Alibaba svela i Quark AI Glasses e rilancia la sfida globale dei wearable intelligenti

| 27/11/2025
Alibaba svela i Quark AI Glasses e rilancia la sfida globale dei wearable intelligenti

Alibaba entra con decisione nel mercato dei dispositivi indossabili AI, sfidando Meta, Apple e Samsung con un modello leggero, integrato e pensato per l’uso quotidiano.

I nuovi Quark AI Glasses puntano a ridefinire la competizione tra giganti tecnologici, proponendo un dispositivo che mescola design tradizionale, funzioni di realtà aumentata e un’inedita integrazione con l’ecosistema digitale cinese.

Alibaba cambia passo: l’ingresso nei wearable AI non è un esperimento, ma un manifesto

Il debutto in Cina dei Quark AI Glasses segna per Alibaba molto più del lancio di un nuovo prodotto: è il segnale di una strategia che si ricompone, quasi con un senso di urgenza, dentro un mercato globale che corre a velocità vertiginosa. Molti osservatori avevano previsto che il gruppo cinese avrebbe preferito un approccio prudente, ma le sue ultime mosse raccontano tutt’altro. Il prezzo aggressivo, 1.899 yuan, circa 268 dollari, appare quasi una dichiarazione d’intenti: penetrare rapidamente nel segmento, fidelizzare prima che il mercato venga saturato e, soprattutto, mostrare al mondo che la Cina non è più solo la fabbrica dei device, ma l’incubatrice delle loro nuove forme cognitive.

A colpire, prima di tutto, è la scelta estetica. I Quark non si presentano come l’ennesimo visore futuristico, ma come un paio di occhiali dalla montatura nera, volutamente anonima. Una normalità quasi strategica, che permette all’AI di scivolare nella quotidianità senza quell’aura “cyber” che continua a rendere ingombranti i prodotti di Meta o Apple. È il tentativo di riportare l’innovazione là dove si vive, non dove si dimostra.

Un’AI che non vive da sola: l’ecosistema Alibaba diventa la spina dorsale del dispositivo

Ciò che distingue i Quark dalle altre soluzioni sul mercato non è tanto la presenza dell’intelligenza artificiale, dato ormai scontato, quanto la profondità dell’integrazione con l’ecosistema Alibaba. La piattaforma di AI proprietaria Qwen diventa il motore centrale, ma il dispositivo respira grazie alle connessioni immediate con servizi come Alipay e Taobao, combinazione rara nel mondo occidentale.

Questo incastro tra software, pagamenti digitali, e-commerce e servizi intelligenti crea un ambiente in cui funzioni come traduzioni istantanee, riconoscimento dei prezzi o assistenza contestuale non risultano accessori, ma naturali estensioni del comportamento quotidiano. È un approccio quasi organicistico: gli occhiali non sono un gadget, ma una membrana, una soglia tra il mondo fisico e un ecosistema digitale dove l’utente è già immerso. Una prospettiva che l’industria occidentale fatica ancora a realizzare, imbrigliata com’è nella frammentazione tra app, brand e sistemi operativi.

Il mercato globale dei wearable AI: tra entusiasmi e limiti strutturali

Come sempre, però, i device non vivono nel vuoto. La competizione è feroce e i giganti occidentali giocano con anni di anticipo in termini di marketing, percezione e distribuzione. Meta, con l’80% del mercato VR, continua a influenzare l’agenda tecnologica globale. Apple costruisce desiderio più che prodotti; Samsung, in collaborazione con Google, punta a ridefinire l’extended reality con il Galaxy XR, lanciato appena un mese fa.

In questo ecosistema stratificato, l’ingresso di Alibaba ha il sapore di un “ritorno in scena” dopo stagioni di incertezza strategica. Il gruppo ha storicamente mostrato talento nell’infrastruttura digitale e nel cloud, ma raramente ha brillato nella consumer electronics più identitaria. Eppure, l’industria sta cambiando: la nuova generazione di wearable AI non è un prolungamento esibito dello smartphone, ma un dispositivo che deve essere accettato socialmente. Discreto, integrato, quasi invisibile. Da questo punto di vista, paradossalmente, Alibaba potrebbe persino essere avvantaggiata: meno zavorra narrativa, meno attese rigide; più libertà di esplorare.

La Cina come laboratorio: Xiaomi, Baidu e la corsa a un nuovo modo di indossare l’AI

Il contesto interno, poi, non è meno competitivo. Xiaomi e Baidu hanno già spinto sul fronte degli occhiali intelligenti, trasformando la Cina nel più grande laboratorio vivente dell’AI indossabile. È un mercato dove la sperimentazione è rapida, a volte impietosa, ma capace di generare soluzioni che difficilmente vedono la luce altrove.

In questo ecosistema, Alibaba si inserisce con una certa prudenza pubblica, quella tipica dei colossi diversificati, ma con una determinazione che traspare dai segnali più sottili: aggiornamenti accelerati del modello Qwen, investimenti nel linguaggio naturale, partnership istituzionali nel settore dei pagamenti e un progressivo riposizionamento dei prodotti consumer verso la logica dell’assistenza personalizzata. Il tutto, mentre la user base cinese evolve verso una maturità digitale in cui l’AI non è considerata “novità”, ma infrastruttura.

Verso quale futuro? I Quark AI Glasses come anticipo di una nuova era—o di un inciampo necessario

Il vero interrogativo, ora, è se i Quark AI Glasses possano davvero aprire un nuovo capitolo nel rapporto tra esseri umani e dispositivi intelligenti. Il design leggero, l’integrazione profonda, l’accessibilità economica mostrano un progetto ambizioso, ma il mercato globale non perdona facilmente. Per raggiungere un pubblico internazionale, Alibaba dovrà dimostrare che la sua visione non è solo funzionale, ma culturale: che l’AI indossabile può diventare parte del tessuto sociale senza intimidire, senza isolare, senza trasformare lo sguardo umano in un’interfaccia perpetua.

E tuttavia, se c’è un elemento che questo lancio rivela con chiarezza, è la volontà di segnare un prima e un dopo. Quasi come se Alibaba avesse intuito che la prossima rivoluzione tecnologica non passerà dai pollici sugli schermi, ma dalla capacità dell’AI di abitare i nostri gesti, le nostre micro-decisioni quotidiane. Un ritorno, forse, a una tecnologia che non si impone, ma ci accompagna.

Strumenti che non notiamo piu’

Gli occhiali Quark, nel loro aspetto disarmante, sembrano dirci che il futuro non arriverà in forma di gadget spettacolare, ma attraverso strumenti che non notiamo più fino a quando non smettiamo di usarli. È in questa normalità apparente, quasi fragile, quasi provvisoria, che si gioca la battaglia del prossimo decennio. Alibaba l’ha capito, o almeno ci prova. E nel provarci, apre una porta: non verso un mondo “più tecnologico”, ma verso un mondo in cui la tecnologia cede finalmente il passo all’esperienza umana, e si fa soglia. Una soglia che, una volta attraversata, sarà difficile richiudere.

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