Telecomunicazioni e concorrenza: l’alleanza degli operatori europei contro la deregolamentazione dell’UE sulle reti fisse

RedazioneRedazione
| 10/07/2025
Telecomunicazioni e concorrenza: l’alleanza degli operatori europei contro la deregolamentazione dell’UE sulle reti fisse

Vodafone, Iliad, 1&1 e altri operatori denunciano il rischio di “ri-monopolizzazione” del mercato a seguito delle nuove proposte della Commissione Europea. La posta in gioco: pluralismo infrastrutturale, concorrenza leale e diffusione della banda ultra-larga in Europa.

Un fronte compatto di operatori europei delle telecomunicazioni ha lanciato un allarme alla Commissione Europea, opponendosi con decisione ai piani di allentamento normativo nel settore delle reti fisse. In una lettera aperta diffusa giovedì, aziende come Vodafone, Iliad e 1&1 denunciano il rischio concreto di una “ri-monopolizzazione” del mercato, mettendo in guardia contro conseguenze strutturali sul futuro della concorrenza e dell’innovazione infrastrutturale in Europa.

La presa di posizione arriva in risposta a una serie di proposte della Commissione Europea, che mirano a semplificare il quadro regolatorio per i principali operatori storici nei rispettivi Paesi. Una mossa che, secondo i firmatari, violerebbe i principi fondanti della concorrenza europea e metterebbe a repentaglio anni di progressi nell’accesso equo alle infrastrutture di rete.

Il cuore del problema: accesso alla rete e ruolo degli ex monopolisti

Il nodo centrale della disputa è la regolamentazione dell’accesso wholesale alle infrastrutture di rete, in particolare quelle a banda larga in fibra ottica. Attualmente, il modello vigente impone agli operatori dominanti — come Deutsche Telekom in Germania — di offrire accesso ai loro asset infrastrutturali agli altri player di mercato a condizioni trasparenti e regolamentate.

Secondo i piccoli e medi operatori, ogni passo indietro rispetto a questo schema rafforzerebbe la posizione dominante degli ex monopolisti nazionali, compromettendo l’equilibrio concorrenziale e rallentando lo sviluppo della rete in fibra — un pilastro della sovranità digitale europea.

Un paradosso normativo in piena transizione digitale

L’iniziativa dell’UE giunge in un momento di forte attenzione alla transizione digitale, alla resilienza infrastrutturale e agli obiettivi dell’Agenda Digitale 2030. Proprio in questa fase, segnano i firmatari della lettera, una deregulation potrebbe favorire economie di scala per pochi attori, a scapito della diversità imprenditoriale, degli investimenti privati diffusi e, in ultima istanza, dei consumatori.

“La proposta della Commissione rappresenta un pericoloso passo indietro rispetto a quanto costruito in termini di concorrenza e pluralismo,” si legge nella missiva. “Chiediamo con forza che venga mantenuto il quadro attuale di obblighi di accesso per evitare una concentrazione strutturale delle infrastrutture.”

Il contesto tedesco e la spinta alla fibra

Non a caso, la lettera arriva poche settimane dopo l’approvazione, da parte del Bundestag tedesco, di una legge che accelera l’espansione delle reti in fibra e delle connessioni mobili. Un intervento nazionale che testimonia il permanere di asimmetrie regolatorie e tensioni tra politica industriale e logiche di mercato.

La Germania, con il suo mercato particolarmente concentrato, è vista come il campo di battaglia principale per il futuro delle telecomunicazioni europee. L’eventuale indebolimento del modello regolato di accesso alla rete potrebbe tradursi in un precedente normativo destinato a diffondersi in tutto il continente.

Una questione europea di sistema

La posta in gioco, secondo gli analisti, va ben oltre il singolo settore: si tratta di decidere se l’autonomia strategica europea in ambito digitale passerà da modelli aperti e competitivi o da strutture oligopolistiche rafforzate dal sostegno normativo.

Le prossime settimane saranno decisive. La Commissione dovrà rispondere alle critiche e chiarire se intende proseguire con l’allentamento delle tutele concorrenziali o rivedere il proprio approccio in nome della pluralità e dell’equità d’accesso.

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