La Casa Bianca accelera su riserva federale in criptovalute e quadro normativo per gli asset digitali. Pechino si defila, Washington rilancia.
L’amministrazione Trump, attraverso le dichiarazioni del vicepresidente JD Vance, ha rilanciato con forza l’idea di un Bitcoin strategico per la sicurezza economica e digitale degli Stati Uniti, in chiara contrapposizione con la linea adottata dalla Cina. Intervenendo alla Bitcoin Conference di Las Vegas, Vance ha delineato una visione geopolitica delle criptovalute, sottolineando come l’avversione di Pechino verso Bitcoin dovrebbe rappresentare un incentivo per Washington a consolidare la propria leadership in questo ambito.
“Se la Repubblica Popolare Cinese è così ostile a Bitcoin, dovremmo domandarci il perché,” ha affermato Vance. “E se il nostro principale avversario strategico lo rifiuta, allora forse è proprio il momento per gli Stati Uniti di puntare con decisione su questo asset.”
La svolta Trump: riserva federale in Bitcoin e task force normativa
Nel primo trimestre del 2025, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per la costituzione di una riserva strategica in Bitcoin, sfruttando asset già in possesso del Tesoro. Una mossa che segna un punto di discontinuità rispetto alle politiche crypto del decennio precedente e che punta a inserire gli asset digitali nel perimetro degli strumenti di stabilizzazione economica e proiezione strategica americana.
In parallelo, è stato istituito un gruppo di lavoro interdipartimentale sulla regolamentazione degli asset digitali, con il compito di proporre una cornice normativa per stablecoin, token crittografici, custodia digitale e interoperabilità tra monete digitali pubbliche e private. Il gruppo include rappresentanti del Dipartimento del Tesoro, della SEC, della Federal Reserve e del Consiglio per la Sicurezza Nazionale.
La variabile cinese: repressione delle criptovalute e sovranità monetaria
Dal 2021, la Cina ha imposto un divieto totale su mining e trading di criptovalute, nel tentativo di contenere i flussi decentralizzati di capitali e mantenere il controllo sistemico sulla propria politica monetaria. Al centro della strategia di Pechino vi è lo sviluppo dello yuan digitale come alternativa controllata e tracciabile alle valute crypto.
Tale strategia riflette un modello di sovranità monetaria centralizzata che mal si concilia con la logica aperta, trasparente e distribuita delle criptovalute pubbliche. In questo quadro, l’antagonismo cinese verso Bitcoin è interpretato da Washington come segnale politico rilevante, a fronte del crescente ruolo delle criptovalute nella cyber-economia, nella finanza decentralizzata e nelle architetture monetarie alternative.
Bitcoin come asset sistemico: finanza, sicurezza, tecnologia
Secondo l’approccio delineato da Vance, Bitcoin non va più considerato un asset speculativo, ma un bene rifugio digitale con valenza strategica:
- Finanziaria, come riserva di valore alternativa all’oro e agli asset statali convenzionali, soprattutto in contesti di inflazione elevata o instabilità geopolitica
- Tecnologica, come componente abilitante di nuove infrastrutture digitali basate su blockchain pubbliche e immutabili
- Geopolitica, come strumento di contrasto alla crescente influenza cinese nei circuiti monetari globali, in particolare nelle economie emergenti.
La presenza di una riserva Bitcoin federale rafforza il messaggio politico-economico degli Stati Uniti, ponendo le basi per una nuova dottrina monetaria decentrata in grado di dialogare con i sistemi digitali globali emergenti.
Verso una cornice normativa federale per il mercato crypto
Il Congresso è impegnato nell’analisi di una legge quadro sui digital asset, con focus su:
- Stablecoin ancorate al dollaro USA, con garanzie bancarie e trasparenza operativa;
- Regole di custodia digitale, con obblighi di capitalizzazione e audit per i custodian;
- Separazione tra servizi finanziari decentralizzati e attività bancarie tradizionali, con protezioni contro il rischio sistemico;
- Tracciabilità e compliance antiriciclaggio (AML/KYC) integrate nella logica DeFi.
La normativa è sostenuta da una forte attività di lobbying del settore crypto: oltre 119 milioni di dollari sono stati investiti in campagne pro-crypto e advocacy legislativa nelle ultime elezioni federali.
Una nuova architettura monetaria globale
L’emergere di Bitcoin come strumento strategico segna l’inizio di un nuovo ordine monetario multipolare, nel quale le monete digitali (statali e non) competono per affidabilità, neutralità e diffusione transnazionale. In tale contesto:
- Gli Stati Uniti puntano su Bitcoin e stablecoin private come strumenti di influenza digitale
- La Cina propone il renminbi digitale, strettamente controllato, come alternativa nei mercati regionali e nei paesi BRICS
- L’Unione Europea si muove verso l’euro digitale, con una visione orientata alla tutela del consumatore e alla stabilità finanziaria.
L’adozione strategica di Bitcoin da parte della Casa Bianca è, quindi, non solo un gesto politico, ma un atto strutturale di posizionamento economico e valoriale in un’era in cui moneta, tecnologia e potere sono sempre più intrecciati.
Con l’ordine esecutivo sulla riserva Bitcoin e il lavoro legislativo in corso, gli Stati Uniti si candidano a diventare il primo attore statale a integrare una criptovaluta pubblica in una logica di politica economica e sicurezza nazionale. La Casa Bianca punta su Bitcoin come nuovo asset strategico dell’era digitale.