Byrnihat, India: il volto dimenticato della crisi ambientale globale tra crescita industriale e collasso sanitario

RedazioneRedazione
| 22/04/2025
Byrnihat, India: il volto dimenticato della crisi ambientale globale tra crescita industriale e collasso sanitario

Il centro urbano più inquinato del mondo secondo IQAir diventa simbolo della frattura tra sviluppo economico e sostenibilità. Bambini malati, industria pesante e un vuoto istituzionale: il caso Byrnihat è un campanello d’allarme per l’Asia e oltre.

In un Paese che si proclama leader della crescita economica asiatica e dell’innovazione green, Byrnihat – cittadina industriale al confine tra Assam e Meghalaya – rappresenta la cartina al tornasole delle contraddizioni strutturali del modello di sviluppo indiano.

Con una concentrazione media annuale di PM2.5 pari a 128,2 µg/m³ nel 2024, secondo l’ultimo rapporto IQAir, Byrnihat è oggi l’area metropolitana più inquinata del pianeta, superando livelli 25 volte superiori ai limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le conseguenze sono devastanti, in primis per la salute pubblica.

Emergenza sanitaria: i bambini le prime vittime dell’aria tossica

La storia della piccola Sumaiya Ansari, di soli due anni, ricoverata d’urgenza con problemi respiratori e sottoposta a ossigenoterapia, non è isolata. Secondo i dati governativi, i casi di infezioni respiratorie nella regione sono saliti da 2.082 nel 2022 a 3.681 nel 2024. I medici locali parlano di un’emergenza quotidiana: “Il 90% dei pazienti presenta sintomi legati all’apparato respiratorio”, afferma il dottor J. Marak del Byrnihat Primary Healthcare Centre.

Crisi ambientale sistemica: industria, geografia e stallo istituzionale

Byrnihat ospita oltre 80 insediamenti industriali, tra cui cementifici, impianti chimici e fabbriche ad alto impatto emissivo. Il traffico pesante e una morfologia “a scodella” – tra i rilievi del Meghalaya e le pianure dell’Assam – impediscono la dispersione degli inquinanti. Il risultato è una concentrazione cronica e letale di polveri sottili.

Ma a rendere ancora più critico il quadro è l’inerzia amministrativa: per anni, Assam e Meghalaya si sono rimpallati le responsabilità. Solo dopo il clamore suscitato dal report IQAir, i due Stati hanno annunciato la creazione di un comitato congiunto per il risanamento ambientale. Un primo passo, tardivo e ancora senza piano operativo né scadenze vincolanti.

Conseguenze economiche e geopolitiche: quando l’inquinamento diventa rischio sistemico

L’inquinamento atmosferico di Byrnihat non è soltanto un problema sanitario. Ha implicazioni su più livelli:

  • Economia rurale in crisi, con coltivazioni compromesse da polveri e suolo contaminato
  • Erosione del capitale umano, con giovani famiglie costrette a migrare verso regioni meno inquinate
  • Rischi reputazionali per l’industria, che rischia di perdere accesso a catene globali del valore sempre più vincolate a criteri ESG
  • Difficoltà d’investimento: la persistente violazione degli standard ambientali scoraggia capitali esteri interessati al Green Transition asiatico.

Quale futuro? Tra regolazione ambientale, giustizia climatica e innovazione sostenibile

Il caso Byrnihat richiama l’attenzione su un nodo strategico: senza una governance ambientale efficace, le ambizioni dell’India di diventare una superpotenza green entro il 2070 rischiano di collassare sotto il peso delle contraddizioni interne. Il rafforzamento delle autorità regionali di controllo, l’applicazione rigorosa della Environmental Protection Act, l’adozione di tecnologie per il monitoraggio dei flussi industriali in tempo reale e la creazione di zone industriali a emissioni controllate sono solo alcune delle risposte urgenti.

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