Secondo ricercatori cinesi, la costellazione Dove di Planet Labs minaccia la sicurezza spaziale con possibili rientri incontrollati e dati orbitali imprecisi.
Un gruppo di scienziati cinesi della Chinese Academy of Sciences ha lanciato un forte monito sull’impatto dei nanosatelliti della costellazione Dove, operata dalla società statunitense Planet Labs. L’accusa, pubblicata su social media cinesi, riguarda il fatto che questi microsatelliti, benché abbiano rivoluzionato l’osservazione terrestre con immagini giornaliere a media risoluzione, si stanno trasformando in potenziali “mine spaziali” nell’orbita terrestre bassa (LEO).
Un modello innovativo ma con costi collaterali
Planet Labs, con sede a San Francisco, ha lanciato centinaia di CubeSat delle dimensioni di una scatola da scarpe sin dal 2013. Questo approccio ha permesso un monitoraggio continuo e a basso costo della superficie terrestre, diventando un riferimento nel mercato commerciale dell’osservazione della Terra. Tuttavia, l’assenza di propulsori e un controllo limitato della traiettoria rendono i satelliti della costellazione vulnerabili a rientri incontrollati, specialmente una volta che esauriscono la loro vita operativa.
Dati preoccupanti sulla gestione e tracciabilità
Secondo l’analisi condotta con una piattaforma di tracciamento sviluppata internamente, oltre l’80% dei 662 satelliti Dove è già deorbitato a luglio 2025. Questo rappresenta un rischio significativo di collisione con altri oggetti spaziali e una minaccia per la sicurezza delle operazioni orbitali. Ancora più allarmante è la scoperta che oltre 100 satelliti presentano codici identificativi errati o inventati, e mancano di dati orbitali verificabili, secondo i database pubblici consultati, tra cui quello della US Space Force.
Implicazioni geopolitiche e di governance spaziale
Il problema sollevato dai ricercatori va oltre l’aspetto tecnico. Il rapido affollamento dell’orbita bassa da parte di operatori privati occidentali pone interrogativi sulla governance dello spazio e sull’efficacia dei sistemi internazionali di tracciamento e catalogazione. La presenza di oggetti non identificati correttamente o non tracciabili rischia di compromettere le operazioni di altre agenzie spaziali, incluse quelle della Cina, dell’Europa e di altri attori emergenti.
Verso una regolamentazione internazionale
La denuncia della Chinese Academy of Sciences si inserisce in un crescente dibattito internazionale sulla necessità di rafforzare i meccanismi normativi per l’utilizzo dell’orbita terrestre. In particolare, si richiede maggiore trasparenza, standard condivisi per il tracciamento e una responsabilità estesa per gli operatori commerciali, che finora hanno goduto di ampi margini di autonomia operativa.
Il caso della costellazione Dove rappresenta un banco di prova cruciale per il futuro della cooperazione internazionale nello spazio. Mentre le tecnologie emergenti democratizzano l’accesso all’orbita, cresce la necessità di una governance multilaterale più solida per garantire la sostenibilità operativa, la sicurezza dei voli spaziali e la tutela dell’integrità dell’ambiente spaziale. La sfida non è solo tecnologica, ma anche giuridica, economica e geopolitica, e coinvolge direttamente le scelte strategiche di governi, aziende e organismi sovranazionali.