Apple accelera la produzione di iPhone in India mentre Washington alza la pressione sul commercio di petrolio russo

RedazioneRedazione
| 19/08/2025
Apple accelera la produzione di iPhone in India mentre Washington alza la pressione sul commercio di petrolio russo

La mossa del colosso di Cupertino rafforza la strategia di diversificazione produttiva, ma si intreccia con le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti, India e Russia.

Apple e la sfida geopolitica delle catene globali del valore

Apple ha intensificato la produzione di iPhone in India in un momento di forte pressione geopolitica. La Casa Bianca ha infatti accusato Nuova Delhi di “profittare” dal commercio di petrolio russo, acquistato a prezzi scontati e successivamente rivenduto sui mercati internazionali. Le dichiarazioni del Segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, preannunciano l’imposizione di nuovi dazi secondari, destinati a colpire i partner commerciali di Mosca. Questo scenario mette Apple in una posizione complessa: l’azienda rafforza la propria presenza manifatturiera in India, mentre il contesto politico rischia di compromettere parte dei benefici della strategia.

La produzione in India e il lancio dell’iPhone 17

Secondo fonti vicine al dossier, Apple ha aumentato la produzione in cinque stabilimenti indiani, molti dei quali gestiti da Foxconn e Tata Group, in preparazione al lancio della nuova gamma iPhone 17. L’azienda sta anche pianificando la produzione di un modello specifico, l’iPhone 17e, pensato per essere sviluppato direttamente in India nel 2026. La scelta riflette la crescente importanza del subcontinente come hub manifatturiero alternativo alla Cina, in un contesto di tensioni commerciali e politiche tra Washington e Pechino.

Gli Stati Uniti alzano i dazi e aumentano la pressione diplomatica

La decisione di Apple arriva pochi giorni dopo che il Presidente Donald Trump ha innalzato al 50% i dazi sulle importazioni indiane, annunciando possibili tariffe fino al 100% qualora non si raggiunga un accordo di pace in Ucraina entro settembre. Questo approccio, definito da alcuni analisti come una forma di “weaponized tariffs”, ha l’obiettivo di scoraggiare l’India dal mantenere relazioni energetiche privilegiate con la Russia. Tuttavia, misure di questo tipo rischiano di colpire indirettamente anche aziende americane che hanno spostato la produzione in India, tra cui Apple stessa.

La strategia di diversificazione di Apple

Negli ultimi anni, Cupertino ha accelerato il processo di “China+1 strategy”, spostando parte della produzione in India e Vietnam per ridurre la dipendenza dall’ecosistema industriale cinese. Secondo dati Canalys, le spedizioni di iPhone dall’India verso gli Stati Uniti sono cresciute del 76% nel maggio 2025, dimostrando come l’hub indiano stia diventando una parte sempre più cruciale della supply chain globale di Apple. Al tempo stesso, questa diversificazione rappresenta anche un messaggio politico, volto a rafforzare i rapporti con l’India come partner strategico degli Stati Uniti nell’area indo-pacifica.

Investimenti record negli Stati Uniti come bilanciamento politico

Per controbilanciare eventuali critiche a Washington, Apple ha annunciato investimenti per oltre 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni, compreso un pacchetto da 100 miliardi varato nell’agosto 2025. Tra le misure, spicca il finanziamento da 2,5 miliardi di dollari a Corning, storico fornitore del vetro per iPhone. Con questa mossa, Apple cerca di dimostrare che l’espansione internazionale non riduce l’impegno verso la manifattura americana, anzi rafforza la resilienza complessiva della catena del valore.

Implicazioni economiche, legali e geopolitiche

Il caso Apple rappresenta un crocevia in cui convergono commercio globale, tecnologia e politica industriale. Sul piano giuridico, l’imposizione di dazi secondari solleva interrogativi di compatibilità con le regole del WTO, potenzialmente aprendo la strada a dispute commerciali. A livello finanziario, il rafforzamento della produzione in India potrebbe influenzare la competitività dell’iPhone 17, soprattutto se i costi legati ai dazi si riversassero sui margini. Infine, dal punto di vista geopolitico, la vicenda riflette il difficile equilibrio tra l’interesse delle big tech di mantenere supply chain efficienti e la volontà dei governi di esercitare pressione diplomatica attraverso strumenti economici.

Verso un nuovo ordine industriale globale

In prospettiva, la traiettoria di Apple in India non riguarda solo l’azienda di Cupertino, ma più in generale la ridefinizione delle catene di fornitura globali nell’era della competizione geopolitica. L’India, grazie alla sua posizione geografica, alla forza lavoro giovane e agli incentivi governativi, si candida a diventare uno dei poli produttivi più strategici per l’elettronica di consumo. Tuttavia, la dipendenza dal petrolio russo e la crescente assertività commerciale degli Stati Uniti rendono il percorso tutt’altro che lineare. Apple, ancora una volta, si trova al centro di una sfida che unisce innovazione tecnologica, finanza globale e politica internazionale.

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