Secondo Swiss Re, il 2025 sarà tra gli anni più costosi della storia recente per l’industria assicurativa. Cresce il peso del cambiamento climatico e della vulnerabilità urbana.
Nel 2025, le perdite assicurate derivanti da catastrofi naturali potrebbero raggiungere i 145 miliardi di dollari, con un aumento del 6% rispetto al 2024, secondo le stime pubblicate da Swiss Re, uno dei principali operatori mondiali nel settore della riassicurazione. Questo dato, che si confronta con i 137 miliardi registrati nel 2024, si posiziona ben al di sopra della media storica e sottolinea una tendenza strutturale al rialzo nei costi economici dei disastri ambientali.
La nuova geografia del rischio: urbanizzazione, crescita economica e clima estremo
Il report evidenzia come la combinazione tra espansione urbana, crescita demografica e cambiamento climatico stia modificando radicalmente la geografia globale del rischio. Le aree soggette a uragani, inondazioni, incendi e altri eventi estremi sono sempre più popolate, infrastrutturate e economicamente attive. Di conseguenza, i danni assicurabili aumentano, così come la loro complessità gestionale.
In particolare, gli incendi nell’area metropolitana di Los Angeles a inizio anno hanno già causato perdite assicurate stimate in 40 miliardi di dollari, contribuendo in modo significativo al dato aggregato.
L’effetto moltiplicatore del cambiamento climatico sui sistemi assicurativi
Swiss Re sottolinea l’impatto crescente del cambiamento climatico come amplificatore di rischio. In alcune regioni e per specifici eventi atmosferici – come i cicloni tropicali e le precipitazioni estreme – l’intensità e la frequenza sono in aumento, rendendo più difficile per il settore assicurativo applicare modelli previsionali consolidati.
La crescente volatilità climatica costringe i player del settore a ripensare le strategie di underwriting, i modelli attuariali e la gestione del capitale. La sfida è duplice: adattarsi all’aumento delle esposizioni senza compromettere la sostenibilità economico-finanziaria delle compagnie.
Perdite totali: oltre 318 miliardi di dollari nel 2024
Oltre alle perdite coperte da assicurazione, il report Swiss Re evidenzia che il totale delle perdite da catastrofi naturali, comprese quelle non assicurate, ha raggiunto i 318 miliardi di dollari nel 2024, rispetto ai 292 miliardi del 2023. Questa cifra comprende danni a infrastrutture pubbliche, proprietà private, supply chain produttive e sistemi energetici.
Il crescente gap di protezione assicurativa – cioè la differenza tra perdite totali e perdite coperte – resta uno dei principali problemi del sistema economico globale. In molte regioni ad alta esposizione, soprattutto nei Paesi emergenti, la penetrazione assicurativa è ancora insufficiente, con conseguenze dirette su ricostruzione, resilienza e ripresa post-evento.
Verso una nuova governance del rischio climatico
La situazione delineata impone una riflessione anche in ambito giuridico e regolatorio. Le autorità di vigilanza finanziaria e assicurativa stanno rafforzando gli standard relativi alla trasparenza climatica, alla valutazione dei rischi emergenti e alla capacità di assorbimento delle perdite da parte delle compagnie.
Parallelamente, cresce l’interesse per strumenti finanziari alternativi – come i catastrophe bonds, le soluzioni parametriche e le piattaforme basate su tecnologie AI e blockchain – che possano migliorare la velocità e la precisione delle risposte assicurative.
Il rischio ambientale come nuova variabile strutturale del capitalismo globale
Il report Swiss Re conferma che il rischio ambientale non è più un’eccezione statistica, ma una componente strutturale delle economie moderne. Le catastrofi naturali generano impatti trasversali su finanza, infrastrutture, catene produttive e bilanci pubblici. In questo scenario, la gestione del rischio climatico diventa un nodo strategico per governi, aziende e investitori.
Nel decennio in corso, la resilienza economica passerà necessariamente attraverso l’integrazione tra innovazione assicurativa, pianificazione territoriale, tecnologie predittive e una governance multilivello dei fenomeni naturali. Il 2025, con i suoi 145 miliardi di dollari in perdite assicurate previste, è un ulteriore segnale della necessità di accelerare questa transizione.