Alibaba sfida l’Occidente: il nuovo Qwen3 è dieci volte più potente a un decimo del costo

RedazioneRedazione
| 14/09/2025
Alibaba sfida l’Occidente: il nuovo Qwen3 è dieci volte più potente a un decimo del costo

Con Qwen3-Next-80B-A3B, Alibaba punta a ridefinire l’equilibrio dell’intelligenza artificiale globale. Un modello open source capace di unire efficienza e potenza, con l’obiettivo di erodere la leadership americana e imporre uno standard “made in China”.

L’intelligenza artificiale è ormai il terreno di scontro più strategico della competizione globale. Se gli Stati Uniti hanno finora dominato grazie a colossi come OpenAI e Google, la Cina rilancia con mosse mirate, sempre più aggressive. L’ultima arriva da Alibaba Cloud, che con il lancio del Qwen3-Next-80B-A3B promette prestazioni dieci volte superiori a un decimo dei costi rispetto ai modelli precedenti. Una dichiarazione di forza che va oltre la tecnologia: è un segnale politico ed economico destinato a pesare sugli equilibri futuri dell’AI.

Un salto generazionale per l’ecosistema Qwen

Alibaba Cloud ha reso open source il suo nuovo modello Qwen3-Next-80B-A3B, costruito su un’architettura che rappresenta un’evoluzione radicale rispetto al precedente Qwen3-32B. Con 80 miliardi di parametri, il nuovo modello è stato progettato per garantire un rapporto potenza/costo senza precedenti: dieci volte più veloce in alcuni compiti specifici e dieci volte meno costoso da addestrare.

In un settore in cui la crescita della potenza computazionale è stata spesso sinonimo di investimenti miliardari e consumi energetici elevati, questa svolta rappresenta un cambio di paradigma. Alibaba dimostra che non è solo la grandezza del modello a contare, ma la capacità di ottimizzarne l’efficienza.

Efficienza e scalabilità: un’arma industriale

Secondo i dati diffusi dall’azienda, il Qwen3-Next-80B-A3B riesce a raggiungere prestazioni paragonabili al modello di punta Qwen3-235B-A22B, ma con costi e requisiti energetici drasticamente ridotti. Questa caratteristica rende possibile l’utilizzo di modelli avanzati anche su hardware consumer-grade, una novità destinata a cambiare le regole del gioco.

La possibilità di eseguire algoritmi di nuova generazione senza dover ricorrere a costosi supercomputer o a infrastrutture cloud avanzate democratizza l’accesso all’AI. Per startup, PMI e sviluppatori indipendenti significa avere nelle mani strumenti prima riservati ai giganti tecnologici. Per Alibaba, invece, significa consolidare la propria influenza globale attraverso un ecosistema sempre più ampio e diversificato.

Open source come leva strategica

La scelta di rendere il modello disponibile su piattaforme come GitHub e Hugging Face non è un gesto di pura apertura. L’open source è ormai parte integrante della strategia geopolitica e industriale cinese: abbattere le barriere all’adozione e, allo stesso tempo, costruire una comunità globale di sviluppatori legata a strumenti e standard “made in China”.

Questa filosofia contrasta con quella di player come OpenAI o Anthropic, che hanno optato per modelli chiusi, limitando l’accesso e monetizzando la distribuzione. Alibaba, invece, si propone come hub di innovazione collaborativa, con l’obiettivo di consolidare soft power tecnologico e aumentare l’interdipendenza con il resto del mondo.

Competizione globale: hardware contro software

La guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina si gioca su due fronti distinti. Sul lato dell’hardware, Pechino soffre ancora le restrizioni imposte da Washington sull’export di semiconduttori avanzati, fondamentali per l’addestramento di modelli su larga scala. Ma sul fronte del software, la Cina sta riducendo rapidamente il gap, puntando su modelli più efficienti e meno dipendenti da infrastrutture costose.

Qwen3-Next-80B-A3B è la prova di questa strategia: se non si possono avere i chip più avanzati, si può almeno ottimizzare l’architettura software per sfruttare al massimo le risorse disponibili. Una mossa che riduce la vulnerabilità cinese alle pressioni americane e ridisegna la mappa delle priorità industriali.

Impatti economici e geopolitici

Il nuovo Qwen3 non è soltanto una conquista tecnica. È anche una mossa politica ed economica. Offrire un modello performante, a basso costo e in open source significa ampliare il numero di attori che adottano strumenti cinesi, creando una rete di dipendenze tecnologiche che va oltre i confini nazionali.

Le ricadute industriali sono immediate: settori come finanza, e-commerce, sanità, manifattura avanzata e agricoltura di precisione potranno integrare soluzioni AI con minori barriere d’ingresso. A livello geopolitico, la diffusione del Qwen3 rafforza l’immagine della Cina come potenza tecnologica autonoma, in grado di proporre alternative concrete alla leadership americana.

L’ecosistema Qwen come standard globale

Alibaba non si limita a rilasciare un nuovo modello: sta costruendo attorno alla famiglia Qwen un ecosistema che ambisce a diventare lo standard globale dell’AI open source. Con una community in rapida crescita, partnership industriali e accademiche, Qwen si posiziona già come il più grande ecosistema AI open source al mondo.

Se questa traiettoria dovesse consolidarsi, non si tratterebbe più solo di competere con OpenAI o Google sul piano tecnologico, ma di imporre uno standard cinese per il futuro dell’intelligenza artificiale.

Verso un nuovo equilibrio nell’AI globale

Il lancio del Qwen3-Next-80B-A3B rappresenta molto più di un avanzamento tecnico. È un segnale che la Cina non vuole più limitarsi a rincorrere, ma punta a determinare le regole del gioco.

Potenza ed efficienza a basso costo, apertura al contributo globale e costruzione di un ecosistema vasto: sono questi gli ingredienti con cui Alibaba prova a ridefinire il panorama dell’intelligenza artificiale.

La vera domanda è se l’Occidente sarà pronto a rispondere. Perché se Qwen3 dovesse diventare lo standard di riferimento, il baricentro dell’AI globale rischia di spostarsi da San Francisco a Hangzhou.

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