipolano le nuvole usando una tecnica chiamata Cloud Seeding.
Le prime tecniche di cloud seeding risalgono agli anni ’40.
Fu il chimico, ricercatore e meteorologo americano Vincent Joseph Schaefer, esattamente nel 1946, a effettuare la prima serie sistematica di esperimenti per indagare la fisica delle precipitazioni. Da un aereo, sopra i cieli del Massachusetts, sperimentò l’inseminazione delle nuvole con ghiaccio secco.
Gli Stati Uniti usarono la tecnica nella guerra del Vietnam per rallentare l’avanzata delle truppe opposte causando inondazioni.
Nel 1976, in risposta allo stesso uso, le Nazioni Unite hanno vietato le tecniche di modifica ambientale per scopi militari con la Convenzione ENMOD.
Da quella data in poi è stato vietato far piovere per scopi “ostili”.
Nel 1986 l’URSS avrebbe “seminato” le nuvole in seguito all’incidente di Chernobyl per far piovere sulla Bielorussia e proteggere Mosca dalla pioggia radioattiva.
Nel 2011 l’Iran ha accusato l’Europa di aver rubato le sue nuvole e nel 2018 l’Iran ha incolpato Israele per la stessa situazione.
Quest’ultimo caso è stato più drammatico e si è avvicinato a una situazione di conflitto perché, nel 2018, c’è stata una grave siccità nel paese e gli agricoltori locali stavano protestando con veemenza.
Fortunatamente, il capo dell’ufficio meteorologico iraniano è intervenuto negando la possibilità di nubi rubate, che probabilmente hanno contribuito a disinnescare il conflitto.
Tuttavia, l’Iran ha ancora una volta accusato la Turchia di appropriarsi delle sue nuvole durante un recente inverno, poiché le cime delle montagne sul lato turco del loro confine reciproco erano innevate, mentre le vette iraniane sul lato opposto erano nude, permettendo alla Turchia di attirare più turisti.
Il Cloud Seeding e le Olimpiadi di Pechino
Anche la Cina ha investito in queste tecniche per influenzare il tempo durante le Olimpiadi di Pechino nel 2008 e, successivamente, per combattere la siccità.
Nel 2020 la Cina ha, anche, annunciato l’intenzione di implementare il suo programma di Cloud Seeding, entro il 2025, per evitare la siccità e le grandinate che possono influenzare la sua produzione agricola.
Il Cloud Seeding e il resto del Mondo
Gli Stati del Golfo stanno anche applicando tecniche di cloud seeding utilizzando scariche elettriche sulle nuvole.
In Francia, ANELFA sta sviluppando ricerche in questo campo, con l’obiettivo di combattere la grandine che danneggia i vigneti.
Il cloud seeding viene effettuato in circa 20 dipartimenti dall’Association Nationale d’Etude et de Lutte contre les Fléaux Atmosphériques (l’Associazione nazionale per lo studio e la lotta contro i disastri atmosferici) e dalla società Selerys.
Ad aprile 2024, nello stato americano del Wyoming, i legislatori hanno stanziato 2 milioni di dollari al Wyoming Water Development Office per finanziare il programma di Cloud Seeding, sperando che possa contribuire a mitigare gli impatti della siccità in corso negli Stati Uniti occidentali.
Cos’e’ il Cloud seeding
È una tecnica di “inseminazione delle nuvole”, chiamata anche Rain Enhancement, per indurre le precipitazioni.
Si iniettano particelle di sale, come cloruro di sodio e di calcio o ioduro d’argento nelle nuvole, tramite aerei, razzi o dispositivi di diffusione a terra.
Puo’ essere utilizzato anche ioduro di potassio, anidride solforosa, anidride carbonica congelata, in forma di ghiaccio secco.
I sostenitori ne sottolineano l’efficacia, indicando un aumento del 10-15% delle precipitazioni.
Addirittura, secondo la World Meteorological Organization, questa tecnica può aumentare le precipitazioni di una nuvola specifica fino al 25% in condizioni ottimali.
Questa tecnica puo’ essere applicata in diverse parti del mondo, anche per generare neve.
Il fine primo di utilizzare questa tecnica e’ sicuramente quello di contrastare la siccità.
Altri paesi la utilizzano per limitare l’inquinamento atmosferico, come il Pakistan, che ha utilizzato il cloud seeding nella megalopoli di Lahore.
Due domande per il futuro del Cloud Seeding
Le tecniche di cloud seeding sollevano due importanti domande per il futuro dell’implemetazione di questa tecnologia.
Il primo riguarda la proprietà delle risorse idriche.
Le risorse idriche diventano sempre piu’ scarse nel tempo e questo potrebbe essere oggetto di un possibile rischio di conflitto idrico tra i paesi vicini su chi “possiede” la pioggia.
In effetti, se un paese decide di “far piovere” sul suo territorio, potrebbe “rubare” la pioggia che sarebbe caduta più tardi in un paese vicino.
La seconda domanda riguarda l’impatto ambientale e sulla salute delle sostanze utilizzate per il Cloud Seeding.
Pericolo per la biodiversita’
In grandi quantità, lo ioduro d’argento è pericoloso per la biodiversità, in particolare negli ambienti acquatici.
Uno studio inglese condotto dal Centro per l’ecologia e l’idrologia nei primi anni 2000 ha rivelato che lo ioduro d’argento, al di sotto di una certa concentrazione, non è tossico per l’ambiente, ma la sostanza è descritta come “estremamente insolubile”.
Il rischio è, quindi, che si accumuli e possa essere dannoso a lungo termine.
Oggi ci sono circa 50 stati che manipolano le nuvole per garantire pioggia “ordinata”.
Gli esperimenti sono regolarmente portati avanti negli Stati Uniti, in Canada, nei paesi del Golfo e in Francia, solo per citare quelli che con piu’ continuita’ e maggiori investimenti stanno adoperandosi in questa direzione.
Il Cloud Seeding in Italia
Il Comitato Nazionale Moratoria Geoingegneria ha depositato, a giugno 2024, una petizione, con più di 10mila firme, con la quale si chiede che venga vietato qualsiasi utilizzo, sia civile che militare, delle tecniche di geoingegneria, in particolare il Cloud Seeding e il Solar Radiation Management (SRM), che mira a diminuire la radiazione solare, e i suoi effetti, sulla Terra.
Il Comitato ha anche indirizzato una lettera al Parlamento e al Governo con la quale si richiede di calendarizzare al più presto la discussione in merito all’utilizzo di tecniche di geoingegneria e la conseguente moratoria di queste.
Il documento prende le mosse da due risoluzioni ONU, una del 2010 e l’altra del 2016, nonché da recenti legislazioni statunitensi, sia in ambito federale che statale, così come di altri Paesi.