La nuova ondata di infrastrutture per l’intelligenza artificiale rilancia la centralità energetica della Silicon Valley nonostante costi elevati e limiti strutturali.
La PG&E (Pacific Gas & Electric), principale utility elettrica della California, ha registrato un aumento superiore al 40% nel 2024 delle richieste di connessione da parte di sviluppatori di data center, soprattutto nel nord dello stato. Lo ha dichiarato Mike Medeiros, vicepresidente di South Bay Delivery, in un’intervista a Reuters. La notizia segna un’inversione di tendenza rispetto all’analisi prevalente tra gli operatori del settore, che ritenevano la California meno competitiva nella nuova corsa globale ai data center per intelligenza artificiale.
La Silicon Valley resta uno dei principali mercati mondiali per data center, ma è anche caratterizzata da elevati costi immobiliari ed energetici, fattori che hanno spinto molti operatori a spostare gli investimenti verso stati interni come Texas, Iowa o North Carolina. Tuttavia, i nuovi dati di PG&E mostrano che la California mantiene una capacità attrattiva residua, soprattutto in aree secondarie.
AI e infrastrutture energetiche: nuovi requisiti, nuove geografie
I data center per intelligenza artificiale, rispetto a quelli tradizionali, presentano caratteristiche infrastrutturali differenti. Servono principalmente per il training dei large language models (LLM), come ChatGPT, e richiedono un volume di energia molto più elevato.
Nel 2023, la maggior parte delle richieste a PG&E riguardava impianti da 50–100 megawatt. Le nuove proposte, raccolte nel recente “cluster study”, variano invece tra 500 e 1.000 megawatt, evidenziando un cambiamento significativo nel modello di progettazione e nelle aspettative di scala.
Le nuove localizzazioni geografiche segnalate da PG&E comprendono aree fuori dai poli urbani tradizionali, come la Contea di Contra Costa e la zona di Fresno. Questo conferma un trend di decentralizzazione dei carichi computazionali, favorito anche dalla maggiore latenza tollerabile nei processi di addestramento AI rispetto a quelli di delivery cloud immediato.
Sfide regolatorie, finanziarie e industriali: una transizione complessa
Nonostante la crescita di interesse, PG&E sottolinea che non tutti i progetti si concretizzeranno. Le criticità principali riguardano:
- Tempi stretti imposti dagli sviluppatori per le connessioni
- Backlog nelle forniture di componenti elettrici e trasformatori
- Adeguamenti infrastrutturali necessari alla rete per reggere la nuova domanda
A livello regolatorio, la sfida sarà mantenere il bilanciamento tra attrattività per gli investimenti infrastrutturali e sostenibilità ambientale, in linea con la California Environmental Quality Act (CEQA) e le recenti direttive sull’efficienza energetica dei data center.
Dal punto di vista finanziario, la dimensione dei nuovi progetti richiede una struttura ibrida di finanziamento, con partecipazione sia di capitali privati che di utility pubbliche e, in alcuni casi, strumenti di incentivazione statale o federale dedicati all’AI infrastructure development.
La dimensione geopolitica dell’energia computazionale
Il caso californiano si inserisce in una competizione globale per la capacità di elaborazione AI su larga scala, oggi considerata un asset strategico nazionale al pari della sovranità energetica. Gli Stati Uniti, insieme a Cina e Unione Europea, stanno orientando politiche industriali verso la creazione di campus computazionali iper-ottimizzati, dotati di accesso prioritario a elettricità, connettività e manodopera specializzata.
L’espansione della rete AI comporta quindi un riallineamento delle priorità geopolitiche: non è più solo un tema di innovazione digitale, ma di resilienza infrastrutturale, autonomia energetica e difesa del primato tecnologico.
AI, energia e infrastrutture come nuova politica industriale
La crescita delle richieste verso PG&E dimostra che, nonostante gli ostacoli, la California non è fuori gioco nella partita globale dell’intelligenza artificiale. Le utility elettriche come PG&E stanno emergendo come attori centrali nella definizione del futuro computazionale, non più semplici fornitori di energia ma abilitatori di ecosistemi digitali a scala nazionale.
Il risultato non sarà solo una mappa diversa dei data center, ma un nuovo modello di alleanza tra pubblico e privato, dove innovazione, territorio ed energia si fondono in una strategia industriale orientata al futuro.