La strategia del colosso americano rafforza la posizione della Gran Bretagna come hub europeo per il commercio, l’innovazione e le infrastrutture tecnologiche. Impatti occupazionali, fiscali e geopolitici sotto la lente.
Amazon investirà 40 miliardi di sterline (circa 54 miliardi di dollari) nel Regno Unito nei prossimi tre anni, in quello che rappresenta uno dei piani di espansione più ambiziosi mai annunciati dal gruppo in Europa. Il piano prevede la costruzione di quattro nuovi centri di distribuzione, l’ampliamento della rete logistica esistente, il potenziamento della sede londinese e la riqualificazione dei Bray Film Studios, acquisiti nel 2024.
Secondo il gruppo statunitense, l’investimento permetterà la creazione di almeno 4.000 nuovi posti di lavoro diretti, distribuiti tra i nuovi hub di Hull e Northampton, oltre a migliaia di posizioni indirette lungo la catena del valore logistica e digitale.
Amazon rilancia sull’economia britannica: segnali di fiducia sul medio-lungo termine
In una fase in cui l’economia del Regno Unito ha segnato una contrazione dello 0,3% del PIL mensile ad aprile, l’annuncio di Amazon arriva come un segnale strategico di fiducia, rafforzando la narrativa del governo guidato dal Primo Ministro Keir Starmer, che ha definito il piano “una conferma dell’efficacia della strategia di crescita industriale”.
Il piano industriale di Amazon include:
- Costruzione di nuove strutture logistiche avanzate
- Upgrade tecnologico delle sedi esistenti, con focus su automazione e AI
- Potenziamento della mobilità infrastrutturale interna per ottimizzare i tempi di consegna
- Sviluppo del cluster creativo e audiovisivo attraverso i Bray Film Studios
Un’operazione economica e geopolitica
Amazon, che nel 2024 aveva già annunciato un piano quinquennale da £8 miliardi per data center AI nel Regno Unito, consolida così la propria presenza strategica su tre fronti chiave:
- Supply chain logistica post-Brexit
- Infrastrutture digitali ad alte prestazioni
- Hub creativo per la produzione multimediale europea
Il progetto rafforza, inoltre, la posizione della Gran Bretagna in una fase in cui altre big tech, come TikTok, stanno investendo nel paese: la piattaforma cinese ha annunciato l’apertura di un nuovo headquarter da 135.000 piedi quadrati a Londra, mentre Nvidia ha definito il Regno Unito “un ecosistema di investimento formidabile”.
Tra opportunità fiscali e criticità regolatorie
Non mancano, tuttavia, voci critiche. Alcuni esponenti del settore tech, soprattutto startup e scaleup locali, hanno espresso preoccupazione per le recenti misure fiscali introdotte dal Ministro delle Finanze Rachel Reeves, ritenute penalizzanti per l’ecosistema innovativo britannico.
Il caso Amazon riapre il dibattito sulla concorrenza regolatoria e fiscale tra Stati, e sulla necessità di garantire coerenza tra attrazione di capitali esteri e sostegno all’imprenditoria domestica.
Impatti occupazionali e trasformazione industriale
Oltre ai 4.000 posti annunciati, l’impatto moltiplicatore dell’investimento si estende a settori strategici come:
- Intelligenza artificiale applicata alla logistica
- Ingegneria delle costruzioni industriali
- Produzione audiovisiva e media digitali
- Servizi ICT e sicurezza informatica
Amazon rafforza così il proprio ruolo di attore strutturale nel mercato del lavoro britannico, in un contesto post-pandemico in cui l’automazione e il lavoro ibrido stanno ridisegnando il paradigma occupazionale.
Regno Unito, nodo strategico
Con questo piano da £40 miliardi, Amazon non si limita a espandere la propria capacità operativa, ma riposiziona il Regno Unito come nodo strategico del suo ecosistema europeo in un momento critico per la ridefinizione delle supply chain, della sovranità digitale e della competitività fiscale globale. Resta ora da capire come il governo saprà bilanciare attrazione di capitali esteri e sviluppo endogeno in una logica di lungo periodo.