Il gigante della consulenza tecnologica prepara un maxi-campus in Andhra Pradesh, seguendo le mosse di TCS e Cognizant. Una scelta che riflette la nuova geografia dell’outsourcing e le pressioni geopolitiche sul settore digitale.
L’India non è più soltanto l’“ufficio operativo del mondo”, ma il baricentro della nuova economia digitale. Con il progetto di un campus da 12.000 posti di lavoro a Visakhapatnam, Accenture rafforza la sua scommessa sul subcontinente e ridefinisce la geografia dell’IT globale. Dietro questa scelta ci sono non solo vantaggi economici, ma anche una strategia per fronteggiare costi crescenti, restrizioni sui visti e le nuove tensioni nell’outsourcing internazionale.
Una città portuale al centro della mappa globale
La proposta di Accenture, già all’esame del governo dell’Andhra Pradesh, prevede l’assegnazione di 10 acri di terreno a Visakhapatnam, nell’ambito di una politica statale che concede lotti a canone simbolico di 0,99 rupie per acro alle aziende disposte a generare occupazione su larga scala.
Per la città portuale affacciata sul Golfo del Bengala, storicamente legata a industria navale e attività logistiche, l’arrivo di Accenture significherebbe trasformarsi in un nuovo polo digitale internazionale. Non si tratta solo di un investimento, ma di un salto identitario: da centro regionale a snodo della nuova geografia dell’outsourcing globale.
L’India come colonna vertebrale di Accenture
La scelta è coerente con la traiettoria dell’azienda. L’India rappresenta da anni il cuore operativo di Accenture, con oltre 300.000 dipendenti — quasi la metà della sua forza lavoro globale. Nel subcontinente vengono gestiti progetti per clienti di tutto il mondo, si sviluppano soluzioni innovative e si consolidano competenze su scala industriale.
L’apertura di un nuovo campus non è dunque un episodio isolato, ma la conferma di una strategia di lungo periodo: fare dell’India non un semplice back-office, ma un hub strategico e creativo. In un’epoca in cui la domanda di servizi digitali esplode, l’India diventa non solo il braccio operativo, ma la mente organizzativa di un modello produttivo mondiale.
Il precedente di TCS e Cognizant
Accenture segue le orme di altri giganti del settore. Tata Consultancy Services (TCS) e Cognizant hanno già ottenuto concessioni simili e avviato i lavori per campus a Visakhapatnam, con un potenziale complessivo di circa 20.000 posti di lavoro. Cognizant ha annunciato un investimento da 183 milioni di dollari, mentre TCS ne ha stanziati oltre 154 milioni.
Questi progetti mostrano come il mercato IT stia abbandonando la concentrazione esclusiva nelle grandi metropoli — Bangalore, Hyderabad, Pune — per puntare su città di secondo livello, le cosiddette Tier-2 cities. Il motivo è duplice: da un lato, i costi immobiliari e salariali sono sensibilmente più bassi; dall’altro, cresce la possibilità di attrarre e trattenere talenti che preferiscono non migrare verso megalopoli congestionate.
Una geografia digitale in trasformazione
La pandemia ha accelerato un processo già in corso. Molti professionisti IT hanno scelto di restare nelle città di origine, lavorando in remoto. Le aziende hanno colto l’opportunità, ridisegnando la propria presenza territoriale e avvicinandosi a bacini di forza lavoro prima trascurati.
Per i governi statali come quello dell’Andhra Pradesh, questa è una chance storica: attrarre multinazionali significa non solo occupazione, ma anche reputazione e sviluppo infrastrutturale. Per le imprese, significa ridurre rischi e costi, distribuendo la produzione digitale su più poli. È una regionalizzazione della globalizzazione, un nuovo equilibrio tra scala mondiale e radicamento locale.
Andhra Pradesh tra ambizione e pragmatismo
Per il governo statale, portare a casa un colosso come Accenture sarebbe un colpo strategico. «Non è una richiesta irragionevole e la proposta sarà approvata», ha affermato un funzionario, pur sottolineando che i tempi potrebbero essere lunghi.
Con TCS, Cognizant e ora Accenture, Visakhapatnam puo’ trasformarsi in un laboratorio della nuova economia digitale indiana: un luogo in cui si sperimenta il futuro del lavoro, dell’urbanistica e dello sviluppo regionale. Ma anche un terreno di prova per capire se i benefici dell’industria IT riusciranno a distribuirsi equamente tra le comunità locali, senza alimentare nuove forme di disuguaglianza.
Una nuova fase della globalizzazione digitale
La decisione di Accenture va oltre i numeri di posti di lavoro e investimenti: è il simbolo di una nuova fase della globalizzazione digitale. Le grandi aziende non cercano più solo capitale umano a basso costo, ma ecosistemi in grado di garantire continuità, resilienza e legittimità politica in un contesto mondiale sempre più instabile.
L’India, con le sue politiche aggressive e la sua forza lavoro giovane, si impone come l’asse portante dell’IT globale. Ma il rischio è evidente: che questa centralità si trasformi in una nuova forma di dipendenza strutturale, con intere regioni legate a doppio filo a un’unica industria e vulnerabili alle oscillazioni dei mercati internazionali.
Il futuro non si giocherà soltanto nella capacità di costruire campus o generare occupazione, ma nel saper trasformare questi poli in motori di sviluppo sostenibile, capaci di rafforzare comunità locali senza ripetere gli errori di concentrazione e squilibrio del passato. In altre parole, il vero banco di prova per Accenture — e per l’India — non sarà solo la quantità di posti creati, ma la qualità del futuro che quei posti sapranno generare.