Marte sorprende la scienza: trovato un nucleo solido che non doveva esistere

RedazioneRedazione
| 10/09/2025
Marte sorprende la scienza: trovato un nucleo solido che non doveva esistere

La collaborazione tra Cina e Stati Uniti rivela la presenza di un nucleo interno solido sul pianeta rosso. Una scoperta che sfida decenni di teorie consolidate sull’evoluzione planetaria e che intreccia ricerca scientifica, geopolitica e prospettive industriali nella nuova corsa allo spazio.

Per anni gli scienziati hanno immaginato Marte come un pianeta spento, geologicamente inerte, incapace di sviluppare un nucleo interno solido come quello terrestre. Ora, grazie a una ricerca congiunta tra Cina e Stati Uniti, questa convinzione viene ribaltata: al cuore del pianeta rosso pulsa infatti un nucleo solido di dimensioni paragonabili a quello terrestre, proporzionalmente al suo raggio. È una scoperta che non solo riscrive la storia geologica di Marte, ma apre interrogativi cruciali sulla formazione dei pianeti rocciosi e sulle implicazioni politiche e industriali della nuova esplorazione spaziale.

Una scoperta che cambia i paradigmi scientifici

Pubblicata su Nature, la ricerca si basa sull’analisi dei dati raccolti dal lander InSight della NASA, operativo fino al 2022. L’osservazione delle onde sismiche prodotte dai cosiddetti marsquake ha rivelato un nucleo interno solido di circa 600 chilometri di raggio, pari al 18% del pianeta. Per la comunità scientifica si tratta di un risultato inatteso, che costringe a rivedere i modelli di raffreddamento e cristallizzazione del metallo liquido all’interno dei pianeti. Marte, lungi dall’essere un relitto geologico, si rivela più dinamico e complesso di quanto immaginato.

La sismologia come strumento di esplorazione planetaria

La scoperta è stata possibile grazie alla sismologia, disciplina che già sulla Terra ha permesso di comprendere la struttura interna del pianeta. Applicata su Marte, ha mostrato ancora una volta la sua efficacia. Le onde sismiche, attraversando e riflettendosi attraverso gli strati del pianeta, hanno fornito informazioni preziose sulla composizione del nucleo. Questo dimostra come strumenti relativamente compatti, come i sismometri, possano offrire risultati strategici a costi contenuti, aprendo la strada a nuove missioni scientifiche non solo su Marte ma anche su altri corpi del sistema solare.

Implicazioni geologiche: un pianeta più vivo del previsto

Un nucleo interno solido implica un raffreddamento più rapido di quanto ipotizzato. Ciò potrebbe significare che Marte abbia avuto in passato dinamiche tettoniche più complesse e persino forme embrionali di tettonica a placche, finora considerate un’esclusiva terrestre. Una simile evoluzione avrebbe inciso profondamente sull’atmosfera e sul clima del pianeta, gettando nuova luce sul perché Marte sia diventato un deserto ostile. In prospettiva, questa scoperta potrebbe alimentare nuove ipotesi sull’abitabilità passata del pianeta.

Tre mondi, un tratto comune

Con questa scoperta, Marte si aggiunge alla Terra e alla Luna nel ristretto gruppo di corpi celesti dotati di un nucleo interno solido. È un tratto evolutivo raro: la maggior parte dei pianeti e satelliti non ha avuto un raffreddamento sufficientemente rapido per svilupparlo. Questo elemento comune, inatteso, apre nuove prospettive comparative nella planetologia e solleva domande fondamentali: quali condizioni determinano la formazione di un nucleo solido? E che ruolo gioca questo processo nello sviluppo di campi magnetici e atmosfere protettive?

Cooperazione scientifica in tempi di rivalità

Un altro aspetto significativo della scoperta è la collaborazione tra Cina e Stati Uniti, due potenze impegnate in una competizione serrata anche nello spazio. In un contesto di rivalità geopolitica, il fatto che i ricercatori abbiano lavorato insieme su dati così sensibili dimostra che la scienza può ancora creare spazi di cooperazione globale. Tuttavia, questa collaborazione non è priva di implicazioni politiche: la condivisione di know-how e la gestione dei dati si collocano in un’area grigia in cui ricerca, diplomazia e interessi strategici si intrecciano.

Le ricadute tecnologiche e industriali

Le missioni che hanno portato a questa scoperta non hanno prodotto soltanto risultati scientifici. Hanno anche generato innovazioni tecnologiche con ricadute sulla Terra: sensori più avanzati, sistemi di elaborazione dati e algoritmi predittivi con applicazioni che spaziano dalla prevenzione sismica alla sicurezza energetica. Inoltre, conoscere la struttura interna di Marte è fondamentale per pianificare eventuali insediamenti umani: la stabilità geologica e l’eventuale presenza di un campo magnetico influenzano direttamente le prospettive di colonizzazione e protezione dalle radiazioni.

Un cambio di paradigma nella corsa allo spazio

Il nucleo solido di Marte è un tassello che ridisegna la nostra visione del sistema solare. Non è soltanto un aggiornamento accademico, ma una scoperta che influenza scelte industriali, priorità politiche e strategie spaziali. Il pianeta rosso, già al centro di missioni robotiche e progetti di colonizzazione, si conferma un laboratorio vivente per testare ipotesi scientifiche e ambizioni geopolitiche. In questo senso, il cuore di Marte non è solo una questione geologica: è il simbolo di un futuro in cui scienza, industria e politica saranno sempre più inseparabili.

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