Meno di cinque anni dopo il debutto, il colosso di Seattle archivia i suoi negozi “checkout-free” in Gran Bretagna. Cinque punti vendita saranno riconvertiti in Whole Foods, mentre la strategia si sposta su e-commerce, consegne rapide e partnership locali.
La promessa era quella di cambiare per sempre il modo di fare la spesa: niente casse, niente code, solo tecnologia invisibile. Ma nel Regno Unito il progetto Amazon Fresh si è infranto contro un mercato iper-competitivo e abitudini di consumo radicate. Ora Amazon chiude i suoi 19 supermercati “walk out”, ammettendo che il futuro del grocery non si gioca più tra gli scaffali, ma nel regno delle consegne ultra-veloci e del digitale integrato.
L’esperimento che non ha convinto
Quando Amazon portò i suoi negozi Fresh a Londra nel 2021, l’idea sembrava rivoluzionaria: una spesa rapida, senza casse, gestita da telecamere e sensori che addebitavano automaticamente i prodotti. Un modello che incarnava l’ossessione dell’azienda per l’efficienza e la promessa di una customer experience “frictionless”.
Eppure, meno di cinque anni dopo, l’esperimento si chiude. Nonostante la curiosità iniziale e l’enorme attenzione mediatica, i negozi non hanno mai superato la fase di nicchia. Il consumatore britannico, abituato a catene radicate e alla competizione feroce su prezzi e promozioni, non ha trovato abbastanza motivi per cambiare abitudini consolidate.
Dal fisico al digitale: la strategia cambia direzione
Amazon ha spiegato che la decisione è stata presa dopo una valutazione approfondita delle “opportunità di crescita sostanziali nell’online”. Ed è proprio qui che il gigante di Seattle intende concentrare i propri sforzi.
La spesa alimentare via Amazon.co.uk e Amazon Fresh online continua a registrare domanda crescente, spinta anche dall’integrazione con Whole Foods Market e dalle partnership con Morrisons, Co-op, Iceland e Gopuff. L’azienda ha compreso che il suo vero vantaggio competitivo non sta nel presidiare fisicamente le strade di Londra, ma nel dominare l’infrastruttura digitale e logistica che porta il supermercato direttamente nelle case.
Whole Foods come presidio premium
Dei 19 negozi Fresh, cinque verranno riconvertiti in Whole Foods Market, la catena premium di alimentari biologici che Amazon ha acquistato nel 2017 per 13,7 miliardi di dollari. È una mossa che cambia il posizionamento: da un modello di spesa di prossimità e quotidiana a un presidio orientato al consumo di fascia alta.
In un mercato britannico dove i discount come Aldi e Lidl continuano a guadagnare terreno e i big player come Tesco e Sainsbury’s mantengono una posizione dominante, puntare sul segmento premium potrebbe rivelarsi una scelta più sostenibile. Non volumi di massa, ma margini più solidi e fedeltà di un pubblico disposto a pagare di più per qualità e identità del brand.
La nuova frontiera: consegne ultra-rapide
Amazon non rinuncia al grocery, ma ne ridefinisce i contorni. L’azienda ha annunciato che dal prossimo anno lancerà su Amazon.co.uk la vendita di prodotti freschi e deperibili, con consegne in giornata. Un passo che rafforza il suo modello logistico, già ottimizzato per consegne lampo di libri, elettronica e abbigliamento.
L’obiettivo è spostare la battaglia dalla corsia del supermercato al carrello digitale: non convincere i clienti a entrare in un negozio senza casse, ma a ordinare con un clic e ricevere tutto in poche ore. In questa visione, il supermercato non è più un luogo fisico, ma un’estensione dell’ecosistema Amazon.
La sfida europea e il nodo culturale
Il fallimento del modello Fresh nel Regno Unito rivela anche un nodo culturale: non sempre ciò che funziona negli Stati Uniti trova terreno fertile in Europa. Nel retail britannico, la combinazione di prezzi aggressivi, forte identità dei brand locali e abitudini consolidate ha reso difficile l’ingresso di un player percepito come “outsider digitale”.
La lezione è chiara: la tecnologia non è sufficiente a scardinare mercati iper-maturi. Non basta eliminare la cassa per conquistare un cliente. Servono strategie di radicamento culturale, adattamento locale e un’offerta che vada oltre la promessa di efficienza.
Una chiusura visionaria e critica
La chiusura dei negozi Amazon Fresh in UK è più di una ritirata: è un segnale di come la rivoluzione retail non sarà decisa dalla tecnologia in sé, ma dalla sua capacità di dialogare con abitudini, culture e sistemi consolidati.
Amazon non esce sconfitto: sposta la battaglia dove è più forte, nell’e-commerce e nella logistica ultra-veloce. Ma resta un interrogativo di fondo: se nemmeno il colosso di Seattle è riuscito a imporre un nuovo modello di supermercato, quale sarà allora il futuro del grocery?
Forse la vera rivoluzione non sarà quella del negozio senza casse, ma quella di un supermercato che non esiste più come spazio fisico. Un grocery che vive solo online, invisibile, integrato con assistenti vocali, algoritmi di raccomandazione e consegne immediate.
La domanda per i consumatori è radicale: siamo pronti a rinunciare al supermercato come luogo sociale, rituale e fisico? O preferiremo difendere quella routine fatta di scaffali, odori e scelte spontanee?
Amazon ha lanciato il guanto di sfida. Non è più tra le corsie, ma nelle nostre case, nei nostri dispositivi e nelle nostre abitudini quotidiane. E la partita, questa volta, riguarda molto più della spesa.