Pop Mart e il fenomeno Labubu: boom dei profitti e sfida globale per il soft power cinese

| 19/08/2025
Pop Mart e il fenomeno Labubu: boom dei profitti e sfida globale per il soft power cinese

Dal boom di Labubu ai blind box, Pop Mart ridefinisce il mercato globale dei giocattoli con profitti record, espansione internazionale e un modello che intreccia economia, cultura pop e soft power cinese.

Un semestre da record per Pop Mart

Il 2025 segna un punto di svolta per Pop Mart, il colosso cinese dei giocattoli collezionabili. Nei primi sei mesi dell’anno, l’azienda ha registrato un incremento del 396,5% degli utili netti e un aumento dei ricavi del 204,4%, risultati che hanno superato di gran lunga le aspettative degli analisti. Con un fatturato miliardario e una crescita vertiginosa della domanda internazionale, Pop Mart si posiziona come nuovo leader globale nel settore dei giocattoli, superando storici competitor come Mattel e Sanrio in termini di capitalizzazione di mercato.
Questi numeri sono il riflesso non solo della moda del momento, ma anche di un modello di business che ha saputo unire design artistico, psicologia del consumo e strategie IP innovative.

Labubu, il volto dell’“ugly-cute” economy

La vera star è Labubu, la salamandra dai tratti volutamente sproporzionati che incarna la filosofia “ugly-cute” (brutto-ma-carino), molto amata dai giovani consumatori asiatici e sempre più popolare in Occidente. Labubu è più di un giocattolo: è diventato un simbolo culturale, capace di attrarre fan globali, dalle popstar come Lisa dei Blackpink e Rihanna, fino a sportivi come David Beckham.
Nel primo semestre 2025, la linea “The Monsters”, che include Labubu, ha generato 4,81 miliardi di yuan (circa 670 milioni di dollari), pari al 35% delle vendite totali. Questo dimostra come la gestione degli IP proprietari (Intellectual Property) sia ormai al centro della strategia aziendale: Pop Mart non vende semplicemente pupazzi, ma costruisce universi narrativi.

Blind box e psicologia del consumo

Uno dei segreti del successo di Pop Mart risiede nel modello di vendita dei blind box: confezioni che nascondono il design esatto del pupazzo fino al momento dell’apertura. Questo meccanismo sfrutta la dinamica psicologica della “lotteria controllata”, simile al gaming e al collezionismo, e genera un elevato tasso di acquisti ripetuti.
La formula ha avuto un impatto enorme sulla Generazione Z, che vede nei blind box non solo un prodotto di consumo, ma un’esperienza da condividere sui social, amplificando la viralità del fenomeno. L’acquisto diventa un rito collettivo che mescola sorpresa, appartenenza a una community e possibilità di scambio sul mercato secondario, dove alcuni modelli rari raggiungono quotazioni superiori a centinaia di dollari.

Espansione globale e strategia omnichannel

Pop Mart oggi conta 571 negozi fisici e oltre 2.500 “roboshops” automatizzati in 18 Paesi. La strategia è duplice: da un lato consolidare la presenza in Asia, dall’altro accelerare in Europa e Nord America, mercati dove il potenziale di crescita è enorme.
Nel primo semestre, i ricavi all’estero hanno toccato i 778 milioni di dollari, pari al 40% del totale. In particolare, il mercato nordamericano ha registrato un incremento di oltre 10 volte rispetto al 2024, mentre in Europa il marchio si è rafforzato attraverso partnership retail e pop-up store. La formula “omnicanale” (negozi fisici, distributori automatici e e-commerce) consente al brand di raggiungere segmenti diversi di consumatori, mantenendo alta scalabilità e margini operativi.

Branding culturale e soft power cinese

Pop Mart non è solo un fenomeno commerciale: rappresenta una nuova frontiera del soft power cinese. La sua capacità di penetrare i mercati occidentali con un prodotto culturale di massa segna una svolta rispetto al passato, quando la Cina era percepita più come hub manifatturiero che come creatore di brand globali.
Il CEO Wang Ning ha dichiarato l’ambizione di fare di Pop Mart una sorta di “Disney del XXI secolo”, in grado di esportare immaginario e identità culturale. La scelta di spingere sugli IP e su personaggi originali dimostra una strategia di lungo periodo: trasformare i pupazzi in icone cross-media, con estensioni nel cinema, nella musica e persino nel metaverso.

Rischi, contraffazioni e sfide legali

Il successo, tuttavia, ha portato anche conseguenze indesiderate. Negli ultimi mesi, il mercato è stato invaso da imitazioni illegali come i cosiddetti “Lafufu”, versioni contraffatte di Labubu vendute a prezzi inferiori e spesso non conformi agli standard di sicurezza. Alcuni di questi prodotti sono stati segnalati come potenziali rischi per i bambini, con pericolo di soffocamento.
Le autorità in Cina e negli Stati Uniti hanno già effettuato sequestri, mentre Pop Mart ha avviato azioni legali e campagne di sensibilizzazione per educare i consumatori a riconoscere i prodotti originali. La lotta alla contraffazione non è solo una questione economica: è cruciale per difendere l’integrità del brand e consolidare la reputazione internazionale.

Prospettive future: oltre il giocattolo

Guardando al futuro, Pop Mart intende trasformare i suoi personaggi in piattaforme culturali più ampie. Le strategie includono collaborazioni con musei e case di moda, il lancio di serie animate e il rafforzamento della presenza negli eventi globali di intrattenimento.
Il fenomeno dei blind box si sta così trasformando in un ecosistema articolato, capace di connettere retail, cultura pop e nuove forme di fruizione digitale. In prospettiva, Pop Mart potrebbe diventare un modello di riferimento per altre imprese culturali cinesi intenzionate a sfidare i giganti dell’intrattenimento globale.

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