Banda Larga negli Stati Uniti: il piano da 42 miliardi e i timori di favoritismi a Elon Musk

| 28/03/2025
Banda Larga negli Stati Uniti: il piano da 42 miliardi e i timori di favoritismi a Elon Musk

Arielle Roth, candidata dall’amministrazione Trump a guidare l’ente responsabile del piano banda larga da 42,5 miliardi di dollari, come riporta Reuters, nega favoritismi a Elon Musk. Al centro del dibattito, il ruolo di Starlink e il futuro della connettività nelle aree meno servite degli USA.

Un fondo da 42 miliardi per portare internet ovunque

Negli Stati Uniti è in corso una delle più grandi operazioni infrastrutturali digitali della storia: il programma BEAD (Broadband Equity, Access, and Deployment), varato nel 2021 con una dotazione di 42,5 miliardi di dollari, mira a garantire l’accesso universale alla banda larga nelle aree non servite o poco servite del Paese, entro il 2030.

Il programma è gestito dalla National Telecommunications and Information Administration (NTIA), un’agenzia del Dipartimento del Commercio. Tuttavia, ad oggi, l’implementazione procede lentamente: solo 3 Stati hanno ricevuto l’approvazione finale delle loro proposte, 4 hanno selezionato i fornitori, mentre ben 30 sono ancora in fase di candidatura.

Arielle Roth alla guida del programma: scatta l’allarme dei Democratici

La recente nomina di Arielle Roth alla guida della NTIA da parte dell’amministrazione Trump ha sollevato interrogativi e tensioni politiche. Durante un’audizione al Senato, Roth ha negato qualsiasi intenzione di favorire Elon Musk e la sua azienda Starlink, attiva nella fornitura di internet via satellite.

“Gestirò il programma nell’interesse del popolo americano, non a vantaggio di un singolo individuo o azienda,” ha dichiarato Roth.

Ma la polemica non si è placata. Il senatore Ed Markey (Democratico, Massachusetts) ha lanciato l’allarme: se il programma dovesse abbandonare la sua preferenza per la fibra ottica, Musk potrebbe ottenere fino a 20 miliardi di dollari, favorendo le soluzioni satellitari di Starlink.

Perché la fibra è (ancora) al centro del dibattito

Il BEAD Act è stato concepito con una forte preferenza per la fibra ottica, considerata la tecnologia più affidabile, duratura ed economica nel lungo periodo. I servizi satellitari, come quelli offerti da Starlink, sono ammessi, ma solo nelle aree dove la fibra risulta eccessivamente costosa o tecnicamente non praticabile.

In passato, Roth ha criticato l’approccio eccessivamente “fiber-centric” del programma e ha sostenuto la necessità di una maggiore neutralità tecnologica, per includere soluzioni alternative, come la connettività satellitare o wireless.

Il rallentamento del programma sotto l’amministrazione Trump

Un altro nodo della questione è l’effettiva attuazione del programma. Secondo i Democratici, da gennaio 2025, ovvero da quando l’amministrazione Trump è tornata alla Casa Bianca, nessun programma statale ha fatto progressi.

Il Segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha recentemente annunciato una revisione dell’intero programma BEAD, con l’obiettivo di adottare un approccio tecnologicamente neutrale, ma “rigorosamente guidato dai risultati”, per garantire la massima efficienza economica e il miglior servizio possibile agli americani.

Starlink sotto i riflettori: tra tecnologia innovativa e rischio monopolio

La rete satellitare Starlink, sviluppata da SpaceX, è in rapida espansione. Offre connessioni ad alta velocità in zone rurali e isolate, ed è stata fondamentale in contesti di emergenza e infrastrutture deboli. Tuttavia, l’eventualità che una singola azienda riceva una fetta consistente dei fondi pubblici ha sollevato preoccupazioni bipartisan.

I Repubblicani, al contrario, criticano la lentezza del programma e sostengono che il rallentamento sia dovuto a una discriminazione politica contro Musk, accusato da molti di essere troppo vicino a Trump.

Connettività per tutti: tra strategia, trasparenza e scelte tecnologiche

In sintesi, il programma BEAD rappresenta un investimento storico nella connettività nazionale americana. Ma la sua efficacia dipenderà dalle scelte politiche e tecnologiche prese nei prossimi mesi.

La nomina di Arielle Roth potrebbe segnare una svolta verso la neutralità tecnologica, ma resta da chiarire se questo cambiamento andrà davvero a vantaggio dei cittadini americani o solo di determinati interessi industriali.

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