Carbon credits per la transizione: la Rockefeller Foundation lancia il programma globale per il phase-out del carbone nei Paesi in via di sviluppo

RedazioneRedazione
| 09/05/2025
Carbon credits per la transizione: la Rockefeller Foundation lancia il programma globale per il phase-out del carbone nei Paesi in via di sviluppo

Con l’obiettivo di coinvolgere 60 progetti entro il 2030, l’iniziativa Coal to Clean Credits punta a mobilitare fino a 110 miliardi di investimenti pubblici e privati, avviando una nuova era della finanza climatica nei mercati emergenti.

La Rockefeller Foundation ha ufficialmente lanciato il programma Coal to Clean Credits Initiative (CCCI), una piattaforma di finanza climatica volta a promuovere la disattivazione anticipata delle centrali a carbone nei Paesi in via di sviluppo attraverso l’emissione di crediti di carbonio certificati.

L’obiettivo è ambizioso: coinvolgere almeno 60 progetti entro il 2030, generando un potenziale di 110 miliardi di dollari in investimenti tra capitale pubblico e privato e contribuendo in modo sostanziale agli impegni climatici dell’Accordo di Parigi.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), è necessario chiudere oltre 2.000 centrali a carbone entro il 2040 per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C. Ad oggi, meno del 15% è coperto da impegni formali di phase-out.

Il meccanismo: carbon finance e metodologia certificata

La metodologia CCCI, sviluppata in collaborazione con lo standard globale Verra, stabilisce i criteri per:

  • la selezione dei progetti idonei
  • il calcolo delle riduzioni di emissioni associate alla dismissione anticipata delle centrali
  • la generazione di crediti di carbonio vendibili sul mercato volontario.

Il primo progetto candidato è la centrale SLTEC nelle Filippine, sostenuta da un consorzio internazionale guidato dalla filippina ACEN, con la partecipazione di GenZero (Singapore), Keppel, Mitsubishi e la controllata Diamond Generating Asia. La transazione è attesa per il 2025.

Struttura finanziaria e governance sociale

I proventi dalla vendita dei carbon credit saranno destinati a:

  • compensare i flussi di cassa persi dagli operatori termoelettrici
  • finanziare capacità di accumulo energetico per supportare la sostituzione con rinnovabili
  • garantire misure di giusta transizione per lavoratori e comunità locali.

Come ha sottolineato Eric Francia, CEO di ACEN, “la transizione richiede soluzioni concrete e sostenibili. Il valore sociale ed economico di questa iniziativa va oltre il bilancio energetico.”

Criteri di ammissibilità e controlli ambientali

Dopo sette round di consultazione pubblica, il programma ha definito barriere precise per evitare fenomeni di “greenwashing”. Solo i progetti che:

  • risultano ancora profondamente redditizi
  • appartengono a paesi o imprese con impegni “no new coal” verificabili
  • possono dimostrare addizionalità ambientale

saranno ammessi alla metodologia.

Tali criteri sono stati pensati anche per rispondere a critiche da parte di organizzazioni come Carbon Market Watch, che avvertono del rischio di finanziare asset già destinati alla chiusura per ragioni economiche.

Implicazioni geopolitiche, finanziarie e industriali

Il CCCI rappresenta una svolta nella politica industriale climatica globale:

  • per i Paesi emergenti, offre un meccanismo strutturato per accelerare la transizione e attrarre capitali verdi
  • per i mercati finanziari, introduce uno strumento standardizzato di de-risking per progetti ad alto impatto ambientale
  • per i produttori energetici, delinea una roadmap per l’abbandono ordinato del carbone, riducendo il rischio di stranded assets.

In prospettiva geopolitica, iniziative come questa rafforzano il ruolo della finanza privata nella decarbonizzazione strutturale, colmando i gap lasciati dai meccanismi multilaterali.

Nuova frontiera nella finanza per il clima

La Coal to Clean Credits Initiative della Rockefeller Foundation apre una nuova frontiera nella finanza per il clima: quella in cui i carbon credits non sono solo strumenti compensativi, ma leve attive di demolizione controllata del vecchio modello fossile.

In un momento in cui la credibilità delle promesse net zero è sotto osservazione globale, fornire strumenti verificabili per monetizzare la chiusura del carbone può cambiare il paradigma della transizione energetica.

Se il progetto pilota nelle Filippine avrà successo, il segnale per l’intera regione Asia-Pacifico e oltre potrebbe essere dirompente. L’efficienza della finanza climatica, infatti, si misurerà sempre di più non su quanto investe nel nuovo, ma su quanto riesce a dismettere del vecchio — in modo equo, rapido e verificabile.

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