Stablecoin Boom: + 70%, l’esplosione dei pagamenti digitali

RedazioneRedazione
| 26/10/2025
Stablecoin Boom: + 70%, l’esplosione dei pagamenti digitali

Dopo la prima legge federale sulle stablecoin, i pagamenti in dollari digitali crescono del 70%. Il nuovo quadro normativo statunitense accende un effetto domino sull’adozione globale.

Ad agosto oltre 10 miliardi di dollari in transazioni stablecoin, contro i 6 di febbraio e più del doppio rispetto al 2024. La legge americana approvata a luglio 2025 accende la fiducia e trasforma le monete digitali in strumento di pagamento quotidiano.

Il momento in cui l’esperimento diventa infrastruttura

Per anni, le stablecoin sono state una promessa sospesa tra la curiosità dei mercati e la diffidenza delle istituzioni.
Erano usate da trader, sviluppatori e startup fintech, ma mai davvero accettate dal sistema economico tradizionale. Poi, nell’estate 2025, qualcosa è cambiato per sempre.

A luglio, gli Stati Uniti hanno approvato la prima legge federale sulle stablecoin, un provvedimento che ne regola emissione, riserve e trasparenza. Non un semplice aggiornamento normativo, ma un punto di svolta.
Da quel momento, il mercato ha smesso di chiedersi se le stablecoin avrebbero avuto un futuro e ha iniziato a chiedersi quanto in fretta avrebbero ridefinito i pagamenti.

La differenza è sottile, ma decisiva: la regolazione non ha spento l’innovazione, l’ha resa scalabile.

I numeri che spiegano una rivoluzione silenziosa

Secondo un’analisi di Artemis, società di dati blockchain citata da Bloomberg, ad agosto 2025 sono stati movimentati oltre 10 miliardi di dollari in stablecoin per beni, servizi e trasferimenti reali.
A febbraio erano 6 miliard e ad agosto 2024 meno della metà.
Un salto del 70% in sei mesi e una crescita più che doppia su base annua.

Se la traiettoria resterà costante, il volume annualizzato dei pagamenti potrebbe raggiungere i 122 miliardi di dollari, un dato che pone le stablecoin tra i canali di pagamento più dinamici dell’intera economia digitale.

Ma non è solo una questione di quantità.
È la qualità delle transazioni a marcare il cambiamento: non scambi tra exchange o movimenti speculativi, bensì pagamenti reali, stipendi digitali, e-commerce e rimesse internazionali.
La stablecoin è uscita dal mondo cripto per entrare — quasi in punta di piedi — nella vita economica di tutti i giorni.

Regolazione, fiducia e il prezzo dell’incertezza

Prima della legge di luglio, il mondo delle stablecoin viveva in una zona grigia.
Gli emittenti non erano soggetti a regole uniformi; la trasparenza sulle riserve era volontaria e la fiducia oscillava a ogni notizia di mercato.
Ogni volta che un token perdeva temporaneamente la parità col dollaro, l’intero ecosistema tremava.

Con la nuova legge federale — parte del GENIUS Act — gli Stati Uniti hanno stabilito standard chiari: riserve liquide obbligatorie, audit indipendenti, controlli antiriciclaggio e poteri di vigilanza per le autorità.
In pratica, hanno trasformato un settore opaco in una filiera regolata.

La differenza non si misura nei comunicati stampa, ma nei comportamenti: banche, PSP e aziende globali hanno iniziato a integrare i pagamenti in stablecoin nei loro sistemi di incasso e tesoreria.
Quando la legge protegge invece di ostacolare, il capitale — umano e finanziario — si muove.

L’espansione dei pagamenti reali: e-commerce, rimesse e B2B

I primi a muoversi sono stati i merchant online.
Nell’e-commerce internazionale, dove i margini sono sottili e le fee bancarie incidono fino al 3%, le stablecoin offrono settlement immediato e costi minimi.
Molti operatori hanno scoperto che ricevere un pagamento in stablecoin può significare avere cassa liquida in pochi minuti, invece che in giorni.

Anche il mercato delle rimesse si sta ristrutturando.
Per milioni di lavoratori migranti, la possibilità di inviare dollari digitali a costi irrisori rappresenta un cambiamento concreto, non ideologico.
Nei pagamenti B2B, le aziende stanno sperimentando transazioni just-in-time, riducendo il capitale immobilizzato e migliorando la gestione della liquidità.

In tutti questi casi, la stablecoin non è un concetto astratto: è un mezzo di efficienza.
Un pezzo di software che, in pratica, accorcia la distanza tra denaro e valore.

La nuova grammatica del pagamento: fee, tempo e fiducia

La spinta non arriva da un’utopia tecnologica, ma da una logica economica.
Le stablecoin riducono drasticamente le commissioni di transazione (in alcuni casi fino al 90% in meno rispetto ai circuiti tradizionali) e garantiscono una certezza temporale che il sistema bancario, pur efficiente, non può ancora offrire in modo universale.

Il pagamento diventa così un processo prevedibile, trasparente e tracciabile, in tempo reale.
Un vantaggio cruciale per aziende globali che lavorano su margini temporali stretti e operano in più valute.

Tuttavia, con l’efficienza arrivano nuove responsabilità: gestione delle chiavi digitali, sicurezza dei wallet, conformità normativa.
Chi adotta le stablecoin senza aggiornare la propria governance interna rischia di pagare caro un errore di leggerezza.
Il nuovo denaro digitale funziona solo se la cultura aziendale evolve insieme alla tecnologia.

Le banche non arretrano, si trasformano

Molti analisti avevano previsto uno scontro frontale tra stablecoin e banche.
In realtà, sta accadendo l’opposto.
Le istituzioni finanziarie stanno capendo che le stablecoin non sono un nemico, ma un nuovo livello operativo della moneta.

Alcune banche statunitensi stanno testando conti tokenizzati, che permettono di gestire fondi in stablecoin accanto a valute tradizionali.
I grandi circuiti di pagamento stanno sperimentando rail ibridi, dove l’autorizzazione avviene attraverso i canali esistenti, ma il regolamento si chiude in stablecoin.

È una forma di cooperazione silenziosa, ma strategica: l’innovazione non sostituisce il vecchio sistema, lo riscrive dall’interno.

Rischi, governance e concentrazione

Dietro la crescita record restano questioni aperte.
Le stablecoin più grandi — come USDC e USDT — detengono quote dominanti, con miliardi di dollari in riserve.
Una concentrazione simile può diventare un rischio sistemico, specie se la governance non è completamente trasparente.

La vera sfida, oggi, è creare standard globali di audit e trasparenza, assicurando che le riserve siano sempre verificabili, liquide e indipendentemente controllate.
Un settore che vuole diventare infrastruttura non può basarsi solo su fiducia privata: deve costruire fiducia pubblica.

La sostenibilità delle stablecoin, come ogni infrastruttura finanziaria, non si misura nei giorni di euforia, ma nella capacità di resistere alle crisi.

L’effetto geopolitico: un dollaro digitale senza la Fed

Ogni volta che una stablecoin in dollari attraversa un confine, il dollaro stesso si espande.
È un fenomeno che gli economisti chiamano dollarizzazione invisibile: una proiezione di potere monetario che non dipende più solo dalle banche centrali, ma anche dalle piattaforme private che emettono token digitali.

Per Washington, è un vantaggio strategico.
Per l’Europa e l’Asia, una sfida di sovranità.
Più cresce l’uso globale delle stablecoin, più si rafforza l’influenza del dollaro — ma anche la dipendenza da infrastrutture che non rispondono a governi, bensì a società private.

È un equilibrio delicato, dove tecnologia e geopolitica si incontrano in modo sempre meno separato.

Dove guardare adesso

Il prossimo anno sarà decisivo per capire se il boom delle stablecoin è un’onda passeggera o una nuova normalità.
I segnali da monitorare:

  • la quota di pagamenti retail in stablecoin nei principali marketplace globali
  • la rapidità media dei regolamenti internazionali
  • la qualità e frequenza delle attestazioni sulle riserve
  • l’ingresso delle banche nel mercato dei wallet custodial.

Ma l’indicatore più rilevante sarà uno solo: la percezione degli utenti.
Quando la maggior parte delle persone smetterà di chiedersi “è cripto o è denaro?” e comincerà semplicemente a dire “funziona”, sapremo che la trasformazione è compiuta.

La rivoluzione che non fa rumore, ma cambia tutto

Il vero cambiamento non arriva con slogan.
Arriva quando un sistema funziona così bene che smette di sembrare nuovo.
Le stablecoin non promettono di reinventare il denaro: promettono di renderlo finalmente efficiente, globale e trasparente.

In un mondo dove la velocità è capitale, la fiducia è infrastruttura e la trasparenza è valore, il pagamento non è più un gesto tecnico: è una forma di potere.
E come sempre nella storia del denaro, chi impara a usarlo prima, detta le regole del domani.


Nota metodologica sui dati

Le cifre riportate da Artemis, pubblicate da Bloomberg, riguardano i volumi di stablecoin utilizzate per pagamenti reali: ossia transazioni per beni e servizi, trasferimenti B2B e rimesse internazionali.
Non comprendono scambi tra exchange o attività puramente speculative.
Il dato di 10 miliardi di dollari in agosto rappresenta, dunque, un indicatore dell’adozione operativa delle stablecoin nell’economia reale.

Video del Giorno

LIVE – United Nations TV: incontri ed eventi sui grandi temi globali

"Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l'incanto negli occhi, la legga e gliela racconti"

Pablo Neruda

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.