Dalla decentralizzazione alla compliance: come le piattaforme cripto stanno ridefinendo gli standard di vigilanza nel sistema finanziario europeo.
Segnalazioni sospette in crescita: il nuovo ruolo dei VASP nel sistema di prevenzione finanziaria
Nel primo trimestre del 2025, le piattaforme di servizi per criptovalute hanno superato le banche nella segnalazione di operazioni sospette, con il 57,8% delle SOS inviate all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). Questo dato conferma un cambio di paradigma profondo nella governance del settore crypto, da sempre percepito come spazio di opacità e decentralizzazione.
I VASP (Virtual Asset Service Providers), che comprendono exchange, wallet provider e intermediari digitali, si stanno trasformando in soggetti attivi della vigilanza finanziaria. Nel 2024, avevano già superato il 50% delle segnalazioni complessive. L’anno successivo, il trend si è rafforzato con 2.166 SOS nei primi tre mesi del 2025.
Distribuzione delle segnalazioni: le piattaforme cripto superano le banche
Le segnalazioni sono oggi prevalentemente generate dalle piattaforme cripto (50,6%), seguite da banche e Poste (38,5%) e da IMEL e relativi punti di contatto (10,1%). Istituti di pagamento e altri soggetti restano marginali, con appena lo 0,9% complessivo. Tuttavia, la distribuzione non è omogenea: su 65 VASP registrati in Italia alla fine di marzo 2025, solo 30 hanno inviato almeno una SOS. La maggior parte delle segnalazioni proviene da pochi attori, e l’effettivo grado di partecipazione al sistema di prevenzione del riciclaggio risulta disomogeneo.
Rischi emergenti: dalle frodi sentimentali alle stablecoin
L’analisi qualitativa delle SOS rivela un panorama in evoluzione. Nel 2024, il 36,4% delle segnalazioni ha riguardato truffe online, tra cui romance scam, finti investimenti e schemi piramidali. La quota sale al 42% se si considerano solo le segnalazioni provenienti dai VASP. Emergono anche rischi legati all’utilizzo illecito di stablecoin e all’uso improprio di wallet digitali, spesso associati ad attività sul darkweb.
Le piattaforme cripto segnalano anche accessi non autorizzati ai wallet, trasferimenti sospetti verso indirizzi collegati a mercati illeciti e utilizzo di strumenti digitali per schemi di frode organizzata. Tra gli indicatori d’allarme più ricorrenti si segnalano operazioni con stablecoin non tracciabili, pagamenti segmentati e l’uso di conti intestati a terzi.
La regolamentazione europea: il regolamento MiCAR e la figura dei CASP
In parallelo all’evoluzione dei comportamenti di mercato, si sta definendo un nuovo quadro regolamentare a livello europeo. Il regolamento MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation) introduce la figura del CASP (Crypto Asset Service Provider), soggetti riconosciuti e autorizzati a offrire servizi in cripto-attività nell’UE. L’obiettivo è creare un mercato regolato, trasparente e armonizzato, superando l’attuale frammentazione normativa.
Durante la fase transitoria, UIF, Banca d’Italia e Consob rafforzano la vigilanza anche verso gli operatori esteri attivi in Italia. Le autorità nazionali svolgono ispezioni e controlli sui VASP registrati al portale Radar (gestito dall’OAM), esigendo requisiti tecnici, organizzativi e procedurali allineati agli standard europei.
Un ecosistema in trasformazione tra vigilanza, innovazione e cooperazione transfrontaliera
Il passaggio da un sistema privo di regole a una vigilanza sempre più strutturata rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione del mercato crypto. L’aumento delle segnalazioni da parte dei VASP, la cooperazione con l’UIF e l’introduzione del regolamento MiCAR segnano una transizione verso un mercato più sicuro, integrato e conforme alle normative internazionali.
L’efficacia del nuovo assetto dipenderà dalla capacità delle autorità di armonizzare l’applicazione delle regole, dal livello di adesione degli operatori e dall’evoluzione dei rischi emergenti. Un contesto in cui vigilanza, innovazione e diritto dell’innovazione saranno sempre più interconnessi.