Huawei svela il chip Kirin 9020: il ritorno della Cina nella corsa ai semiconduttori

RedazioneRedazione
| 20/08/2025
Huawei svela il chip Kirin 9020: il ritorno della Cina nella corsa ai semiconduttori

Il nuovo processore sviluppato da HiSilicon e prodotto da SMIC segna un punto di svolta nella sfida tecnologica con gli Stati Uniti, consolidando la resilienza industriale e la strategia di sovranità digitale cinese.

Huawei rompe il silenzio sul suo nuovo processore

Per la prima volta dopo anni di riserbo, Huawei ha deciso di rendere pubblico il nome del proprio processore di ultima generazione, il Kirin 9020, integrato nella nuova gamma di smartphone Pura 80. È un gesto che va oltre la semplice comunicazione di prodotto: rappresenta un’affermazione di forza tecnologica e un ritorno sulla scena globale in un settore strategico dove la società era stata spinta ai margini dalle sanzioni statunitensi.
Negli ultimi cinque anni, la trasparenza sulle componenti hardware di Huawei era stata sostanzialmente azzerata, con informazioni trapelate solo da analisi di terze parti e teardown condotti da centri di ricerca come TechInsights. Con questa mossa, l’azienda manda un messaggio chiaro ai consumatori e ai mercati: Huawei non è più costretta a difendersi, ma è pronta a competere a testa alta con i colossi globali.

Il ruolo di SMIC e la sfida tecnologica ai limiti delle sanzioni

Il Kirin 9020 nasce dalla collaborazione con SMIC (Semiconductor Manufacturing International Corp.), la più grande fonderia cinese, che lo ha prodotto utilizzando un processo a 7 nanometri. Si tratta di una soglia che fino a poco tempo fa sembrava fuori dalla portata dell’industria cinese, considerato che le restrizioni di Washington impediscono a Pechino di acquistare le più avanzate macchine litografiche estreme (EUV) prodotte dall’olandese ASML.
Nonostante questi limiti, SMIC ha dimostrato una notevole capacità di ottimizzazione dei processi produttivi, sfruttando in modo creativo tecniche DUV (deep ultraviolet) e incrementando l’efficienza attraverso design modulare e algoritmi di calcolo avanzati. Questo non significa che la Cina abbia colmato il divario con TSMC o Samsung, ma dimostra una resilienza industriale che pochi osservatori avevano previsto solo due anni fa.

Implicazioni economiche e industriali

Il ritorno del marchio Kirin segna un passaggio cruciale anche dal punto di vista economico. Huawei, esclusa dal mercato statunitense e penalizzata dalla mancanza di chip avanzati, aveva visto la propria quota nel mercato globale degli smartphone precipitare sotto il 5%. Ora, con il Kirin 9020, l’azienda punta a riconquistare il segmento premium, trainando una possibile rinascita del marchio a livello internazionale.
Gli analisti stimano che il mercato domestico cinese, dove Huawei gode di un forte sostegno istituzionale e patriottico, possa consentire all’azienda di raggiungere una quota fino al 20-25% entro il 2026. Questo avrebbe ricadute rilevanti anche per l’intero ecosistema: fornitori locali, sviluppatori di software e startup di semiconduttori potrebbero beneficiare di un nuovo volano di innovazione endogena.

La dimensione geopolitica della “chip war”

La rivelazione del Kirin 9020 va letta in chiave geopolitica come un vero e proprio atto di sfida a Washington. Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno cercato di mantenere un vantaggio strategico vietando alle aziende cinesi l’accesso a semiconduttori di ultima generazione e alle relative tecnologie produttive.
Tuttavia, la capacità di Huawei e SMIC di produrre un chip competitivo dimostra che le sanzioni non hanno raggiunto l’effetto di “blocco tecnologico” che la Casa Bianca auspicava. Al contrario, potrebbero avere spinto Pechino a investire miliardi di dollari in programmi di ricerca e sviluppo e in politiche industriali mirate all’autosufficienza. In questo scenario, il Kirin 9020 non è solo un prodotto commerciale, ma un simbolo di resilienza nazionale.

Innovazione, proprietà intellettuale e diritto dell’innovazione

Il successo di Huawei apre un dibattito complesso sul fronte giuridico. Da un lato, la società rivendica la piena proprietà intellettuale del design del Kirin 9020. Dall’altro, emergono questioni sulla compatibilità con le normative internazionali e sulla possibilità che soluzioni di design “creative” aggirino di fatto i brevetti e le restrizioni commerciali.
Inoltre, la crescente separazione tra ecosistemi tecnologici – quello occidentale da una parte, quello cinese dall’altra – rischia di creare una frattura normativa: standard divergenti, regimi di proprietà intellettuale non armonizzati e mercati sempre più frammentati. Per gli osservatori del diritto dell’innovazione, il caso Huawei rappresenta una cartina di tornasole di come la competizione tecnologica stia ridefinendo anche i confini giuridici globali.

Prospettive future per Huawei e la Cina

Il Kirin 9020 non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Huawei potrebbe usare questa piattaforma per sviluppare architetture ancora più sofisticate, puntando a ridurre il gap con Qualcomm, Apple e MediaTek. Parallelamente, la Cina potrebbe trasformare questo risultato in un strumento di soft power: dimostrare che, nonostante l’isolamento tecnologico, il Paese è in grado di innovare e di proporre soluzioni competitive sul mercato globale.
Sul piano industriale, ciò si traduce in nuove opportunità per le imprese della supply chain nazionale, che potrebbero ricevere maggiori finanziamenti e commesse. Sul piano geopolitico, rafforza la narrativa di Pechino come attore capace di resistere alla pressione occidentale e di proporre un modello alternativo di sviluppo tecnologico.

Video del Giorno

Robot provenienti da 16 Paesi competono ai Giochi Mondiali dei Robot Umanoidi a Pechino

"Il tuo potere ha origine nella mia paura, se io non ho paura, tu perdi il potere"

Lucio Anneo Seneca

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.