Moflin, il robot-pet di Casio che impara ad amarti: dal Giappone agli USA e UK

RedazioneRedazione
| 23/09/2025
Moflin, il robot-pet di Casio che impara ad amarti: dal Giappone agli USA e UK

La storica azienda giapponese porta in Occidente il suo cucciolo artificiale con intelligenza emotiva, pensato per chi non può avere un animale vero ma cerca compagnia e calore domestico.

Non è un cane e non è un gatto, ma si comporta come se lo fosse. Con il suo corpo morbido, gli occhi neri e lucidi e una capacità sorprendente di adattarsi all’umore del proprietario, Moflin arriva ora negli Stati Uniti e nel Regno Unito dopo il lancio in Giappone. Casio, il marchio che ha fatto scuola con orologi digitali, tastiere e calcolatrici, entra in un territorio nuovo e ambizioso: quello della robotica emotiva, convinta che la prossima sfida tecnologica non sarà solo connessa alla produttività, ma al modo in cui le macchine riusciranno a coltivare legami affettivi autentici.

Un nuovo concetto di compagnia urbana

Moflin nasce come risposta a un bisogno sociale sempre più diffuso: la ricerca di una forma di compagnia sostenibile in contesti urbani dove possedere un animale reale è spesso impossibile. Appartamenti piccoli, regole condominiali stringenti, ritmi lavorativi serrati e allergie contribuiscono a creare una domanda latente di alternative. In questo vuoto si inserisce Casio, proponendo non un surrogato di cane o gatto, ma una creatura nuova, sospesa tra un peluche e un compagno digitale. La sua forza non è l’imitazione, bensì l’invenzione: un essere che non esiste in natura ma che, paradossalmente, mira a suscitare emozioni autentiche.

Intelligenza artificiale con un tocco di calore

La vera rivoluzione non è estetica, ma comportamentale. Moflin utilizza un sistema di apprendimento basato su intelligenza artificiale capace di sviluppare risposte uniche a seconda del modo in cui viene trattato. Se coccolato, il robot assume tratti più docili e affettuosi; se trascurato, diventa più indipendente o persino distante. Col tempo, ogni unità costruisce una relazione personalizzata con il proprio proprietario. È un passaggio cruciale: Casio non promette semplicemente un giocattolo evoluto, ma un compagno digitale che cresce e cambia, unendo la prevedibilità dell’ingegneria alla sorpresa delle relazioni umane.

Dal Giappone all’Occidente: un terreno fertile

Il successo in patria ha spinto Casio a scommettere su mercati culturalmente pronti ad accogliere un prodotto di questo tipo. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, due società che convivono con alti tassi di solitudine urbana e una lunga tradizione di early adopters, il terreno sembra ideale. Qui la robotica affettiva può diventare non solo un fenomeno di nicchia, ma un segmento di consumo stabile, soprattutto nelle aree metropolitane. La scelta di un design volutamente neutro e rassicurante punta inoltre a superare barriere culturali: non un robot invadente, ma un compagno discreto, pensato per integrarsi senza frizioni nelle case occidentali.

Tra scetticismo e dipendenza emotiva

Non mancano, però, le voci critiche. Alcuni osservatori leggono in Moflin e in prodotti simili un pericoloso passo verso la sostituzione delle relazioni reali con versioni algoritmiche. Psicologi e sociologi temono che, soprattutto, in contesti di isolamento, queste tecnologie possano alimentare forme di dipendenza emotiva. Casio replica sottolineando che Moflin non nasce per rimpiazzare un animale vero, bensì per offrire un’alternativa laddove un pet non è possibile. Il dibattito resta aperto: può un legame con un’entità artificiale essere considerato autentico, o è solo un’illusione emotiva alimentata dalla tecnologia?

Casio alla ricerca di una nuova identità

Per l’azienda giapponese, il progetto ha anche una forte valenza strategica. Dopo decenni di successi con dispositivi ormai diventati icone del Novecento, Casio si confronta, oggi, con la necessità di ridefinire la propria identità in un panorama globale dominato da giganti tecnologici e startup aggressive. Con Moflin, l’azienda tenta di spostarsi da un ruolo tradizionale di fornitore di strumenti pratici a quello di creatore di esperienze emotive. È un salto culturale e di mercato che segna un cambio di rotta: dal calcolo alla carezza, dall’orologio al legame affettivo.

Visioni e interrogativi per il futuro

Moflin non è solo un prodotto, ma un simbolo di una trasformazione più ampia: la progressiva fusione tra vita quotidiana e intelligenza artificiale. In un’epoca in cui la tecnologia entra in ogni sfera della nostra esistenza, la domanda cruciale è se siamo pronti ad affidarle anche le nostre emozioni. Casio sembra convinta che il futuro della robotica passerà dalla capacità di generare affetto e fiducia, più che dalla pura efficienza. Ma il rischio è che, nel cercare di colmare la solitudine, finiamo per normalizzare rapporti sempre più mediati da algoritmi.

Una chiusura visionaria

Il destino di Moflin non si giocherà solo sul mercato, ma nel nostro immaginario collettivo. Se verrà percepito come un semplice gadget, la sua parabola sarà breve. Ma se riuscirà davvero a diventare un compagno emotivo, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, in cui le macchine non ci aiuteranno soltanto a lavorare o a comunicare, ma a sentire. La sfida non è più tecnica: è culturale. Ed è forse qui che si giocherà la partita decisiva, tra il fascino di un futuro accogliente e il timore di un presente sempre più artificiale.

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"Si invecchia quando si abbandona la propria vita nelle mani degli altri, quando non si ha più voglia di imparare, quando si crede che ci si innamori solo a vent’anni. Si invecchia quando si è troppo razionali, perché la razionalità chiude le porte della fantasia, taglia le ali e ingabbia i sogni. Si è vecchi quando si perde la voglia di meravigliarsi"

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