Il sismografo di Zhang Heng: la Cina tenta di ricostruire il genio tecnologico perduto dell’antichità

RedazioneRedazione
| 28/07/2025
Il sismografo di Zhang Heng: la Cina tenta di ricostruire il genio tecnologico perduto dell’antichità

Un antico dispositivo Han potrebbe ispirare l’ingegneria sismica del futuro. Tra mito, storia e innovazione, la posta in gioco è anche geopolitica e industriale.

Nel cuore della dinastia Han, circa 2.000 anni fa, Zhang Heng, astronomo, matematico, ingegnere e inventore cinese, avrebbe progettato un dispositivo capace di rilevare terremoti lontani e indicarne la direzione dell’epicentro.

L’enigma di un’invenzione millenaria: tra leggenda e ingegneria avanzata

L’oggetto, noto nei documenti storici come “houfeng didong yi” (strumento per misurare i movimenti della terra e del vento), resta oggi uno dei più misteriosi e affascinanti artefatti della scienza antica.

Eppure, nessun esemplare originale è mai stato ritrovato e non esistono disegni coevi. Ciò ha portato alcuni studiosi moderni a mettere in dubbio la sua reale esistenza o funzionalità. Nel 2017, il dispositivo è stato perfino rimosso dai programmi scolastici in Cina, ritenuto più vicino al mito che alla scienza.

Oggi, un gruppo di scienziati cinesi ha annunciato una nuova iniziativa per ricostruire e validare scientificamente il funzionamento dello strumento di Zhang Heng, fondendo antiche fonti scritte con simulazioni moderne e tecnologie AI. Si tratta di un progetto che non solo interessa la comunità accademica, ma che può ridefinire il posizionamento tecnologico e culturale della Cina su scala globale.

Dalla tradizione all’innovazione: una questione di sovranità tecnologica e culturale

Il recupero dello strumento di Zhang Heng non è soltanto un’operazione archeologica o simbolica. In un contesto globale in cui la sorveglianza sismica è cruciale per la resilienza urbana e per la protezione delle infrastrutture critiche, la Cina ha tutto l’interesse a riaffermare una propria tradizione di innovazione autonoma.

Il progetto rientra in una strategia più ampia di soft power tecnologico, in linea con la politica industriale del “rinascimento scientifico cinese” e con l’obiettivo dichiarato di ridurre la dipendenza da know-how occidentale in settori ad alta intensità di ricerca. In questo senso, lo strumento di Zhang Heng assume valore strategico anche nel discorso geopolitico contemporaneo: rivendicare l’origine cinese di tecnologie predittive potrebbe rafforzare il posizionamento di Pechino nei consessi multilaterali e nei tavoli negoziali sulle tecnologie critiche.

Ricostruzione scientifica: tra modelli 3D, intelligenza artificiale e reverse engineering

I ricercatori coinvolti nel progetto, guidati da istituti cinesi di geofisica e storia della scienza, stanno impiegando modellazione tridimensionale, tomografia, e simulazioni AI per ricostruire il funzionamento meccanico del dispositivo, basandosi su fonti letterarie come i documenti della dinastia Jin.

Il prototipo più accreditato – un vaso in bronzo decorato con otto teste di drago e sfere che cadevano in direzione dell’epicentro – ha già ispirato repliche museali. Tuttavia, il nuovo obiettivo è produrre una versione funzionale e validata sperimentalmente, capace di essere confrontata con i dati di sistemi sismici moderni.

Se riuscito, questo approccio potrebbe aprire nuove vie all’ingegneria sismica passiva, con impatti in ambiti come la sicurezza urbana, la protezione dei beni culturali e le infrastrutture energetiche. E potrebbe, paradossalmente, offrire un’alternativa low-tech alle soluzioni basate su cloud e sensori satellitari, oggi vulnerabili a rischi geopolitici e cyber.

Implicazioni economiche e industriali: brevetti, supply chain e tecnologie resilienti

Il potenziale successo di questa ricostruzione storica potrebbe aprire a sviluppi industriali concreti, dalla produzione di dispositivi sismici ispirati all’antico design fino alla registrazione di nuovi brevetti nel campo della meccanica strutturale.

La Cina, oggi leader mondiale nella produzione di componenti per sensoristica e tecnologie geofisiche, potrebbe rafforzare la propria filiera interna per dispositivi di early warning, con applicazioni civili, militari e assicurative. Inoltre, in un’epoca in cui la resilienza delle infrastrutture critiche è al centro delle strategie di difesa nazionale, sistemi di rilevazione sismica autonomi, affidabili e non dipendenti da reti digitali globali diventano risorse strategiche.

Narrativa storica e diplomazia tecnologica

La riscoperta di Zhang Heng si inserisce anche in una più ampia strategia cinese di rivalutazione del proprio patrimonio scientifico pre-moderno, una forma di diplomazia culturale che punta a ridefinire la storia globale dell’innovazione. Mentre le potenze occidentali si contendono la leadership nell’AI e nella space economy, la Cina rivendica il ruolo di precursore millenario di tecnologie predittive.

A livello multilaterale, ciò potrebbe influenzare anche il dibattito su standard internazionali per la protezione sismica e sulla cooperazione scientifica, dove Pechino è sempre più attiva attraverso la Belt and Road Initiative.

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