AI, gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti siglano un accordo storico per il più grande campus di intelligenza artificiale fuori dagli USA

| 16/05/2025
AI, gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti siglano un accordo storico per il più grande campus di intelligenza artificiale fuori dagli USA

Con un’intesa strategica da miliardi di dollari, gli Emirati rafforzano la propria posizione globale nell’IA, consolidando i legami con Washington in un momento cruciale per la governance della tecnologia avanzata.

Abu Dhabi e Washington hanno formalizzato un accordo bilaterale senza precedenti per la creazione del più grande campus di intelligenza artificiale al mondo al di fuori degli Stati Uniti, segnando una svolta nelle relazioni tecnologiche e geopolitiche tra i due Paesi.

Il nuovo polo sarà costruito nella capitale emiratina su una superficie di 25,9 chilometri quadrati e alimentato da 5 gigawatt di potenza, sufficiente per supportare fino a 2,5 milioni di chip Nvidia B200, secondo l’analista Lennart Heim della Rand Corporation. La sua gestione operativa sarà affidata a imprese statunitensi, in particolare per quanto riguarda i servizi cloud e la sicurezza dei dati.

Una strategia industriale guidata dalla tecnologia e dalla diplomazia

La firma dell’accordo avviene in un momento strategico, durante la visita ufficiale del presidente Donald Trump ad Abu Dhabi e rappresenta un cambiamento sostanziale nella politica di controllo dell’export di semiconduttori avanzati da parte degli Stati Uniti. La precedente amministrazione Biden aveva infatti limitato l’accesso di paesi terzi — inclusi alleati come gli Emirati — a chip ad alte prestazioni per timore di un potenziale trasferimento tecnologico indiretto alla Cina.

Il nuovo corso politico sottolinea un approccio più flessibile. Secondo David Sacks, consigliere alla Casa Bianca per l’IA, “i controlli all’export non sono mai stati pensati per colpire alleati strategici”, ma per garantire che le tecnologie più sensibili non cadano in mani ostili.

Ribilanciamento tra Cina e Stati Uniti: una nuova neutralità tecnologica?

L’accordo consente agli Emirati l’importazione annuale, a partire dal 2025, di fino a 500.000 chip AI Nvidia, i più avanzati attualmente disponibili sul mercato. Nonostante l’accordo non specifichi modelli esatti o fornitori, fonti interne confermano l’esplicito interesse per le GPU top di gamma prodotte da Nvidia.

Gli Emirati Arabi Uniti, benché da anni protagonisti nel rafforzamento delle relazioni commerciali con la Cina (Huawei e Alibaba Cloud sono già presenti nel Paese), hanno ora accettato impegni formali per rimuovere hardware e investimenti cinesi da alcune infrastrutture strategiche, in linea con le richieste della controparte americana.

Il memorandum d’intesa include anche una clausola di reciprocità: gli Emirati si impegnano a co-investire in data center statunitensi con capacità almeno equivalente a quella del campus di Abu Dhabi. Un segnale forte di bilateralità strategica.

Governance, compliance e standard internazionali: verso una convergenza normativa

L’accordo prevede che gli Emirati si allineino gradualmente al quadro normativo statunitense in materia di sicurezza nazionale e protezione delle tecnologie a uso duale. In particolare, saranno rafforzate le misure per impedire la diversione di chip statunitensi verso mercati soggetti a sanzioni, come confermato dal Dipartimento del Commercio USA.

Parallelamente, il colosso cloud Amazon Web Services collaborerà con partner locali su temi di cybersicurezza e adozione cloud, mentre Qualcomm svilupperà un centro di ingegneria focalizzato su applicazioni IA. La sinergia tra attori pubblici e privati, tecnologici e industriali, è al centro della nuova architettura di cooperazione strategica.

Industria 5.0 e diplomazia tecnologica: la nuova postura degli Emirati

Gli Emirati stanno puntando con decisione a una leadership nell’intelligenza artificiale, facendo leva su fondi sovrani, diplomazia economica e co-investimenti in aziende occidentali. G42 e MGX, due veicoli controllati dallo Stato, hanno già acquisito partecipazioni in realtà come OpenAI e xAI (di Elon Musk), mentre Microsoft ha investito 1,5 miliardi di dollari in G42 nel 2023.

Questo orientamento riflette la visione emiratina di una sovranità tecnologica aperta, non basata sull’autosufficienza, ma sulla cooperazione multilivello e sul rispetto degli standard globali.

L’intesa tra Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti rappresenta un precedente cruciale nella geopolitica dell’intelligenza artificiale. In un contesto globale segnato da rivalità sistemiche tra Stati Uniti e Cina, l’accordo testimonia la possibilità di una “terza via” basata sulla convergenza tra valori condivisi, interessi strategici e capacità industriali.

È un modello ibrido di soft power digitale, dove diplomazia, finanza, tecnologia e sicurezza si fondono per costruire alleanze resilienti in un mondo sempre più frammentato.

L’accordo segna non solo un nuovo capitolo per l’IA nel Golfo, ma anche un banco di prova per il futuro delle relazioni transnazionali nell’era della computazione su larga scala.

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