Islanda, la fine di un mito naturale: scoperte per la prima volta zanzare sull’isola del ghiaccio

RedazioneRedazione
| 24/10/2025
Islanda, la fine di un mito naturale: scoperte per la prima volta zanzare sull’isola del ghiaccio

Tre esemplari del genere Culiseta annulata sono stati rinvenuti vicino a Reykjavik, ponendo fine al primato dell’Islanda come uno degli ultimi luoghi del pianeta senza zanzare.

Gli esperti parlano di un segnale del cambiamento climatico e dell’espansione delle specie verso nord. Il riscaldamento globale starebbe ridefinendo perfino i confini biologici dell’Artico.

Il giorno in cui la zanzara arrivò nel paese del ghiaccio

Per anni, l’Islanda è stata raccontata come un paradiso senza zanzare.
Un rifugio naturale dove l’aria era pura, i ghiacciai brillavano sotto il sole estivo e nessun ronzio disturbava il silenzio delle notti polari.
Ma oggi quel mito si incrina: sono stati scoperti i primi tre esemplari di zanzara sul territorio islandese.

A identificarli è stato Matthias Alfredsson, entomologo dell’Istituto di Scienze Naturali d’Islanda, che ha confermato la presenza di due femmine e un maschio di Culiseta annulata, una specie comune in Europa, ma mai segnalata prima sull’isola.

I tre insetti sono stati rinvenuti circa 30 chilometri a nord di Reykjavik, in un’area rurale monitorata per la biodiversità. E la loro scoperta, sebbene circoscritta, ha un valore simbolico enorme: nessun luogo, nemmeno l’Islanda, è ormai immune agli effetti del cambiamento climatico.

Una scoperta casuale che diventa un allarme ecologico

L’episodio è avvenuto quasi per caso.
Il ricercatore islandese aveva collocato all’aperto alcune “wine ropes”, corde imbevute di vino zuccherato e riscaldato utilizzate per attrarre falene. Ma invece dei lepidotteri attesi, nelle trappole si sono impigliate tre zanzare adulte.

“È stato sorprendente” racconta Alfredsson “In Islanda le condizioni ambientali, finora, erano considerate troppo rigide per consentire alle zanzare di sopravvivere o riprodursi”.

La scoperta è stata verificata e catalogata, aprendo un dibattito immediato tra biologi e climatologi.
Le zanzare, infatti, sono indicatori biologici sensibili: la loro presenza o assenza racconta più di molte statistiche sull’evoluzione del clima.

Il segnale del clima che cambia: quando il nord si riscalda

Secondo gli esperti, il ritrovamento delle Culiseta annulata in Islanda è un segnale del progressivo riscaldamento del Nord Atlantico.
Negli ultimi trent’anni, le temperature medie islandesi sono aumentate di circa 1,7 °C, mentre la durata dell’estate si è estesa di quasi un mese rispetto agli anni ’80.

“Le zanzare sono molto più resistenti di quanto si pensi” spiega Sigríður Björnsdóttir, biologa climatica presso l’Università d’Islanda. “Basta un’estate leggermente più lunga o un inverno più mite per consentire loro di completare il ciclo vitale. È il classico esempio di come una variazione minima possa avere effetti ecologici enormi”.

La Culiseta annulata è una specie adattabile, diffusa in gran parte dell’Europa e del Nord America. È capace di resistere al freddo, svernando in ambienti riparati come cantine, serre o stalle riscaldate.
Per gli scienziati, ciò rende plausibile che alcuni esemplari abbiano raggiunto l’isola trasportati accidentalmente da merci o veicoli provenienti dal continente, trovando poi un clima insolitamente favorevole per sopravvivere.

La frontiera biologica che si sposta verso l’Artico

L’Islanda non è un caso isolato.
Negli ultimi anni, le zanzare hanno fatto la loro comparsa in regioni dove erano assenti da millenni, come la Lapponia finlandese, alcune zone della Groenlandia costiera e persino nell’arcipelago delle Svalbard.
Questi spostamenti riflettono una migrazione biologica silenziosa, ma costante, che accompagna il cambiamento climatico e ne rappresenta uno degli effetti più visibili sulla biosfera.

“Non stiamo solo assistendo a un fenomeno curioso” osserva Dr. Henrik Larsen, biologo scandinavo specializzato in ecosistemi artici. “Stiamo documentando la riscrittura delle mappe ecologiche del pianeta. Le specie si muovono verso nord, seguendo le temperature e i nuovi equilibri”.

Tra scienza e percezione: un simbolo culturale che scompare

In Islanda, la notizia è stata accolta con una certa inquietudine.
Per generazioni, l’assenza di zanzare era diventata parte dell’identità nazionale: un vantaggio climatico, quasi un orgoglio naturale.
Molti islandesi si vantavano del fatto che, sebbene le tempeste e i vulcani rendessero la vita difficile, almeno si poteva godere dell’estate senza essere punti da nulla.

“Per noi era quasi un simbolo” racconta Helga Ólafsdóttir, ambientalista e scrittrice. “Sapere che anche qui sono arrivate le zanzare è come scoprire che il ghiaccio eterno non è poi così eterno. È la sensazione che qualcosa stia cambiando per sempre”.

Un piccolo insetto, una grande lezione

La Culiseta annulata non trasmette malattie pericolose come malaria o dengue, ma la sua presenza solleva interrogativi più ampi.
Se una specie così sensibile riesce a stabilirsi in Islanda, cosa impedisce ad altre, più invasive o portatrici di virus, di fare lo stesso in futuro?

Secondo un rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente, l’espansione di insetti tropicali verso nord potrebbe rappresentare, nei prossimi decenni, una delle principali sfide sanitarie e ambientali dell’Europa.
Non è, quindi, solo una curiosità entomologica: è un campanello d’allarme sulle ripercussioni concrete del cambiamento climatico sugli ecosistemi e sulla salute pubblica.

L’Islanda che cambia: dal ghiaccio al ronzio

La comparsa delle prime zanzare in Islanda racconta una storia più grande del Paese stesso.
È la narrazione di un mondo che si riscalda, dove anche gli angoli più remoti diventano terreno fertile per nuove forme di vita.
Il “Paese del ghiaccio e del fuoco” non perde solo un primato naturale, ma guadagna — suo malgrado — il ruolo di barometro del pianeta.

Come scrive un editoriale del Reykjavík Grapevine: “Non è la zanzara in sé che spaventa, ma ciò che rappresenta: la prova che il confine tra il caldo e il freddo, tra il possibile e l’impossibile, si è spostato ancora un po’ più a nord”

Il ronzio del futuro

Tre minuscole zanzare non cambieranno il mondo, ma lo raccontano.
Sono il simbolo di una trasformazione lenta, quasi impercettibile, che si insinua nelle pieghe del clima, negli ecosistemi e nella vita quotidiana.

In Islanda, dove il vento artico ha sempre cancellato ogni traccia di calore, quel ronzio improvviso segna la fine di un’illusione: che esistano ancora luoghi impermeabili al cambiamento.
Oggi anche il gelo ascolta un suono nuovo: il ronzio del pianeta che si risveglia.

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