Il colosso sudcoreano conquista terreno con i foldable e una strategia multi-prezzo, mentre Apple prepara la sua controffensiva con un iPhone più sottile e, dal 2026, il primo modello pieghevole. Una sfida che va oltre la tecnologia e tocca economia, geopolitica e diritto dell’innovazione.
La rivalità Apple-Samsung: una partita che si rinnova
Nel secondo trimestre del 2025, Samsung ha registrato un incremento significativo delle spedizioni negli Stati Uniti, aumentando la propria quota di mercato dal 23% al 31%, secondo i dati di Canalys. Apple, al contrario, ha visto la propria quota scendere dal 56% al 49%. Sebbene resti leader assoluta nel mercato statunitense, questa flessione rappresenta il segnale più chiaro di una turbolenza che Cupertino non affrontava da oltre dieci anni.
La rivalità tra i due colossi non è nuova. Già nel 2014, la battaglia si combatteva sulla dimensione degli schermi, con Samsung in vantaggio sui display più grandi e Apple costretta a rispondere con l’iPhone 6. Oggi, la contesa si sposta su un terreno nuovo: i formati pieghevoli e l’integrazione con l’intelligenza artificiale.
L’arma di Samsung: innovazione tecnologica e strategia multi-prezzo
A luglio, Samsung ha presentato due modelli destinati a ridefinire il settore: Galaxy Z Fold 7, capace di trasformarsi in un tablet, e Galaxy Z Flip, un ritorno modernizzato ai telefoni a conchiglia. Entrambi hanno catalizzato l’attenzione sui social media, con milioni di visualizzazioni di test di resistenza e recensioni virali.
La strategia non si limita alla tecnologia: Samsung offre un portafoglio che copre tutte le fasce di prezzo, dai 650 ai 2.400 dollari, garantendo accessibilità e prestigio. Apple, invece, resta concentrata su quattro modelli che oscillano tra gli 829 e i 1.599 dollari. Questo approccio più “rigido” ha permesso a Samsung di conquistare una parte della clientela che cerca soluzioni premium ma anche alternative più economiche.
Geopolitica e catene di fornitura: il ruolo dei dazi e delle tariffe
Il successo di Samsung non è spiegabile solo con la forza del prodotto. La ristrutturazione delle catene globali del valore, i dazi e le politiche commerciali hanno inciso profondamente sulle strategie dei produttori.
Secondo diversi analisti, parte della crescita di Samsung nel mercato statunitense è stata favorita dalla capacità di adattarsi rapidamente a questi cambiamenti, diversificando produzione e logistica. In un settore caratterizzato da margini ridotti e cicli di innovazione rapidi, la flessibilità geopolitica diventa un vantaggio competitivo tanto quanto la tecnologia.
Apple prepara la controffensiva: un iPhone più sottile e il primo modello pieghevole
Apple non resta a guardare. Nei prossimi mesi lancerà un iPhone ultrasottile (5,5 mm), che entrerà in diretta competizione con il Galaxy Edge. Ma la vera scommessa arriverà nel 2026, con l’atteso debutto del primo iPhone pieghevole, previsto all’interno della linea iPhone 18, con un prezzo stimato intorno ai 1.999 dollari.
Cupertino adotta la stessa filosofia che l’ha sempre caratterizzata: non essere la prima sul mercato, ma arrivare quando la tecnologia è matura, pronta per il grande pubblico e capace di generare margini premium. Una strategia che in passato ha permesso di trasformare innovazioni esistenti in fenomeni globali, dall’iPod all’iPhone stesso.
Dall’esperimento al mainstream: la maturazione dei pieghevoli
Samsung ha lanciato il suo primo smartphone pieghevole nel 2019, ma i problemi di resistenza iniziali ne compromisero il debutto. Oggi, però, il panorama è cambiato. Il Galaxy Z Fold 7 ha registrato il 25% di preordini in più rispetto ai predecessori e vendite superiori del 50%.
Il miglioramento della durabilità, l’integrazione con funzionalità AI e l’ampiezza dei display rendono i pieghevoli non più un gadget sperimentale, ma un prodotto mainstream. Funzionalità come il “circle-to-search” di Google Gemini dimostrano come il form factor pieghevole si presti meglio al multitasking e alla produttività rispetto al tradizionale “candy bar”.
Intelligenza artificiale e il futuro dei dispositivi
La prossima frontiera non è solo hardware. L’integrazione tra AI e dispositivi mobili rappresenta il vero terreno di competizione. Samsung beneficia dell’ecosistema Android e di Google Gemini, già considerato uno dei modelli di intelligenza artificiale più avanzati al mondo. Apple, invece, lavora al rilancio di Siri, atteso nel 2026, ma paga un certo ritardo percepito nel settore AI.
Parallelamente, nuovi attori entrano in scena: OpenAI, che ha acquisito per 6,5 miliardi di dollari la startup fondata dall’ex chief designer Apple Jony Ive, punta a sviluppare hardware innovativo basato sull’AI. Ciò potrebbe ridisegnare gli equilibri di mercato, aprendo la strada a dispositivi indossabili, pendenti o occhiali intelligenti capaci di sostituire lo smartphone tradizionale.
Una sfida che va oltre la tecnologia
La battaglia tra Apple e Samsung non riguarda solo chi venderà più smartphone, ma chi guiderà la prossima fase dell’innovazione tecnologica e industriale. Le implicazioni sono globali: dalla finanza, con l’impatto sui titoli dei giganti tech, alla politica industriale, con le catene di fornitura che diventano terreno di scontro tra USA e Asia.
Il 2026 potrebbe rappresentare un anno spartiacque: con Apple pronta a entrare nel segmento pieghevole, il duopolio che domina il mercato degli smartphone ridefinirà standard tecnologici, modelli di business e, probabilmente, il futuro stesso del mobile.