Regno Unito ed Eutelsat: un nuovo asse strategico nello spazio europeo per competere con Starlink

RedazioneRedazione
| 10/07/2025
Regno Unito ed Eutelsat: un nuovo asse strategico nello spazio europeo per competere con Starlink

Con un investimento da 163 milioni di euro, Londra consolida la propria partecipazione nel gruppo Eutelsat, sostenendo la capitalizzazione guidata dalla Francia. Una mossa che rafforza la cooperazione anglo-francese nel settore spaziale e riapre il dialogo con Bruxelles sul programma satellitare IRIS².

Nel quadro di una crescente competizione globale per il controllo delle infrastrutture spaziali, il Regno Unito ha annunciato un investimento da 163 milioni di euro nella società franco-europea Eutelsat, come riportato da Les Echos e confermato da fonti dell’Eliseo. L’operazione, parte di una ricapitalizzazione complessiva da 1,5 miliardi di euro, rappresenta non solo una manovra finanziaria, ma anche un atto di indirizzo strategico e geopolitico.

L’intervento di Londra consente al governo britannico di mantenere inalterata la propria quota del 10,9% all’interno di Eutelsat, evitando la diluizione che sarebbe derivata dalla massiccia iniezione di capitale promossa dallo Stato francese, destinato a diventare il primo azionista del gruppo entro la fine dell’anno.

Obiettivo: sfidare la supremazia di Starlink e rilanciare l’autonomia spaziale europea

L’operazione si colloca in un contesto di forte espansione del mercato delle costellazioni satellitari a bassa orbita (LEO), dominato oggi da SpaceX con Starlink, che ha consolidato la sua posizione attraverso una rete capillare di oltre 6.000 satelliti attivi. L’Europa, per ridurre la dipendenza da attori extra-continentali e rafforzare la propria sovranità tecnologica e infrastrutturale, ha identificato Eutelsat come uno dei pilastri strategici per la costruzione di un’alternativa continentale.

Il progetto IRIS² (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), promosso dall’Unione Europea e previsto per il 2027, è uno degli strumenti principali in questa strategia. L’investimento britannico in Eutelsat potrebbe riaprire la porta alla partecipazione del Regno Unito a questo programma, dal quale era rimasto escluso a seguito della Brexit.

Diritto dell’innovazione e governance dello spazio: i nodi giuridici ed economici

L’accordo tra Francia e Regno Unito su Eutelsat solleva interrogativi rilevanti anche in ambito giuridico e regolatorio. In primo luogo, si osserva il ritorno delle politiche industriali pubbliche attive in settori ad alta intensità tecnologica. La partecipazione statale a società operanti in ambiti strategici come quello spaziale introduce nuove variabili nella governance delle imprese, ridefinendo il rapporto tra capitale pubblico e mercato.

Inoltre, l’eventuale reintegrazione del Regno Unito in programmi spaziali europei solleverà questioni complesse in materia di concorrenza, procurement comune, protezione dei dati e interoperabilità delle reti satellitari. Tali aspetti richiederanno nuovi strumenti di diritto internazionale e commerciale, in grado di gestire efficacemente i confini tra autonomia nazionale e cooperazione strategica.

OneWeb, Eutelsat e il ritorno dello Stato azionista: un precedente per l’industria europea

Non va dimenticato che il Regno Unito ha già una storia recente di intervento diretto nel settore satellitare: nel 2020 è diventato azionista di OneWeb tramite un investimento da 500 milioni di dollari, a fianco del gruppo Bharti. La fusione tra OneWeb ed Eutelsat nel 2023 ha creato un operatore con copertura globale e competenze ibride, tra broadcast tradizionale e infrastrutture LEO.

La manovra attuale conferma che la cooperazione intergovernativa è oggi una leva indispensabile per competere nel mercato globale dell’accesso allo spazio, storicamente dominato da USA, Cina e, più recentemente, da operatori privati in grado di integrare hardware, software e reti terrestri.

Una nuova alleanza orbitale per l’Europa post-Brexit

L’investimento britannico in Eutelsat non è solo un gesto di continuità industriale, ma anche un tentativo di rientrare nei circuiti strategici dell’Unione Europea attraverso il canale dell’innovazione. In un’epoca in cui lo spazio rappresenta il nuovo confine dell’economia, della sicurezza e delle telecomunicazioni, la capacità di costruire alleanze tecnologiche resilienti diventa centrale per la competitività dei sistemi-paese.

E se il satellite sarà davvero la nuova infrastruttura critica europea, l’accordo franco-britannico rappresenta forse il primo mattone di una nuova geometria variabile nella governance spaziale del continente.

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