Cina, l’auto rallenta a luglio: cala la domanda di ibridi, sale la sfida sugli EV e la stretta anti–guerra dei prezzi

| 10/08/2025
Cina, l’auto rallenta a luglio: cala la domanda di ibridi, sale la sfida sugli EV e la stretta anti–guerra dei prezzi

Le vendite auto in Cina crescono del 6,9% anno su anno, ma il calo della domanda di ibridi, la stretta regolatoria e la pressione sui margini impongono una svolta nella politica industriale e finanziaria del settore.

Nel mese di luglio 2025, le vendite di automobili in Cina sono aumentate del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, raggiungendo circa 1,85 milioni di unità. Tuttavia, il miglioramento si confronta con un robusto +18,6% registrato a giugno, evidenziando un significativo rallentamento del momentum di crescita.
In particolare, il segmento delle nuove energie (NEV)—che include veicoli elettrici puri e ibridi plug-in—ha mostrato una crescita ridotta al 12% a luglio, rispetto al 29,7% del giugno, pur restando superiore alle vendite di auto a benzina per il quinto mese consecutivo.

Dinamiche di mercato: il calo della domanda di ibridi

Il mercato degli ibridi (plug-in e a range esteso) ha registrato una flessione del 3,6% anno su anno, penalizzato dai miglioramenti nelle batterie e nelle infrastrutture di ricarica che hanno attenuato l’ “ansia da autonomia” sui veicoli elettrici puri. Queste tendenze hanno favorito il successo di brand emergenti come Leapmotor, Xiaomi e Xpeng, che hanno riportato vendite record nel mese, mentre aziende come BYD e Li Auto, più dipendenti dai modelli ibridi, hanno registrato soglie di conseguenze negative.

Performance dei principali player del settore

BYD, leader globale del settore NEV, ha subito una contrazione del 12% nelle vendite domestiche su base annua e una riduzione della sua quota di mercato nel segmento NEV dal 35,4% al 27,8%, pur rafforzando le consegne all’estero (oltre il 20%). Inoltre, luglio ha segnato il primo calo produttivo per BYD in 17 mesi, con un -0,9% nella produzione e una crescita marginale delle vendite (+0,6%).
Li Auto ha registrato un -40% nelle vendite anno su anno, nonostante abbia lanciato una variante completamente elettrica aggiornata del suo SUV i8 con range massimo a un prezzo più competitivo.
Al contrario, Xpeng ha consegnato oltre 36.700 veicoli, segnando un +229% annuo, e Xiaomi ha superato i 30.000 veicoli grazie alla domanda per i suoi modelli SU7 e YU7.

Intervento regolatorio e guerra dei prezzi

Il rallentamento delle vendite è avvenuto in un contesto di guerra dei prezzi aggressiva nel mercato auto cinese, che ha eroso i margini e infiammato l’eccesso di capacità produttiva. Le autorità cinesi hanno risposto richiamando le aziende a frenare le politiche di sconto, definendo le dinamiche di mercato “involutive” e introducendo bozze di modifiche alle leggi sui prezzi volte a reprimere pratiche anticoncorrenziali. Inoltre, 17 case automobilistiche, tra cui BYD, si sono impegnate a regolare i pagamenti ai fornitori entro 60 giorni per ridurre tensioni finanziarie nella filiera.

Politica industriale, esportazioni e visione strategica

In parallelo, per sostenere il settore, il governo ha annunciato misure volte alla stabilizzazione della crescita nell’automotive e in altri comparti critici. Le esportazioni automobilistiche hanno accelerato: a luglio, le vendite all’estero sono cresciute del 25%, rispetto al 23,8% di giugno. Questa strategia di penetrazione globale diventa cruciale per contrastare l’eccesso di offerta interno e il rallentamento della domanda.

Fase di trasformazione del mercato

Il rallentamento della crescita delle vendite auto in Cina a luglio riflette una fase di trasformazione del mercato: da una dipendenza dagli ibridi verso un’espansione degli EV puri, in un contesto di regolazione più ferrea e politiche industriali assertive. Il modello cinese si trova ora a reinventarsi: sostenere un settore strategico, preservarne la redditività e prevenire distorsioni competitive, puntando su innovazione tecnologica, equilibrio regolatorio e internazionalizzazione. Il successo nella transizione dipenderà dalla capacità di conciliare efficacia finanziaria, governance industriale e visione geopolitica in un settore sempre più centrale per il futuro dell’economia globale.

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