La Cina miniaturizza l’EUV: come un dispositivo da tavolo può riscrivere la geografia dei chip

RedazioneRedazione
| 22/11/2025
La Cina miniaturizza l’EUV: come un dispositivo da tavolo può riscrivere la geografia dei chip

Una startup di Hefei presenta una sorgente EUV da laboratorio capace di produrre chip a 14 nm: una svolta tecnica che potrebbe cambiare l’equilibrio globale dei semiconduttori.

Mentre il mondo guarda alle tecnologie litografiche più sofisticate, la Cina sperimenta un percorso alternativo: miniaturizzare l’EUV (Extreme Ultraviolet Lithography) e renderlo accessibile a nuovi produttori, ricercatori e settori industriali. Un passo, forse, verso un ecosistema più autonomo e imprevedibile.

La Cina compatta l’EUV: una nuova frontiera nella litografia

Tra i corridoi illuminati dell’UltrafastX, la conferenza che ogni anno raccoglie alcune delle menti più brillanti della fisica ultrarapida, nessuno immaginava che uno dei momenti più sorprendenti sarebbe arrivato da un gruppo relativamente giovane, lontano dai colossi della Silicon Valley o dai tradizionali centri della microelettronica europea. E invece è successo: Hefei Lumiverse Technology ha mostrato una sorgente EUV… grande quanto una workstation.

Un oggetto quasi incongruente, se si pensa a cosa richiede normalmente questa tecnologia: impianti enormi, specchi multilayer, camere a vuoto che sembrano uscire da un laboratorio di fantascienza. Eppure, nascosta in quell’ingombro ridotto, c’era un messaggio chiaro: l’EUV può cambiare scala e con essa può cambiare anche chi controlla la produzione dei chip.

Il nodo dei 14 nanometri: la maturità che diventa potere

A un primo sguardo, qualcuno potrebbe chiedersi: perché tanto rumore per chip “solo” a 14 nanometri?
Nel mondo dei processi da 3 nm, la risposta non è immediata. Ma basta guardare cosa si muove sul mercato: veicoli elettrici, robot industriali, sistemi di automazione, apparecchiature medicali, dispositivi indossabili. Interi settori basano il loro funzionamento su nodi non più “leading edge”, ma estremamente stabili, efficienti e… soprattutto disponibili.

I 14 nm, un tempo frontiera assoluta, sono oggi un equilibrio perfetto tra costi, prestazioni e capacità produttiva. Non stupisce che molte aziende abbiano spostato lì la loro strategia hardware, lasciando ai giganti della fonderia la corsa ai nanometri più spinti.

E qui entra in gioco la piccola macchina di Hefei. Se davvero una sorgente EUV da tavolo può supportare la produzione o l’ispezione avanzata a 14 nm, significa aprire una porta nuova: una porta d’ingresso per player che finora non potevano nemmeno avvicinarsi alla litografia avanzata.

High-Harmonic Generation: la strada laterale che sfida i giganti

Il cuore del sistema si basa sulla generazione di armoniche elevate (HHG), una tecnica che sfrutta impulsi laser estremamente brevi per generare radiazione EUV senza ricorrere alle sorgenti al plasma dei colossi occidentali.

È una via alternativa, non un surrogato: una scelta di fisica e di ingegneria che scardina il monopolio concettuale dell’EUV tradizionale.
E, soprattutto, è una tecnica più… compatta. Meno infrastrutture, meno componenti da mezzo miliardo di euro, meno dipendenza da un ecosistema ristretto e regolato da controlli sulle esportazioni.

Secondo l’azienda, un suo cliente industriale ha già utilizzato il sistema per produrre chip da 14 nm. Non è una conferma di scala, non è un annuncio di dominanza. È però un segnale: il paradigma può cambiare.

Non un’alternativa all’EUV “occidentale”, ma un livello parallelo

La tentazione, a questo punto, è paragonare direttamente il dispositivo di Hefei con le mastodontiche macchine di ASML. Sarebbe un errore.
Le due tecnologie abitano universi diversi:

  • ASML produce litografia EUV per nodi all’avanguardia
  • La Cina introduce una sorgente EUV “agile”, utile a ricerca, prototipazione, ispezione e produzione di lotti specializzati.

Il secondo livello non sostituisce il primo, ma crea una fascia intermedia del mercato, una zona dove i centri di ricerca o i produttori di medio livello possono fare ciò che prima era impensabile. Ed è proprio qui che la geopolitica tende a vibrare, perché ogni nuova fascia di accesso a tecnologie critiche ridisegna i rapporti di forza.

La strategia di Pechino: innovare aggirando gli ostacoli

L’interesse della Cina verso soluzioni alternative all’EUV tradizionale non è un segreto. I controlli alle esportazioni, sempre più severi, hanno trasformato il settore dei semiconduttori in un terreno di competizione strategica.

Così, mentre alcune vie “frontali” restano chiuse, Pechino esplora sentieri laterali:

  • miniaturizzazione
  • architetture alternative
  • tecnologie quantistiche più sperimentali
  • fotonica integrata
  • approcci ibridi tra litografia, stampa laser e patterning multi-step

La sorgente EUV compatta si inserisce perfettamente in questa filosofia: raggiungere obiettivi intermedi, ma cruciali, senza aspettare l’abbattimento delle barriere internazionali.

Il messaggio implicito: il futuro della litografia non è scritto

Osservando la piccola macchina di Hefei, si ha la sensazione che nel mondo dei semiconduttori — un mondo che spesso appare rigido, strutturato, impenetrabile — qualcosa stia cambiando lentamente, quasi sottotraccia.

La miniaturizzazione dell’EUV è più di un esercizio tecnico: è un’idea, quasi una provocazione.
Che cosa succede se la complessità estrema, tipica della litografia moderna, inizia a frantumarsi in moduli più piccoli, sperimentabili, accessibili?
Chi decide, allora, chi può innovare e chi no?

È una domanda che riguarda non soltanto la Cina, ma l’intero sistema tecnologico globale.

Quando l’innovazione torna a essere “artigianale”

Così come il personal computer, negli anni ’70, ha trasformato l’elaborazione dei dati da privilegio istituzionale a strumento quotidiano, una sorgente EUV da tavolo potrebbe lentamente, quasi impercettibilmente, cambiare il modo in cui pensiamo alla produzione dei chip.

Forse non oggi. Forse nemmeno domani. Ma la direzione è lì: verso un’EUV più piccola, più accessibile, più distribuita.

E se il futuro dei semiconduttori dovesse davvero compiere questo passo, non sarà un colosso industriale a guidare la transizione, bensì quelle macchine compatte che, in silenzio, stanno rimettendo in discussione ciò che sembrava immutabile.

Un promemoria, in fondo, che la tecnologia non evolve sempre con apparati titanici: talvolta basta un dispositivo grande quanto una scrivania per spostare l’asse del mondo.

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.