La mossa del Pentagono accelera la trasformazione digitale militare e rafforza il ruolo dell’AI nelle infrastrutture strategiche USA.
Hewlett Packard Enterprise guiderà la creazione del nuovo cloud unificato del Department of Defense — presto Department of War — consolidando un ecosistema orientato a supercalcolo, AI e comunicazioni operative.
HPE e Washington: un accordo che ridisegna gli equilibri del cloud militare
Il governo statunitense ha scelto Hewlett Packard Enterprise come uno dei pilastri tecnologici del proprio futuro digitale. Un contratto da 931 milioni di dollari, assegnato a un’azienda che negli ultimi anni ha costruito la propria reputazione su infrastrutture ibride e server ottimizzati per l’intelligenza artificiale.
L’annuncio arriva in un momento di ridefinizione istituzionale: il Presidente Donald Trump ha richiesto che il Department of Defense assuma formalmente il nome di Department of War. Una scelta simbolica che, al netto della sua retorica inevitabile, sottolinea una visione più esplicita sul ruolo dell’apparato militare nell’ecosistema geopolitico contemporaneo. La decisione richiederà un passaggio al Congresso, certo, ma ha già iniziato a modellare le narrazioni politiche e operative.
E mentre il lessico cambia, la tecnologia diventa, ancora di più, l’ossatura della sicurezza nazionale.
La guerra dei dati: perché il cloud è diventato un’arma strategica
Il nuovo ambiente cloud che HPE dovrà realizzare non è un semplice aggiornamento infrastrutturale. È la base su cui verranno orchestrate comunicazioni, applicazioni operative e un’architettura dati capace di sostenere una serie di attività sempre più interdipendenti: dalla logistica in tempo reale alle analisi predittive, dalla cybersecurity avanzata ai sistemi di targeting basati su intelligenza artificiale.
E qui emerge il nodo reale: gli Stati Uniti stanno accelerando la militarizzazione dell’AI, non solo sul campo, ma nella gestione delle informazioni, nel supporto decisionale e nella simulazione dei conflitti.
Il messaggio è chiaro: il cloud non è più un servizio. È un’estensione delle capacità militari.
Amazon in corsa: la superpotenza del cloud non resta a guardare
Il contesto competitivo attorno ai contratti governativi si sta facendo più aggressivo. Solo 24 ore prima, Amazon ha annunciato investimenti fino a 50 miliardi di dollari per espandere AI e supercalcolo di AWS dedicati ai clienti federali.
Non è un dettaglio di contorno: la competizione tra AWS, HPE e Microsoft, già protagonista con JEDI e JWCC, è una partita che riguarda il controllo della prossima generazione di infrastrutture strategiche.
E ogni nuovo contratto, ogni partnership federale, diventa una tessera di un mosaico che non riguarda più soltanto il business. Riguarda il potere.
DISA, AI e la nuova dottrina dell’integrazione rapida
La Defense Information Systems Agency (DISA) erediterà da HPE una piattaforma cloud in grado di accelerare la diffusione di applicazioni operative. L’obiettivo è chiaro: ridurre i tempi tra sviluppo, test e deployment in scenari reali.
È una dinamica che ricorda molto l’approccio “move fast” delle big tech, ma applicata alla scala militare.
Una sfumatura che fa riflettere: quando la velocità diventa un vantaggio strategico, il confine tra Silicon Valley e Pentagono diventa sottilissimo.
L’integrazione dell’AI nella catena decisionale promette capacità analitiche mai viste prima, ma apre interrogativi profondi su responsabilità, trasparenza e rischi di dipendenza algoritmica. Domande che, come spesso accade, arrivano prima nei dibattiti accademici che nelle policy operative.
Un futuro già scritto?
L’accordo con HPE, letto nel suo insieme, non è una semplice fornitura. È un tassello di una trasformazione più ampia: la progressiva integrazione dell’AI nei sistemi militari globali.
Le decisioni non saranno più solo il frutto dell’intuizione di esperti o ufficiali. Saranno co-generate da modelli matematici, previsioni probabilistiche, cluster di dati in continua evoluzione. E se questa sinergia promette precisione, riduzione dell’errore, rapidità… lascia anche intravedere un paradigma nuovo, in cui il calcolo automatizzato diventa parte integrante della dottrina militare.
La domanda, quella vera, resta sospesa: la superiorità tecnologica renderà il mondo più sicuro o semplicemente più dipendente da infrastrutture che nessuno può davvero controllare fino in fondo?
HPE ha vinto un contratto. Gli Stati Uniti hanno compiuto un passo avanti. Il futuro, però, rimane un territorio in cui tecnologia, potere e rischio continuano a fondersi.
E spesso, quasi sempre, più velocemente di quanto riusciamo a comprenderlo.
