Cavi sottomarini e sicurezza nazionale: gli Stati Uniti verso il divieto della tecnologia cinese nelle infrastrutture digitali

RedazioneRedazione
| 17/07/2025
Cavi sottomarini e sicurezza nazionale: gli Stati Uniti verso il divieto della tecnologia cinese nelle infrastrutture digitali

La FCC stringe sulle dorsali oceaniche del web globale: focus su cybersecurity, controllo strategico e tensioni geopolitiche con Pechino.

La Federal Communications Commission (FCC) degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di introdurre nuove regole per vietare l’utilizzo di tecnologia e attrezzature cinesi nei cavi sottomarini per le telecomunicazioni che collegano gli Stati Uniti al resto del mondo. Secondo la Commissione, il rischio che aziende legate a governi stranieri ostili possano ottenere accesso a queste reti rappresenta una minaccia diretta alla sicurezza nazionale.

Come ha spiegato il commissario Brendan Carr, l’obiettivo è proteggere queste infrastrutture da “proprietà ostili, accessi non autorizzati e minacce cibernetiche e fisiche”. Una posizione che rispecchia la crescente preoccupazione americana verso la presenza cinese nelle architetture digitali critiche.

Infrastrutture invisibili, ma vitali: il ruolo strategico dei cavi sottomarini

I cavi sottomarini sono il sistema nervoso del traffico digitale globale: trasportano il 99% dei dati Internet internazionali. Queste dorsali, spesso ignorate dall’opinione pubblica, sono invece essenziali per servizi cloud, transazioni finanziarie, comunicazioni diplomatiche e militari.

Negli ultimi anni, le autorità statunitensi hanno alzato il livello di attenzione su queste reti, bloccando progetti che prevedevano collegamenti diretti con Hong Kong e rafforzando il controllo sugli operatori che vi partecipano. Il timore è che la Cina possa utilizzare queste infrastrutture per attività di sorveglianza, sabotaggio o accesso non autorizzato ai flussi di dati.

Le misure proposte: divieti, controlli e revisione del quadro normativo

Il nuovo pacchetto di misure, attualmente in fase di valutazione, include:

  • Il divieto di utilizzare tecnologia o servizi provenienti da aziende incluse nella “entity list” dell’FCC per rischi alla sicurezza nazionale (tra cui Huawei, ZTE, China Mobile, China Telecom)
  • La revisione del quadro regolatorio vigente sui cavi sottomarini, giudicato insufficiente rispetto alle attuali minacce geopolitiche
  • Una consultazione pubblica per identificare ulteriori strumenti di tutela e standard di sicurezza più stringenti, anche per le fasi di posa, gestione e manutenzione.

Queste regole si inseriscono in una strategia di protezione delle infrastrutture critiche, ormai considerata centrale nella difesa nazionale digitale.

Incidenti recenti: segnali concreti di un rischio crescente

La spinta normativa arriva anche in risposta a episodi reali. Nel 2023, due cavi in fibra ottica sono stati danneggiati nel Mar Baltico, sollevando il sospetto di sabotaggio. A Taiwan, le autorità hanno denunciato il taglio deliberato — da parte di navi cinesi — degli unici due cavi che connettono le isole Matsu alla rete globale.

Nel Mar Rosso, infine, i danneggiamenti a tre cavi sottomarini — attribuiti a interferenze durante i conflitti con gli Houthi — hanno avuto conseguenze immediate sulla connettività tra Asia, Africa ed Europa.

Questi episodi mostrano come la sicurezza fisica delle infrastrutture digitali sia un tema ormai urgente e trasversale.

Un nuovo fronte per il diritto dell’innovazione

L’iniziativa della FCC apre anche interrogativi di natura giuridica: in che misura è lecito — o auspicabile — limitare l’accesso a tecnologie straniere in nome della sicurezza nazionale? E come conciliare questa esigenza con la neutralità della rete e la libertà di mercato?

Emergono nuovi scenari per il diritto dell’innovazione, che dovrà confrontarsi con concetti come filiera sicura, accesso controllato alle infrastrutture e obblighi di trasparenza tra partner pubblici e privati. La governance della connettività globale, finora lasciata in gran parte all’autoregolazione di operatori commerciali, entra oggi nel pieno radar degli enti regolatori.

Sovranità digitale e competizione globale: la posta in gioco

Il caso dei cavi sottomarini è emblematico di una tendenza globale: le grandi potenze stanno rafforzando il controllo sulle infrastrutture tecnologiche che sostengono l’economia digitale. Il confronto tra Stati Uniti e Cina non riguarda più solo semiconduttori, intelligenza artificiale o cloud, ma si estende al “backbone” stesso di Internet.

La geopolitica digitale si sta quindi giocando anche nei fondali oceanici, dove si incrociano interessi tecnologici, economici e strategici. La protezione delle infrastrutture di connettività è diventata parte integrante delle politiche industriali nazionali e della proiezione di potere delle grandi economie.

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