In piena ondata di dazi imposti da Trump, il gigante statunitense accelera sull’offerta low-cost per intercettare i consumatori più colpiti dall’aumento dei prezzi e dalla crisi del potere d’acquisto.
Un nuovo “bazaar” globale per tempi di austerità
In un momento in cui l’economia mondiale oscilla tra inflazione e incertezza commerciale, Amazon rilancia la sfida del low-cost.
Il colosso fondato da Jeff Bezos ha annunciato il lancio di “Amazon Bazaar”, una piattaforma dedicata ai prodotti a basso costo, ora attiva in 14 nuovi mercati, tra cui Hong Kong, Taiwan e Filippine.
Si tratta di un’estensione della sua divisione sperimentale Amazon Haul, che negli ultimi mesi aveva testato modelli di vendita rapida con prodotti sotto i 10 dollari.
La nuova versione amplia la scala e la portata del progetto, posizionandosi esplicitamente come alternativa occidentale ai giganti cinesi Shein e Temu.
Prezzi sotto i 10 dollari: l’arma contro Shein e Temu
La promessa è chiara: prodotti tra 2 e 10 dollari, spedizioni più efficienti e selezioni globali curate direttamente da Amazon.
Un mix tra marketplace tradizionale e logistica ottimizzata, dove la piattaforma diventa vetrina di milioni di articoli, dall’home decor ai gadget tech, fino all’abbigliamento.
“Vogliamo offrire accesso a beni di qualità a prezzi accessibili, senza compromessi sull’affidabilità” ha dichiarato un portavoce Amazon.
Dietro la frase, una strategia ben precisa: riconquistare il segmento dei consumatori low-income, duramente colpiti dai dazi e dal rallentamento economico.
La spinta dei dazi e la crisi del potere d’acquisto
L’annuncio arriva in un contesto politico teso.
Negli Stati Uniti, le nuove tariffe imposte dal presidente Donald Trump su prodotti cinesi e asiatici stanno modificando le abitudini di consumo.
Gli analisti di Morgan Stanley stimano che oltre il 40% dei beni low-cost importati subisca rincari tra il 10 e il 25%.
Per Amazon, questa è una doppia opportunità: da un lato, intercettare i consumatori americani in cerca di alternative più economiche; dall’altro, espandere la propria presenza in mercati asiatici dove il modello “fast e cheap” domina già da anni.
“L’e-commerce low-cost è il nuovo campo di battaglia” afferma un analista di eMarketer. “Amazon sa che Shein e Temu hanno cambiato la percezione del prezzo e ora deve rispondere con le proprie regole”.
Amazon Bazaar: un laboratorio di strategie globali
Amazon Bazaar non è solo un progetto commerciale. È anche un test industriale e logistico.
Secondo fonti interne, la piattaforma utilizza un’architettura di supply chain ibrida, con una combinazione di magazzini regionali e partnership dirette con produttori locali.
Ciò significa minori costi di stoccaggio e tempi di consegna più brevi, soprattutto nei mercati asiatici e del Sud-est Pacifico.
In parallelo, Amazon sta sperimentando modelli di pricing dinamico basati su algoritmi di domanda in tempo reale, un approccio già collaudato da Temu e Shein, ma ora riadattato con infrastrutture logistiche occidentali.
La sfida, tuttavia, non è solo tecnica.
Il brand americano dovrà anche bilanciare il posizionamento premium di Amazon Prime con l’immagine “popolare” di Bazaar.
Una dualità che, se ben gestita, potrebbe diventare un vantaggio competitivo.
Shein, Temu e la guerra del prezzo infinito
Da Pechino a Seattle, la battaglia è ormai dichiarata.
Shein e Temu hanno ridefinito la soglia del prezzo minimo sostenibile, colonizzando il mercato globale con prodotti ultra economici e strategie di marketing aggressivo.
Solo nel 2024, Temu ha superato i 600 milioni di download globali, mentre Shein è diventata la piattaforma di moda più scaricata al mondo.
Il loro vantaggio? Un modello produttivo interamente basato in Cina, con tempi di reazione quasi istantanei tra domanda e offerta.
Amazon, per contrasto, punta su fiducia, logistica e brand reputation: tre leve che, nel lungo periodo, possono pesare più del prezzo.
Ma nel breve, la battaglia sarà tutta sulla percezione del valore.
Un bazaar digitale per un’economia in cerca di equilibrio
Il nome Bazaar non è casuale.
Evoca un’idea di mercato globale, fluido, dove la convenienza incontra la varietà.
È anche un ritorno simbolico alle origini del commercio: spazi affollati, scambi rapidi, prodotti per ogni tasca.
Amazon sembra voler reinterpretare quell’immaginario, ma in chiave algoritmica e logistica.
Un bazaar digitale, ordinato da intelligenze artificiali, che promette accessibilità e fiducia in un’epoca di rincari e frammentazione del consumo.
In un mondo che si polarizza tra lusso e sconto, Amazon sceglie la via intermedia: la democratizzazione algoritmica del commercio.
