Breaking News – Trump proroga di 90 giorni la scadenza sui dazi alla Cina

RedazioneRedazione
| 11/08/2025
Breaking News – Trump proroga di 90 giorni la scadenza sui dazi alla Cina

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che proroga di ulteriori 90 giorni la sospensione dei dazi doganali su una vasta gamma di beni importati dalla Cina.
La firma è arrivata poche ore prima della scadenza fissata per la mezzanotte, momento in cui le tariffe sarebbero tornate ai livelli massimi raggiunti ad aprile, durante l’acme della guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali.

La decisione era ampiamente attesa dopo l’ultimo round di colloqui tenutosi a Stoccolma alla fine di luglio tra delegazioni di alto livello statunitensi e cinesi, un seguito agli incontri di maggio a Ginevra che avevano portato alla prima sospensione di 90 giorni.

Il contesto della proroga: negoziati complessi e interessi incrociati

Il rinvio delle misure tariffarie riflette la volontà politica di mantenere aperto un canale negoziale in una fase di equilibrio delicato. Le tariffe statunitensi, se reintrodotte, avrebbero colpito centinaia di miliardi di dollari di esportazioni cinesi, in settori strategici come elettronica, macchinari, componentistica industriale e prodotti agricoli trasformati.

Dal lato cinese, le misure ritorsive previste su beni americani – incluse forniture agricole, automobili e semiconduttori – avrebbero inasprito un contesto già reso incerto dalla transizione tecnologica globale e dalle tensioni su semiconduttori e intelligenza artificiale.

Impatti economici e finanziari di una mancata proroga

Se l’ordine esecutivo non fosse stato firmato, il ritorno dei dazi avrebbe generato un aumento immediato dei costi di importazione per le aziende americane, con effetti diretti su inflazione e catene di approvvigionamento. Le borse avrebbero probabilmente reagito con volatilità, in un contesto di mercati già sensibili alle dinamiche di politica commerciale.

In prospettiva, il mantenimento di dazi elevati avrebbe potuto accelerare la diversificazione delle supply chain verso altri Paesi asiatici, ma con costi e tempi di transizione rilevanti per i settori manifatturieri.

Dimensione giuridica e vincoli regolatori

La proroga si inserisce nel quadro giuridico del Trade Expansion Act e delle prerogative presidenziali in materia di politica commerciale internazionale. Sebbene l’ordine esecutivo abbia effetto immediato, le sue conseguenze dovranno essere bilanciate con le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e con eventuali ricorsi multilaterali.

Sul piano interno, il Congresso e le lobby industriali monitorano attentamente l’evoluzione, poiché ogni estensione o revoca dei dazi impatta direttamente su settori strategici e sull’occupazione.

A livello geopolitico, questa proroga offre una finestra di opportunità non solo per evitare un nuovo ciclo di escalation, ma anche per ridefinire i rapporti economici in un contesto in cui la competizione tecnologica, la sicurezza delle catene di fornitura e le politiche industriali sono sempre più intrecciate.

La scelta di Stoccolma come sede dell’ultimo round di trattative riflette la volontà di utilizzare un terreno neutrale per favorire il dialogo, riducendo la pressione mediatica e geopolitica diretta.

Una pausa tattica, non una soluzione definitiva

La proroga di 90 giorni rappresenta un atto di pragmatismo politico e un segnale al mercato, ma non risolve le questioni strutturali alla base della guerra commerciale USA–Cina. Restano aperti i nodi relativi alla protezione della proprietà intellettuale, alle sovvenzioni statali cinesi, all’accesso ai mercati e alla competizione tecnologica su settori emergenti come 5G, AI e semiconduttori.

La sfida, nei prossimi tre mesi, sarà trasformare questa pausa in un passo verso un accordo più stabile, evitando che la tregua si riduca a un semplice rinvio del confronto.

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