Cina-Nvidia, cresce la tensione: sicurezza e standard tecnologici al centro della disputa

RedazioneRedazione
| 10/08/2025
Cina-Nvidia, cresce la tensione: sicurezza e standard tecnologici al centro della disputa

Le accuse di Pechino ai chip H20 e le implicazioni globali per il mercato dei semiconduttori.

La disputa tra Cina e Nvidia si inserisce in un quadro di crescenti tensioni commerciali e tecnologiche tra Pechino e Washington. L’oggetto del contendere sono i chip H20, sviluppati dal colosso statunitense per il mercato cinese dopo le restrizioni imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione di semiconduttori avanzati destinati all’intelligenza artificiale.

Questi chip, concepiti come versione “ridotta” per aggirare i vincoli di export, erano stati inizialmente bloccati dall’amministrazione Trump, salvo poi essere riammessi a luglio. La loro reintroduzione, tuttavia, ha innescato una serie di verifiche e critiche da parte delle autorità cinesi.

Le accuse di backdoor e il richiamo alla sicurezza nazionale

Il 31 luglio 2025, il Cyberspace Administration of China (CAC) ha convocato i vertici di Nvidia per chiarimenti, chiedendo spiegazioni su presunti rischi di backdoor presenti negli H20. Con il termine “backdoor” si intende una funzionalità nascosta che consentirebbe di bypassare i normali controlli di autenticazione, aprendo potenzialmente la strada a operazioni di accesso o controllo remoto non autorizzato.

Nvidia ha negato fermamente l’esistenza di simili vulnerabilità, dichiarando che i propri prodotti non consentono accessi remoti non autorizzati. Tuttavia, il portale Yuyuan Tantian — affiliato alla televisione di Stato CCTV — ha pubblicato su WeChat un articolo in cui afferma che i chip sarebbero in grado di eseguire funzioni come il “remote shutdown” attraverso meccanismi hardware nascosti.

Un attacco mediatico coordinato

Le critiche di Yuyuan Tantian arrivano poche settimane dopo un commento di People’s Daily, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, che aveva già invitato Nvidia a fornire “prove convincenti” in materia di sicurezza, al fine di rassicurare il mercato e gli utenti cinesi. Il tono coordinato di queste comunicazioni suggerisce una strategia mediatica volta a delegittimare l’affidabilità tecnologica dei prodotti statunitensi e, parallelamente, a rafforzare il sostegno verso fornitori nazionali di chip.

Implicazioni per la politica industriale cinese

L’episodio si colloca all’interno della strategia “Made in China 2025” e dei piani di autonomia tecnologica del Paese, che mirano a ridurre la dipendenza da fornitori stranieri nei segmenti chiave dei semiconduttori, del cloud computing e dell’AI. Sottolineare presunti rischi di sicurezza nei prodotti di un leader globale come Nvidia può accelerare l’adozione di chip progettati e prodotti internamente, favorendo colossi locali come Huawei, SMIC o Biren Technology.

La prospettiva normativa e giuridica

Sul piano regolatorio, le accuse di backdoor si intrecciano con il quadro giuridico cinese in materia di cybersecurity e controllo dei dati, già estremamente restrittivo per gli operatori esteri. Un prodotto considerato non conforme agli standard di sicurezza nazionali può essere escluso dal mercato attraverso disposizioni amministrative, indipendentemente dalle prove tecniche presentate dal produttore. Questo scenario crea un rischio legale e commerciale significativo per aziende come Nvidia, esposte a decisioni regolatorie fortemente influenzate da considerazioni geopolitiche.

Ripercussioni sul mercato globale dei semiconduttori

Le tensioni intorno agli H20 potrebbero avere effetti a catena sui mercati internazionali. La Cina rappresenta uno dei maggiori mercati di sbocco per l’hardware AI e un’eventuale esclusione di Nvidia potrebbe spingere altre economie emergenti a rivalutare i propri criteri di sicurezza. Inoltre, la disputa si inserisce in un contesto di guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, dove il controllo delle filiere dei chip è considerato un fattore strategico al pari delle risorse energetiche.

Sicurezza, fiducia e competizione tecnologica

Il caso H20 è più di un semplice contenzioso tecnico: rappresenta il punto di frizione tra sicurezza nazionale e commercio globale. La capacità di Nvidia di fornire garanzie credibili sulla sicurezza dei propri chip, e di farlo in un contesto politico altamente sensibile, determinerà non solo il destino degli H20 in Cina, ma anche la sua posizione nella competizione globale per la leadership nell’hardware AI. Allo stesso tempo, per Pechino l’episodio è un’occasione per rafforzare la narrativa dell’autosufficienza tecnologica, consolidando le basi di un ecosistema nazionale dei semiconduttori meno dipendente dall’estero.

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