Auto elettriche, Enel X Way domina con 32,6% di colonnine

RedazioneRedazione
| 19/09/2025

Enel X Way domina la rete con il 32,6% delle colonnine attive per le auto elettriche. Il mercato italiano resta concentrato nelle mani di pochi operatori che controllano quasi tutta l’infrastruttura. La mobilità sostenibile cresce, ma emergono ancora squilibri territoriali e punti non operativi.

Il panorama della mobilità elettrica italiana fotografa un settore in rapida espansione ma caratterizzato da una forte concentrazione. Al vertice della classifica figura Enel X Way, seguita da Be Charge e A2A, mentre un ristretto gruppo di operatori detiene la quasi totalità dei punti di ricarica. La rete cresce trimestre dopo trimestre, trainata soprattutto dalle colonnine ultraveloci e high-power, capaci di ridurre drasticamente i tempi di rifornimento. Tuttavia, la distribuzione territoriale rimane squilibrata: il Nord conta la maggior parte delle infrastrutture, mentre il Sud e le Isole faticano a tenere il passo.

Mercato colonnine: dieci operatori controllano l’86,7% della rete nazionale

La rete di ricarica per auto elettriche in Italia non è frammentata, ma fortemente concentrata nelle mani di pochi grandi operatori. Al 30 giugno 2025 i punti di ricarica installati risultano 57.915, ma non tutti sono utilizzabili: le colonnine effettivamente attive sono 51.005, mentre 6.910, pari all’11,9%, restano inattive.

All’interno della rete operativa, la concentrazione è evidente: 39.188 colonnine appartengono a cinque soli operatori, che da soli gestiscono il 76,8% della capacità nazionale. Estendendo lo sguardo ai primi dieci player, la quota raggiunge 44.246 punti di ricarica, cioè l’86,7% dell’intero mercato. Al contrario, tutte le altre decine di aziende più piccole devono dividersi appena 6.759 colonnine, confermando il carattere oligopolistico del comparto.

Enel X Way leader con il 32,6% delle colonnine attive in Italia

Al vertice della rete italiana di ricarica si colloca Enel X Way, con 16.630 colonnine attive su 20.405 installate. Questo dato equivale al 32,6% della rete nazionale, cioè quasi una colonnina su tre porta il marchio dell’operatore. Il tasso di attivazione si ferma però all’81,5%, segnalando che una parte rilevante delle infrastrutture non è ancora disponibile.

Questi dati sono stati diffusi da Unrae e derivano dal censimento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che aggiorna con cadenza trimestrale lo stato delle infrastrutture in Italia.

Classifica operatori ricarica auto elettriche: Enel X Way, Be Charge e A2A in testa

La graduatoria degli operatori mette in luce un mercato dove le distanze tra i primi posti sono marcate. Enel X Way è al comando con 16.630 colonnine attive su 20.405 installate, pari al 32,6% della rete, ma con un tasso di attivazione fermo all’81,5%.

Alle sue spalle Be Charge (Plenitude) conta 15.683 punti attivi su 17.131 installati, con una quota di attivazione più alta, al 91,5%. Terza A2A eMobility con 3.133 colonnine operative su 3.465, pari al 90,4% di attivazione.

Seguono Go Electric Stations con 2.178 punti attivi e un tasso dell’85,6%, e Neogy, che con 1.564 colonnine presenta una rete interamente operativa (100%).

Nella parte bassa della top ten si collocano Eviva con 1.110 punti (85,1%), Atlante con 1.088 (96,7%), Acea Energia con 1.027 (74,6%), Duferco con 985 (90,5%) e Free To X con 848 punti e un’attivazione del 100%.

La rete di colonnine per auto elettriche cresce con oltre 57mila installazioni

Il quadro nazionale conferma una crescita regolare delle infrastrutture di ricarica. Al 30 giugno 2025 in Italia risultano installate 57.915 colonnine, con un incremento di 2.842 unità rispetto al trimestre precedente, pari a un +5,16%. Non tutte, però, sono operative: 51.005 risultano attive, mentre 6.910 non sono ancora utilizzabili. Il tasso di attivazione, passato dall’84,8% all’88,1% in tre mesi, indica un miglioramento nella disponibilità effettiva dei punti di ricarica.

Resta però il dubbio per molti automobilisti: affidarsi esclusivamente alla rete pubblica o installare una wallbox privata? Se la rete pubblica cresce, il vantaggio della ricarica domestica rimane evidente per chi cerca certezza e autonomia quotidiana.

Dalle Quick alle High-power, ricariche sempre più veloci per le auto elettriche

Non tutte le colonnine sono uguali: la vera differenza la fa la potenza erogata, che stabilisce in quanto tempo un’auto riesce a completare la ricarica. Le Quick, con potenza compresa tra 7,1 e 22 kW, sono le più diffuse con 22.186 punti, pari al 43,5% del totale, e richiedono alcune ore per un pieno completo, risultando adatte a soste lunghe.

Seguono le Fast, tra 22,1 e 50 kW, con 18.450 colonnine (36,2%), che consentono tempi di ricarica inferiori alle due ore, particolarmente utili in città e lungo le tratte extraurbane. Le Ultra Fast, con potenza tra 50,1 e 150 kW, hanno raggiunto 5.320 punti (10,4%), in crescita del 16,5% nell’ultimo trimestre, garantendo una ricarica in meno di mezz’ora.

Ancora più performanti le High-power, sopra i 150 kW, oggi 1.718 (3,4% del totale, +25%), capaci di fornire centinaia di chilometri di autonomia in pochi minuti.

Boom della ricarica super veloce con le colonnine Ultra Fast e High-power

Il mercato delle colonnine non cresce in modo uniforme, con alcune tipologie che accelerano molto più delle altre. Le Ultra Fast, tra 50,1 e 150 kW, hanno registrato un aumento del 16,5% nel trimestre, arrivando a 5.320 punti.

Ancora più impressionante è il balzo delle High-power, sopra i 150 kW, che con 1.718 installazioni hanno segnato una crescita del 25% in pochi mesi. Le Quick, con potenze tra 7,1 e 22 kW, restano le più numerose con 22.186 punti, in crescita del 12,7%.

Più contenuto, invece, l’incremento delle Fast (22,1–50 kW) e delle Slow (0–7 kW), entrambe aumentate del 3,3%, raggiungendo rispettivamente 18.450 e 3.331 punti.

Una tendenza che evidenzia la priorità del settore: ridurre i tempi di sosta e rendere la ricarica sempre più competitiva con i carburanti tradizionali.

Auto elettriche in Italia: sei colonnine su dieci concentrate al Nord

La distribuzione delle colonnine in Italia è tutt’altro che uniforme e mostra una netta prevalenza del Nord. Su 51.005 punti attivi, il 36,2% si trova nel Nord-Ovest e il 24,5% nel Nord-Est, totalizzando quasi sei colonnine su dieci concentrate tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Il Centro si ferma al 19,1%, il Sud scende al 12,7% e le Isole registrano appena il 7,4%. Per chi deve percorrere lunghe tratte Nord–Sud, la disparità pesa: viaggiare da Milano o Bologna significa avere numerose opzioni di ricarica, mentre spostarsi in Calabria, Puglia o Sicilia può trasformarsi in un percorso a tappe forzate.

Lombardia prima per colonnine attive, Molise e Basilicata restano in coda

Il baricentro della rete di ricarica italiana resta nelle regioni più grandi e industrializzate. La Lombardia è al primo posto con 12.207 colonnine attive, pari a quasi un quarto dell’intero Nord-Ovest.

Seguono il Piemonte con 6.007 punti e il Lazio con 5.737, unica regione del Centro nella top five. Chiudono la classifica delle prime cinque il Veneto con 5.336 e l’Emilia-Romagna con 4.897.

Insieme queste regioni totalizzano 34.184 colonnine, cioè oltre due terzi della rete nazionale. All’estremo opposto il Molise conta appena 246 punti, la Basilicata 347 e l’Umbria 892, mentre la Calabria si ferma anch’essa a 892.

La Valle d’Aosta, pur con soli 657 punti, offre una rete proporzionata alla popolazione e al territorio, dimostrando che anche le regioni più piccole possono garantire una buona capillarità.

L’articolo qui pubblicato rientra in una collaborazione tra IF-Italia nel Futuro e TRUENUMB3RS, che ci consente di attingere alle sue banche dati.
Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.