Dopo intense trattative tra il governo italiano, la multinazionale turca Beko e le principali sigle sindacali, è stato raggiunto un accordo strategico che consentirà di ridurre sensibilmente il numero di esuberi previsti nello stabilimento italiano della storica azienda di elettrodomestici. L’intesa, siglata dopo oltre 12 ore di negoziati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, segna un punto di svolta nella gestione delle ricadute occupazionali seguite all’acquisizione europea di Whirlpool da parte di Beko.
Taglio degli esuberi dimezzato e uscita volontaria dei lavoratori
Secondo fonti vicine al dossier, come riporta Reuters, l’accordo prevede una riduzione di oltre il 50% del numero inizialmente previsto di licenziamenti. Inoltre, la gestione degli esuberi avverrà tramite uscite volontarie e incentivate, evitando licenziamenti collettivi e conflitti industriali. Un risultato che giunge in un momento delicato per il settore manifatturiero europeo, alle prese con trasformazioni strutturali legate all’automazione e alla sostenibilità.
Beko conferma l’investimento da 300 milioni in Italia
Elemento chiave dell’intesa è la conferma da parte di Beko di un piano di investimenti industriali pari a 300 milioni di euro, una cifra quasi tripla rispetto ai 110 milioni annunciati lo scorso novembre. Il nuovo impegno finanziario – già anticipato a gennaio – punta al rilancio degli impianti italiani attraverso riconversione tecnologica, ottimizzazione della logistica e innovazione di prodotto. L’obiettivo è garantire la competitività a lungo termine della base produttiva italiana nel portafoglio europeo del gruppo turco.
Il ruolo strategico dell’Italia nel piano europeo di Beko
L’accordo si inserisce all’interno di un contesto più ampio: nel 2023 Beko, controllata dal conglomerato Arçelik, ha acquisito la divisione europea di Whirlpool. Con questa operazione, il gruppo ha ereditato asset industriali in difficoltà, ma anche opportunità strategiche. L’Italia, grazie al suo know-how nel settore degli elettrodomestici e alla centralità geografica nel continente, rappresenta un nodo cruciale nella rete produttiva del nuovo colosso euro-asiatico dell’home appliance.
Intesa condivisa dai sindacati: si attende il voto dei lavoratori
Le sigle FIM, FIOM, UILM e UGLM hanno espresso soddisfazione per il compromesso raggiunto, considerandolo un risultato importante sia sul piano occupazionale che industriale. L’accordo preliminare sarà ora sottoposto a referendum tra i lavoratori nei prossimi giorni, con finalizzazione attesa entro il 14 aprile. Se approvato, rappresenterà uno dei casi più rilevanti di reindustrializzazione sostenuta nel panorama europeo post-pandemico.
Modello di concertazione per la competitività sostenibile
Il caso Beko-Italia potrebbe diventare un modello di riferimento per la gestione delle ristrutturazioni industriali complesse in Europa. L’accordo raggiunto equilibra esigenze di sostenibilità economica, tutela dell’occupazione e rilancio della competitività industriale. Un esempio concreto di come la concertazione tra pubblico, privato e rappresentanze sociali possa produrre soluzioni efficaci e strutturali in un mercato in profonda trasformazione.