La scommessa prudente di KZVK sulla Cina: 50 milioni a Fullgoal per riattivare l’esposizione azionaria cinese

RedazioneRedazione
| 07/07/2025
La scommessa prudente di KZVK sulla Cina: 50 milioni a Fullgoal per riattivare l’esposizione azionaria cinese

Il fondo pensione della Chiesa cattolica tedesca affida un mandato a un gestore cinese con sede a Hong Kong. Una mossa isolata tra gli investitori istituzionali occidentali, segnata da cautela e contesto geopolitico sfavorevole.

In un contesto ancora fragile per i mercati cinesi, il fondo pensione tedesco KZVK (Kirchliche Zusatzversorgungskasse des Verbandes der Diözesen Deutschlands) ha affidato un mandato da 50 milioni di dollari a Fullgoal Asset Management (HK) Ltd., società controllata dal gruppo cinese Fullgoal Fund Management Co. con sede a Shanghai. La notizia, riportata da fonti vicine all’operazione e confermata da dati interni al secondo trimestre 2025, rappresenta una rara deviazione rispetto all’attuale orientamento prudente dei fondi europei e nordamericani verso il mercato azionario cinese.

Il mandato riguarda investimenti in azioni cinesi quotate a Hong Kong, nella Cina continentale e negli Stati Uniti.

Un segnale controcorrente in un’Asia che si rifocalizza su strategie ex-China

Mentre la maggior parte dei grandi allocatori globali si è mantenuta in posizione neutrale o addirittura in disimpegno dalla Cina, il passo di KZVK sembra segnalare una volontà di tornare gradualmente sul mercato. Tuttavia, come ha chiarito Oliver Lang, membro del board di KZVK, “l’esposizione complessiva alla Cina resta ben al di sotto del suo peso economico e di capitalizzazione globale”. La scelta riflette quindi una strategia tattica e non strutturale, in linea con le raccomandazioni di case di consulenza come Mercer Inc., che ha evidenziato l’assenza di “una tendenza significativa tra gli asset owner europei o statunitensi a costruire tilt strategici di lungo periodo verso la Cina”.

L’investimento di KZVK arriva mentre cresce l’interesse verso fondi ex-China: secondo Morningstar, nel solo 2023-2024 sono stati lanciati oltre 10,5 miliardi di dollari in nuovi veicoli azionari focalizzati sul resto dell’Asia, spesso preferiti per minore volatilità politica e miglior governance societaria.

Il ruolo di Fullgoal: un ponte tra capitale occidentale e mercati cinesi

Il gestore incaricato, Fullgoal Asset Management (HK), rappresenta il braccio internazionale del colosso cinese Fullgoal Fund Management, che amministra circa 200 miliardi di dollari. La sua sede di Hong Kong, soggetta a regolamentazione locale più vicina agli standard occidentali, gestisce circa 3,8 miliardi di dollari, offrendo un canale operativo potenzialmente più affidabile per investitori internazionali istituzionali.

Tra i soci di riferimento figura anche la Bank of Montreal (Canada), il che rafforza l’immagine di Fullgoal come operatore con visibilità globale e infrastruttura fiduciaria consolidata. In un periodo di tensione normativa e sorveglianza sui flussi di capitale estero in Cina, la scelta di un player con doppia legittimazione – locale e internazionale – appare coerente con una strategia a basso rischio reputazionale e regolatorio.

Una mossa prudente, in un contesto ancora ostile

La mossa di KZVK va contestualizzata: i mercati azionari di Shanghai, Shenzhen e Hong Kong hanno visto una parziale ripresa dopo le misure di stimolo introdotte dal governo cinese a partire da settembre 2024. Tuttavia, gli effetti delle stretta regolatoria sui settori tecnologici e immobiliari, il calo della domanda interna e la crescente pressione geopolitica (soprattutto USA-Cina) hanno determinato un crollo di fiducia strutturale tra gli investitori stranieri.

Le campagne normative post-pandemia, unite alla mancanza di trasparenza nella governance societaria e alla debole protezione dei diritti degli azionisti di minoranza, hanno spinto molti fondi pensione, endowment e SWF occidentali a rivedere i propri framework di risk assessment per la Cina.

Considerazioni legali e compliance fiduciaria

Per istituzioni come KZVK – che gestisce oltre 34 miliardi di euro di risparmi previdenziali per dipendenti della Chiesa cattolica e organizzazioni caritative tedesche – ogni scelta di allocazione deve confrontarsi con requisiti di trasparenza, tracciabilità, impatto ESG e soprattutto coerenza con i valori etici e la responsabilità fiduciaria verso la propria comunità. In questo senso, l’investimento in Cina, pur se contenuto, rappresenta un test di compatibilità tra finanza e valori in un ambiente normativo e politico complesso.

L’affidamento a un gestore con licenza regolamentata in Hong Kong SFC, piuttosto che a un’entità con sede esclusivamente nella mainland China, segnala anche una precisa valutazione del rischio giurisdizionale.

Cina sì, ma con estrema cautela

Il caso KZVK non indica un ritorno di massa degli investitori europei sul mercato cinese, ma rappresenta una mossa selettiva in una strategia di rientro frammentata e iper-valutata. In un mondo sempre più multipolare, dove i fattori di rischio includono variabili normative, tecnologiche e geopolitiche, l’allocazione dei capitali verso la Cina richiede oggi una sofisticata ingegneria finanziaria e diplomatica.

La scommessa di KZVK resta simbolica, ma solleva interrogativi cruciali per il futuro del global investing:

  • È ancora sostenibile un underweight strutturale su un’economia che rappresenta oltre il 18% del PIL globale?
  • Quali forme di intermediazione possono garantire un’esposizione prudente ma efficace?
  • La governance finanziaria può assorbire – e governare – i rischi di un ambiente autoritario?

Domande aperte, in attesa di nuove risposte dai mercati e dalle policy internazionali.

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