L’industria automobilistica globale affronta un nuovo shock nelle catene di approvvigionamento: la stretta cinese sulle terre rare riaccende la crisi dei magneti, mentre Europa e Stati Uniti corrono ai ripari tra investimenti, nuove tecnologie e geopolitica industriale.
L’industria automobilistica globale si trova nuovamente sull’orlo del collasso produttivo, minacciata dalla crescente scarsità di magneti permanenti contenenti terre rare, a causa delle recenti restrizioni alle esportazioni imposte dalla Cina. La pressione si concentra su componenti strategici utilizzati in motori, sensori, pompe e sistemi di infotainment. Per i costruttori europei e statunitensi, l’impatto è potenzialmente devastante.
Frank Eckard, CEO dell’azienda tedesca Magnosphere, descrive un clima di emergenza: “L’intero comparto auto è nel panico. I produttori sono disposti a pagare qualsiasi prezzo pur di non fermare le linee produttive”.
Una nuova crisi sistemica: terre rare e vulnerabilità industriale
I magneti a base di terre rare rappresentano un collo di bottiglia critico per veicoli elettrici e ibridi, con un consumo medio di oltre 500 grammi per unità. Ma anche le auto a combustione interna impiegano questi materiali in decine di componenti. La dipendenza dalla Cina, che controlla fino al 90% della produzione globale di magneti, è totale. Secondo l’International Energy Agency, il mercato è altamente asimmetrico, lasciando poco spazio alla diversificazione immediata.
Questa minaccia segue altri due recenti shock: la pandemia del 2020 e la crisi globale dei semiconduttori tra 2021 e 2023. Nonostante ciò, molte aziende sembrano aver trascurato la necessità di scorte o alternative affidabili. “Nessuno ha imparato dal passato”, avverte Eckard.
Dalla geopolitica alla strategia industriale: la risposta occidentale
Il presidente Donald Trump ha annunciato un accordo verbale con Xi Jinping per allentare le restrizioni alle esportazioni verso gli Stati Uniti, con negoziati programmati a Londra. Tuttavia, l’industria automobilistica non può permettersi di attendere.
In Europa, diverse fabbriche di fornitori sono già state costrette a sospendere la produzione, secondo CLEPA, l’associazione dei fornitori automobilistici europei. Mercedes-Benz ha avviato un piano per accumulare riserve strategiche di magneti. Aziende come BMW, GM, ZF e BorgWarner stanno investendo in motori a basso contenuto o privi di terre rare, ma la scalabilità resta lontana.
L’UE ha varato il Critical Raw Materials Act per ridurre la dipendenza, ma l’attuazione pratica è lenta. Intanto, startup come Niron Magnetics (USA) e Warwick Acoustics (UK) stanno sviluppando soluzioni innovative, ma la piena maturazione industriale richiederà anni.
Scenari futuri: rischi sistemici e leverage cinese
L’allarme sulle terre rare si inserisce in una più ampia riflessione sulla sicurezza economica e industriale. Secondo la Commissione Europea, la Cina domina l’approvvigionamento globale di oltre 19 materie prime strategiche, tra cui grafite, manganese e alluminio. Gli analisti avvertono: questa potrebbe essere solo la prima mossa. “È un segnale d’allerta”, afferma Andy Leyland, esperto di supply chain.
Nel breve termine, le case automobilistiche valutano strategie drastiche, come la produzione di veicoli incompleti in attesa dei componenti mancanti, soluzione già vista durante la crisi dei chip. Nel lungo termine, la sfida sarà riconfigurare le catene del valore per ridurre la vulnerabilità a shock esogeni e leverage geopolitico.