Dal 10 ottobre 2025, Meta sospenderà ogni inserzione a carattere politico, elettorale e sociale nei 27 Paesi membri dell’UE. Al centro della decisione, le nuove regole sulla trasparenza pubblicitaria e i rischi di sanzioni fino al 6% del fatturato globale.
Meta Platforms ha annunciato che, a partire dal 10 ottobre 2025, bloccherà completamente le pubblicità politiche, elettorali e legate a tematiche sociali su Facebook e Instagram all’interno dell’Unione Europea. La decisione arriva in risposta all’entrata in vigore del regolamento UE sulla Trasparenza e il Targeting della Pubblicità Politica (TTPA), che impone nuovi obblighi di disclosure per tutte le piattaforme digitali.
Il regolamento, che sarà applicabile da ottobre 2025, è stato approvato con l’obiettivo di contrastare la disinformazione e l’ingerenza straniera nei processi democratici europei, a fronte di un crescente utilizzo manipolativo degli spazi pubblicitari digitali nelle campagne elettorali.
Le nuove regole UE: trasparenza obbligatoria e multe pesanti
Il TTPA richiede che ogni pubblicità politica online sia esplicitamente etichettata, con indicazione del committente, del costo sostenuto e della specifica campagna o elezione cui è collegata. Le piattaforme sono tenute anche a fornire accesso pubblico ai dati relativi alla targettizzazione e all’audience raggiunta.
Il mancato rispetto può comportare sanzioni fino al 6% del fatturato globale annuo, un rischio che Meta ha dichiarato di non poter assumere vista l’“incertezza giuridica e operativa” generata dal nuovo quadro normativo.
Il precedente di Google e il fronte compatto delle Big Tech
Meta non è la prima a reagire in modo drastico alla nuova normativa. Già nel novembre 2024, anche Google (Alphabet) aveva annunciato l’interruzione della pubblicità politica in Europa, motivando la scelta con problematiche di compliance e responsabilità editoriale.
La convergenza delle posizioni dei grandi operatori tech segnala una crescente frizione tra l’autonomia operativa delle piattaforme e il tentativo europeo di imporre standard di accountability e trasparenza.
Impatti sulla libertà di espressione e sull’accesso all’informazione
Meta ha definito la propria scelta “difficile” e ha criticato apertamente il regolamento europeo, sostenendo che questo tipo di norme “limita la capacità di informare gli elettori su temi sociali rilevanti” e penalizza campagne pubbliche legittime – non solo partiti, ma anche ONG, enti di advocacy e istituzioni culturali.
Dal punto di vista della libertà di espressione, la questione solleva un tema delicato: chi decide cosa è politico? E chi può accedere, in modo equo, agli strumenti digitali per partecipare al dibattito pubblico?
TTPA e Digital Services Act a confronto
Il TTPA non è l’unico strumento normativo con cui l’UE intende regolare le piattaforme. Dal 2024, il Digital Services Act (DSA) impone a Meta, TikTok, X e altre piattaforme “Very Large Online Platforms” (VLOPs) obblighi specifici per il contrasto a contenuti illegali e disinformazione.
Facebook e Instagram sono attualmente sotto indagine da parte della Commissione Europea per presunte inadempienze nella gestione della disinformazione elettorale durante le elezioni europee del 2024. Anche TikTok (ByteDance) è sotto osservazione per episodi di interferenza nel voto presidenziale in Romania.
Rischi finanziari e strategia di risk mitigation
Il ritiro dalla pubblicità politica nell’UE rappresenta anche una mossa di mitigazione del rischio regolatorio e reputazionale. Per Meta, il peso economico diretto potrebbe essere contenuto – la pubblicità politica rappresenta solo una porzione marginale del fatturato pubblicitario complessivo –, ma le implicazioni strategiche sono più profonde.
Nel lungo termine, l’assenza di pubblicità politica potrebbe ridurre l’engagement in contesti elettorali e diminuire il valore percepito della piattaforma per stakeholder pubblici e istituzionali. Tuttavia, la possibilità di incorrere in multe miliardarie o in restrizioni operative rappresenta un rischio ancora più elevato.
Una sfida globale alla governance dell’informazione digitale
La decisione di Meta solleva una questione più ampia: quale deve essere il ruolo delle piattaforme private nella mediazione del discorso politico? Il dibattito tra regolazione pubblica e libertà di mercato sta ormai assumendo una dimensione geopolitica.
L’Europa, con il TTPA e il DSA, sta cercando di definire un modello alternativo a quello statunitense (più permissivo) e a quello cinese (più censorio), puntando su trasparenza, tracciabilità e responsabilità.
Verso un nuovo equilibrio tra potere tecnologico e democrazia
Il ritiro di Meta dalla pubblicità politica in Europa è un segnale forte, che mostra quanto sia diventato complesso il rapporto tra democrazia, piattaforme digitali e innovazione normativa.
Il rischio, tuttavia, è che il risultato finale non sia una maggiore trasparenza, ma un vuoto informativo lasciato da soggetti che si chiamano fuori anziché adeguarsi. Per il legislatore europeo, la sfida nei prossimi mesi sarà duplice: far rispettare le regole, senza svuotarle di contenuto.
Per le imprese, invece, il compito sarà quello di conciliare innovazione e compliance, ridefinendo il proprio ruolo nella sfera pubblica.