Dopo Klarna, la corsa all’IPO: chi sarà il prossimo unicorno fintech a conquistare Wall Street?

| 16/09/2025
Dopo Klarna, la corsa all’IPO: chi sarà il prossimo unicorno fintech a conquistare Wall Street?

Il debutto da 17 miliardi di dollari della società svedese ha riaperto la stagione delle grandi quotazioni fintech. Ora i riflettori si spostano su Stripe, Revolut, Monzo, Starling e Payhawk: chi guiderà la nuova ondata di debutti in Borsa?

Il campanello di apertura del New York Stock Exchange ha scandito più di un debutto. Con l’IPO di Klarna, Wall Street ha riaperto le porte ai giganti del fintech, dopo anni di cautela e scetticismo. Il successo – pur con un andamento volatile nei giorni successivi – ha riportato entusiasmo in un settore che, negli anni delle valutazioni stellari e dei round privati, sembrava aver smarrito il legame con i mercati pubblici. Oggi la domanda è inevitabile: chi sarà il prossimo unicorno a trasformare le sue promesse in una sfida reale con gli investitori globali?

Klarna e il ritorno del fintech sul palcoscenico di Wall Street

L’IPO di Klarna, con una valutazione di 17 miliardi di dollari e un’esplosione iniziale del titolo a +30%, ha avuto un valore che va oltre i numeri. È stata letta come un segnale politico e finanziario: i mercati, pur più selettivi, sono di nuovo pronti ad accogliere le grandi storie fintech.

Prima del colosso svedese dei pagamenti, solo pochi nomi – eToro, Circle e Bullish – avevano testato un’accoglienza positiva, ma nessuno con l’impatto di Klarna. L’effetto domino è stato immediato: analisti e investitori hanno iniziato a chiedersi quali aziende seguiranno e in che tempi.

Stripe: il gigante silenzioso

Stripe è da oltre un decennio il grande assente al tavolo delle IPO fintech. Fondata dai fratelli Collison, ha ridefinito l’infrastruttura dei pagamenti online e si è affermata come colonna portante dell’economia digitale globale. Eppure, nonostante una valutazione privata prossima ai 100 miliardi di dollari, l’azienda ha scelto più volte di rinviare lo sbarco in Borsa.

Il motivo è strategico: la volontà di crescere senza la pressione delle trimestrali e delle oscillazioni di mercato. Tuttavia, il contesto sta cambiando. Con l’entusiasmo riacceso dall’IPO di Klarna, Stripe potrebbe vedere nella Borsa non più un rischio, ma un’opportunità per consolidare il suo primato. Se decidesse di muoversi, sarebbe l’IPO fintech più imponente della storia recente.

Revolut: la “super app” che guarda agli Stati Uniti

Revolut è l’altra grande attesa. La fintech londinese è oggi valutata 75 miliardi di dollari, più di alcune banche tradizionali del Regno Unito. Il modello è ambizioso: una “super app” che integra pagamenti, conti correnti, trading, assicurazioni e crypto in un unico ecosistema.

Il CEO Nikolay Storonsky ha già dichiarato che Londra non è la piazza giusta per una quotazione, giudicando Wall Street l’unico approdo razionale. Con l’IPO di Klarna a fare da apripista, il percorso di Revolut verso una quotazione americana appare sempre più definito. L’unico nodo è il tempo: restare privata consente di crescere ancora, ma la pressione degli investitori per monetizzare aumenta.

Monzo: crescita prima della quotazione

Monzo, con una valutazione di 5,9 miliardi di dollari, rappresenta un altro tassello della mappa fintech britannica. La sua forza è nella community: milioni di utenti che hanno reso il brand un vero fenomeno generazionale.

Il CEO TS Anil ha però messo in chiaro le priorità: crescere, raddoppiare clienti e prodotti, consolidare la redditività. L’IPO non è esclusa – anzi, indiscrezioni parlano già del 2026 – ma non è nell’agenda immediata. Londra resta la sede naturale, almeno dal punto di vista identitario. La vera sfida sarà decidere se restare fedele alla City o cedere al richiamo di Wall Street.

Starling Bank: il modello Engine e la sfida globale

Diversa la strategia di Starling Bank. Oltre all’attività bancaria retail, la società ha puntato su Engine, una piattaforma software che consente ad altre aziende di creare banche digitali. È un modello scalabile e orientato all’internazionalizzazione, che potrebbe rendere più appetibile un’IPO negli Stati Uniti.

Il CEO Raman Bhatia ha parlato apertamente di espansione globale e di “bullishness” sull’idea di esportare la tecnologia proprietaria. Starling, valutata 3,4 miliardi di dollari, punta a raddoppiare la sua valutazione nei prossimi round. Una quotazione americana, sostenuta da Engine, potrebbe darle la spinta necessaria per uscire dall’ombra dei rivali britannici.

Payhawk: l’outsider dell’Est Europa

Payhawk, fondata in Bulgaria, è la prova che il fintech non è più un fenomeno solo angloamericano. Con una crescita dei ricavi dell’85% nel 2024 e una valutazione di un miliardo di dollari, la società di spend management è ancora piccola rispetto ai giganti del settore, ma ha una visione chiara.

Il CEO Hristo Borisov vede nell’IPO un traguardo di medio-lungo periodo: cinque anni per portare i ricavi ricorrenti a 400–500 milioni di dollari, soglia minima per attrarre seriamente Wall Street. Payhawk rappresenta l’ondata emergente dell’Europa orientale: dinamica, ambiziosa, pronta a sfidare i colossi con modelli più snelli.

Ripple, N26 e gli altri osservati speciali

Non mancano altri nomi che potrebbero entrare nella partita, ma con traiettorie meno lineari. Ripple, per anni frenata dallo scontro con la SEC, potrebbe rivalutare un’IPO sotto l’amministrazione Trump, più favorevole al crypto-business. La tedesca N26, valutata 9 miliardi di dollari, deve invece affrontare nodi interni di governance e pressioni regolatorie che hanno già costretto il cofondatore Valentin Stalf a lasciare il ruolo di CEO.

Questi casi dimostrano che non basta la valutazione miliardaria: per entrare nei mercati pubblici servono solidità regolatoria, leadership credibile e reputazione.

Un settore al banco di prova

Il ritorno delle IPO fintech non è solo una questione di capitalizzazione. È un test di maturità per un settore che, dopo anni di crescita sfrenata e valutazioni record nei mercati privati, deve ora dimostrare resilienza, governance e redditività.

Klarna ha aperto una porta che sembrava chiusa: ora tocca a Stripe, Revolut, Monzo, Starling e Payhawk decidere se attraversarla. La prossima IPO non sarà solo un evento di mercato, ma un momento di verità: per le fintech è arrivato il tempo di dimostrare di essere non solo storie di crescita, ma imprese capaci di reggere al giudizio – spietato e definitivo – di Wall Street.

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"Non c'è via di fuga, non speranza: tutto tace, tutto è vuoto, tutto minaccia rovina. Ma non si spegneranno i miei occhi nella morte, nè i sensi lasceranno il mio corpo sfinito prima che io, tradita, abbia chiesto vendetta agli dèi"

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