Il colosso cinese dei veicoli elettrici prevede di quasi triplicare la propria rete in Sudafrica entro il 2025. Un’espansione mirata in un mercato emergente, tra opportunità industriali, ostacoli infrastrutturali e competizione geopolitica.
Il gruppo cinese BYD (Build Your Dreams), tra i principali produttori mondiali di veicoli elettrici e ibridi plug-in, ha annunciato un’importante espansione della propria rete commerciale in Sudafrica, il mercato automobilistico più grande del continente africano. Secondo quanto dichiarato da Steve Chang, General Manager di BYD Auto South Africa, l’azienda intende passare da 13 a oltre 30 concessionarie entro il 2025, con l’obiettivo di consolidare la propria presenza e accelerare la transizione elettrica del Paese.
L’iniziativa si inserisce in un contesto di profonda trasformazione del settore automotive africano, in cui i veicoli a nuova energia (NEV) — che includono auto elettriche pure e ibride plug-in — stanno lentamente guadagnando terreno, nonostante i ritardi rispetto ad altri mercati emergenti.
Strategia di espansione: veicoli, rete e formazione del mercato
Dal suo ingresso nel mercato sudafricano nel 2023 con il SUV elettrico ATTO 3, BYD ha ampliato rapidamente la propria offerta: oggi propone sei modelli, tra cui il pick-up ibrido Shark, l’ibrido SEALION 6 e il SUV elettrico SEALION 7, lanciati ad aprile 2024. Il gruppo punta su una strategia dual-powertrain — veicoli ibridi e full electric — per rispondere alla domanda in evoluzione e alle sfide logistiche locali.
La rapida espansione della rete distributiva è fondamentale non solo per aumentare la visibilità del brand, ma anche per educare il mercato locale. «Vogliamo contribuire alla formazione e alla consapevolezza del consumatore sudafricano, affinché possa allinearsi con le tendenze globali della mobilità sostenibile», ha dichiarato Chang.
Dinamiche di mercato e vincoli sistemici
Secondo i dati pubblicati da NAAMSA (National Association of Automobile Manufacturers of South Africa), le vendite di NEV nel Paese sono più che raddoppiate, passando da 7.782 unità nel 2023 a 15.611 nel 2024. Tuttavia, queste cifre rappresentano ancora una quota marginale rispetto al totale del mercato automobilistico.
Le principali barriere all’adozione dei veicoli elettrici in Sudafrica sono note:
- Infrastrutture di ricarica insufficienti
- Instabilità della fornitura elettrica nazionale
- Alti dazi di importazione sui veicoli elettrici rispetto a quelli a combustibili fossili
Tali criticità limitano lo sviluppo del comparto, rendendo fondamentale il ruolo degli investitori privati e delle politiche pubbliche incentivanti, ad oggi ancora carenti.
Valenza strategica e geopolitica dell’operazione
Il Sudafrica, per dimensioni del mercato e centralità geopolitica, rappresenta un nodo strategico per i produttori di veicoli asiatici, in un contesto di crescente competizione tra player cinesi come BYD, Chery, GAC e GWM. La crescente penetrazione di questi attori evidenzia l’interesse della Cina nel rafforzare la propria presenza industriale nel continente africano, anche come leva per progetti infrastrutturali legati all’iniziativa “Belt and Road”.
In questo quadro, BYD non si limita a una logica di esportazione di prodotto, ma punta a creare un ecosistema locale integrato, con visibilità commerciale, infrastrutture e servizi post-vendita — prerequisiti essenziali per consolidare quote di mercato nel medio-lungo periodo.
La transizione elettrica africana passa da modelli ibridi e investimenti a lungo termine
L’annunciata espansione di BYD in Sudafrica non è solo un’operazione commerciale, ma un tassello nella ridefinizione dell’architettura industriale e tecnologica africana legata alla mobilità sostenibile. Seppur rallentata da vincoli infrastrutturali e fiscali, la transizione verso i NEV è in atto e rappresenta una traiettoria strategica per attrarre investimenti, generare occupazione qualificata e ridurre la dipendenza energetica dai carburanti fossili.
Per aziende come BYD, che combinano capacità produttiva, visione tecnologica e accesso a capitali, l’Africa può diventare una nuova frontiera di crescita industriale, con implicazioni profonde in termini di sviluppo sostenibile, geopolitica commerciale e innovazione locale.