Interfacce cervello-computer: la Cina accelera sulla neurotecnologia per la supremazia tecnologica globale

RedazioneRedazione
| 08/08/2025
Interfacce cervello-computer: la Cina accelera sulla neurotecnologia per la supremazia tecnologica globale

Pechino vara una strategia nazionale che punta a dominare il settore delle BCI entro il 2030. Neuroscienze e intelligenza artificiale al centro della nuova fase della competizione tecnologica USA-Cina.

Il governo cinese ha ufficialmente lanciato una roadmap multiannuale per l’innovazione tecnologica, che individua le interfacce cervello-computer (Brain-Computer Interfaces, BCI) come una delle aree chiave per assicurare alla Cina un vantaggio strategico nel confronto con gli Stati Uniti.

Il piano è il frutto del coordinamento tra sette ministeri, tra cui quello dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT), e prevede obiettivi concreti da raggiungere entro il 2027: tra questi, lo sviluppo di elettrodi avanzati, microchip dedicati e sistemi BCI integrati in linea con gli standard tecnologici internazionali più avanzati.

Dal laboratorio alla strategia nazionale: le BCI come campo di battaglia tecnologico

Mentre l’attenzione mediatica occidentale si è concentrata su Neuralink, il progetto fondato da Elon Musk, la Cina ha lavorato silenziosamente a un piano statale di rilancio neurotecnologico, consolidando centri di ricerca multidisciplinari e infrastrutture pubbliche per la sperimentazione clinica e ingegneristica.

La strategia delineata da Pechino posiziona le BCI come una tecnologia dual use (civile e militare), cruciale non solo per la salute e il benessere, ma anche per la sicurezza, la difesa e l’intelligenza artificiale aumentata. L’obiettivo è duplice:

  • Diventare una potenza globale entro il 2030 nel campo delle BCI
  • Creare 2-3 aziende leader mondiali capaci di competere con i giganti tecnologici USA

Approccio tecnico e metodologie: non invasivo, semi-invasivo, invasivo

I team cinesi hanno già sviluppato piattaforme differenziate di interfaccia neurale, includendo tre approcci principali:

  • Non invasivo (EEG-based): indossabili con sensori esterni, adatti a contesti consumer e medicali
  • Semi-invasivo: con elettrodi posizionati sottocutanei o intracranici a bassa penetrazione
  • Invasivo: impianti diretti nella corteccia cerebrale, per applicazioni neurologiche avanzate e militari

Le applicazioni spaziano dal trattamento dei disturbi neurodegenerativi all’utilizzo nei sistemi di comando remoto, passando per l’integrazione con sistemi AI embedded, controllo robotico, gaming immersivo e cybersicurezza cognitiva.

Impatti economici e industriali: nascita di una filiera nazionale strategica

Dal punto di vista economico-industriale, la roadmap cinese segna una svolta. Si prevede il consolidamento di un ecosistema verticale che include:

  • Ricerca fondamentale in neuroscienze computazionali
  • Sviluppo di chip bio-compatibili e low-power
  • Ingegneria biomedica, robotica neurale e materiali intelligenti
  • Produzione scalabile di dispositivi e sensori neurali

Con questa strategia, la Cina punta a ridurre la dipendenza tecnologica dall’Occidente e a contendere la leadership globale nella neuroinnovazione a Stati Uniti ed Europa.

Quadro giuridico e regolazione dell’innovazione: nuovi standard in vista

Il documento rilasciato dai ministeri non si limita agli obiettivi scientifici, ma stabilisce le basi per un quadro normativo integrato, che includerà:

  • Regolamenti su privacy neurale e trattamento dei dati cerebrali
  • Norme bioetiche per sperimentazioni cliniche
  • Linee guida per la certificazione dei dispositivi
  • Standard tecnici condivisi per l’interoperabilità

La Cina intende così anticipare la definizione di una governance dell’innovazione neurodigitale, posizionandosi come leader anche nella regolamentazione internazionale del settore.

Una sfida geopolitica in piena escalation tecnologica

Le BCI non sono solo una questione scientifica, ma una leva di potere geopolitico. Nell’ambito della rivalità USA-Cina, l’adozione su larga scala di queste tecnologie può trasformarsi in un vantaggio competitivo sistemico, incidendo su:

  • Capacità di elaborazione strategica assistita
  • Intelligenza artificiale aumentata e adattiva
  • Dominio nella tecnologia cognitiva militare
  • Sorveglianza di nuova generazione e sicurezza nazionale

L’integrazione tra cervello umano e sistemi digitali segna un punto di non ritorno nella nuova corsa alla supremazia tecnologica globale, dove la Cina punta ad assumere un ruolo di pioniere e regolatore.

Neurotecnologie come architrave della prossima rivoluzione industriale

Con la sua roadmap sulle interfacce cervello-computer, la Cina si candida a guidare la nuova frontiera dell’innovazione tecnologica, dove neuroscienze, ingegneria, AI e politiche industriali convergono.

Il piano rappresenta non solo un progetto scientifico, ma una visione politica e strategica: utilizzare le BCI per rafforzare la sovranità digitale, guidare la crescita industriale high-tech e ridefinire gli equilibri globali dell’innovazione.

L’Occidente è ora chiamato a rispondere, non solo in termini di investimenti, ma anche con una strategia coerente, etica e competitiva per affrontare il futuro della tecnologia neurointelligente.

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