Apple ha annunciato una serie di modifiche sostanziali alle politiche del proprio App Store per conformarsi al Digital Markets Act (DMA) dell’Unione Europea.
Questa strategia, secondo fonti vicine al dossier, dovrebbe portare al via libera da parte delle autorità antitrust di Bruxelles, evitando così alla società californiana multe giornaliere fino a 50 milioni di euro.
Le nuove tariffe e regole di accesso
Apple ha introdotto una commissione del 20% per gli acquisti effettuati all’interno dell’App Store, con una riduzione al 13% per le piccole imprese che aderiscono a programmi specifici dell’azienda. Inoltre, agli sviluppatori che reindirizzano gli utenti verso sistemi di pagamento esterni verrà applicata una tariffa variabile tra il 5% e il 15%.
La novità più significativa riguarda la possibilità di utilizzare link esterni illimitati per indirizzare gli utenti verso forme di pagamento alternative, superando così una delle restrizioni più contestate del sistema chiuso dell’App Store.
Il contesto normativo: il Digital Markets Act
Queste modifiche sono una risposta diretta alla multa da 500 milioni di euro inflitta ad Apple ad aprile 2025 dalla Commissione Europea. L’azienda era stata accusata di impedire agli sviluppatori di app di informare gli utenti su opzioni di acquisto più economiche al di fuori dell’ecosistema Apple, violando il DMA, entrato in vigore con l’obiettivo di limitare l’abuso di posizione dominante da parte delle Big Tech e favorire la concorrenza.
Il DMA obbliga i “gatekeeper” digitali, come Apple, a garantire maggiore apertura e interoperabilità nei propri ecosistemi digitali. Apple aveva ricevuto 60 giorni di tempo per adeguarsi, pena l’applicazione di sanzioni giornaliere.
Verso un’approvazione europea, ma con riserva
Secondo fonti anonime vicine alla Commissione, la valutazione preliminare delle modifiche è positiva e l’approvazione formale potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Tuttavia, l’UE mantiene un approccio prudente: «Tutte le opzioni restano sul tavolo. Stiamo ancora valutando le modifiche proposte da Apple», ha dichiarato un portavoce.
Apple, dal canto suo, ha dichiarato di aver implementato le modifiche per evitare sanzioni, pur criticando la Commissione per voler intervenire in modo così diretto nella gestione del proprio store digitale. In assenza di conformità, la società avrebbe potuto essere soggetta a multe fino al 5% del fatturato giornaliero globale, una cifra stimata in circa 50 milioni di euro al giorno.
Implicazioni economiche e strategiche per Apple e il settore
Questa evoluzione normativa rappresenta un passaggio cruciale nel nuovo equilibrio tra innovazione, concorrenza e regolazione dei mercati digitali. Apple, nel tentativo di proteggere il proprio modello di business basato su una piattaforma chiusa e integrata, si trova ora costretta a riconfigurare i propri assetti normativi e commerciali nei mercati regolamentati.
Per gli sviluppatori e per l’intero ecosistema digitale europeo, le nuove condizioni potrebbero favorire una maggiore concorrenza e una distribuzione più equa dei ricavi, con potenziali impatti anche su modelli di monetizzazione, strategie di marketing e customer journey.
Una partita ancora aperta
Resta da vedere come le modifiche saranno implementate nella pratica e quale sarà il livello di controllo che Apple manterrà sugli acquisti effettuati fuori dal proprio sistema. Al tempo stesso, la Commissione Europea dovrà decidere se il compromesso proposto rispecchia pienamente lo spirito del DMA o se saranno necessarie ulteriori misure correttive.
In ogni caso, la vicenda rappresenta un precedente fondamentale per tutti gli altri attori digitali globali e per l’evoluzione delle politiche industriali europee in materia di sovranità digitale, regolazione algoritmica e tutela della concorrenza nel mercato delle piattaforme.