L’uomo più ricco del mondo rompe con l’ex alleato politico e avverte: “Perderanno le primarie, anche se fosse l’ultima cosa che faccio”.
Elon Musk, principale donatore individuale della campagna di Donald Trump nel 2024 con un contributo record di 277 milioni di dollari, ha pubblicamente minacciato di finanziare campagne elettorali contro i membri repubblicani del Congresso che sostengono il disegno di legge “One Big Beautiful Bill Act”. Al centro della polemica: l’aumento di 5.000 miliardi di dollari del tetto del debito federale, misura che Musk ha definito “politicamente suicida”.
Uno scontro inedito sul debito federale
Il disegno di legge, promosso dalla Casa Bianca, prevede un’estensione massiva del Tax Cuts and Jobs Act del 2017 e, secondo il Committee for a Responsible Federal Budget, potrebbe generare oltre 5.000 miliardi di dollari di deficit aggiuntivo entro il 2034. Un elemento che ha provocato divisioni all’interno dello stesso Partito Repubblicano, con figure come il senatore Rand Paul apertamente contrarie.
Musk, in un post su X, ha definito la proposta “un’abominevole schifezza” e ha accusato il Congresso di portare avanti una spesa pubblica fuori controllo, minacciando apertamente: “Perderanno le loro primarie l’anno prossimo, anche se fosse l’ultima cosa che faccio su questa Terra.”
Le implicazioni politiche e finanziarie
Il contrasto ha avuto anche ripercussioni sul mercato. Le dichiarazioni di Musk hanno contribuito a una temporanea perdita di circa 150 miliardi di dollari nella capitalizzazione di Tesla, prima di una parziale ripresa. Le divergenze tra Musk e Trump, un tempo stretti alleati, hanno evidenziato una frattura profonda sull’approccio fiscale e sulla sostenibilità del debito pubblico.
Parallelamente, Trump ha suggerito di voler eliminare completamente il tetto al debito, giudicandolo “troppo pericoloso per essere lasciato nelle mani dei politici”. Una posizione che contrasta con l’impianto della stessa legge che propone di incrementarlo.
Una tregua solo apparente
Dopo settimane di scontro pubblico – culminate con gravi accuse personali e richieste di impeachment – la tensione si era temporaneamente attenuata grazie alla mediazione del vicepresidente JD Vance. Tuttavia, Musk ha riacceso lo scontro promettendo di finanziare sfidanti alle primarie contro tutti i repubblicani favorevoli al megabill, mantenendo intatta la sua opposizione al provvedimento.
La nuova potenza finanziaria della politica americana
Con oltre 277 milioni di dollari in donazioni nel 2024, Musk è il singolo finanziatore politico più influente del panorama statunitense. Le sue operazioni di finanziamento attraverso America PAC, RBG PAC e altri veicoli lo rendono un attore determinante anche nelle elezioni di medio termine e nelle sfide legislative statali.
La sua evoluzione politica – dal Partito Democratico al sostegno massiccio dei repubblicani – ha ridefinito gli equilibri finanziari della campagna conservatrice. Secondo fonti interne, Musk avrebbe inoltre contribuito a influenzare la composizione del Congresso, affermando: “Senza di me, i Democratici controllerebbero la Camera.”
Il braccio di ferro
Il braccio di ferro tra Musk e Trump rappresenta una svolta senza precedenti nei rapporti tra potere economico e potere politico negli Stati Uniti. In un contesto globale in cui la credibilità fiscale americana è sotto osservazione, la disputa tra due dei principali protagonisti della scena pubblica statunitense rischia di trasformarsi in un test politico per la tenuta del Partito Repubblicano, per il destino delle politiche fiscali future e per la sostenibilità del debito USA.