Eni accelera su transizione energetica e gestione del rischio geopolitico: operazioni strategiche tra Europa e Medio Oriente

| 23/06/2025
Eni accelera su transizione energetica e gestione del rischio geopolitico: operazioni strategiche tra Europa e Medio Oriente

Con la cessione del 20% di Plenitude al fondo statunitense Ares Management per 2 miliardi di euro e la riduzione del personale in Iraq per motivi di sicurezza, Eni consolida una strategia che coniuga apertura al capitale privato internazionale e attenta gestione delle criticità geopolitiche. Il valore di Plenitude supera i 12 miliardi di euro.

Eni ha annunciato la vendita di una quota del 20% della controllata Plenitude, attiva nel settore delle rinnovabili e della vendita di energia, al gestore statunitense Ares Management Corporation per circa 2 miliardi di euro. L’operazione porta la valutazione patrimoniale della società italiana a 10 miliardi di euro, con un enterprise value superiore ai 12 miliardi includendo il debito.

Questa mossa rientra in una più ampia strategia di valorizzazione selettiva delle controllate da parte del gruppo guidato da Claudio Descalzi, già avviata con la cessione di un ulteriore 10% a Energy Infrastructure Partners, fondo infrastrutturale svizzero, nei mesi scorsi. L’obiettivo è attrarre capitali per accelerare la crescita in settori coerenti con la transizione energetica, mantenendo il controllo strategico degli asset.

Plenitude, operativa in oltre 15 Paesi, gestisce più di 4 GW di capacità rinnovabile installata, oltre a servire una base di 10 milioni di clienti tra gas e luce. È attiva anche nel campo della mobilità elettrica, con 21.500 punti di ricarica per veicoli elettrici, posizionandosi tra gli operatori integrati più dinamici nel contesto europeo dell’energia pulita.

Il ruolo di Ares e la finanza alternativa nell’energia europea

Il fondo americano Ares Management, che gestiva circa 546 miliardi di dollari in asset a fine marzo, ha effettuato l’investimento attraverso Ares Alternative Credit, focalizzata su operazioni asset-backed e infrastrutturali. Con circa 43 miliardi di dollari in gestione in questa strategia, l’ingresso in Plenitude segna un importante punto d’ingresso nel mercato energetico italiano e rafforza la presenza europea del fondo.

L’operazione è stata supportata da un pool bancario internazionale: Deutsche Bank e UniCredit per Ares e Goldman Sachs e Mediobanca per Eni, confermando l’interesse crescente del capitale privato verso asset ESG-consistent con rendimenti a lungo termine stabili e infrastrutture fisiche critiche per la transizione energetica.

Geopolitica e sicurezza: Eni riduce il personale in Iraq

In parallelo alle attività industriali e finanziarie, Eni ha reso noto di aver ridotto precauzionalmente la presenza del proprio personale nel giacimento di Zubair, in Iraq, a seguito dell’escalation militare in Medio Oriente. L’attacco statunitense ai siti nucleari iraniani — il più rilevante dall’epoca della rivoluzione islamica del 1979 — ha portato a un incremento delle tensioni nell’area, coinvolgendo anche operatori energetici globali.

La compagnia italiana ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione regionale, in stretto coordinamento con le autorità internazionali e locali, a tutela della sicurezza di dipendenti, impianti e comunità locali. Anche altri attori come Shell e Chevron, attivi nel Paese, non hanno commentato, ma condividono preoccupazioni simili.

Questo episodio sottolinea la vulnerabilità dell’industria energetica in aree geopoliticamente instabili e la necessità di una strategia integrata che combini diversificazione geografica, sicurezza operativa e transizione energetica. In questo senso, l’espansione di Plenitude e la valorizzazione di asset low-carbon si configurano anche come leve di mitigazione dei rischi geopolitici.

Una visione integrata tra finanza, transizione ed equilibrio strategico

Le mosse di Eni, pur apparentemente disgiunte, mostrano una coerenza strutturale nel disegno industriale e geopolitico del gruppo: da un lato l’apertura del capitale in asset sostenibili con alto potenziale di crescita, dall’altro l’attenzione costante alla sicurezza delle operation tradizionali in contesti di rischio.

Dal punto di vista del diritto dell’innovazione e della finanza energetica, il modello di Plenitude rappresenta un caso scuola di piattaforma integrata tra produzione rinnovabile, distribuzione energetica e mobilità elettrica, con un forte focus su capitali alternativi e ritorni ESG.

La politica industriale italiana, infine, beneficia indirettamente di queste operazioni, che valorizzano asset nazionali in un contesto globale, rafforzano la competitività del sistema energia e posizionano l’Italia tra gli hub europei della transizione.

L’evoluzione del portafoglio Eni dimostra come la transizione energetica non sia solo un cambiamento tecnologico, ma una trasformazione sistemica di modelli industriali, strumenti finanziari e assetti geopolitici. Le prossime sfide saranno l’implementazione operativa di questo modello e la sua capacità di tenuta in un contesto globale sempre più instabile.

Video del Giorno

Il Consorzio Italia Cloud lancia un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai ministri competenti: “Servono politiche urgenti per difendere la sovranità digitale nazionale”

"Ma io avevo voglia di stare da solo, perchè soltanto solo, riesco a riconoscere le cose. A trovarmi. Nella solitudine trovi. Perchè alla fine non si tratta di vincere o di perdere ma di trovare il proprio ritmo, la propria anima, il proprio cuore"

Pier Paolo Pasolini

Articoli recenti

Tecnologie in video

Drone View

Barberio & Partners s.r.l.

Via Donatello 67/D - 00196 Roma
P.IVA 16376771008

Policy
Privacy Policy
Cookie Policy
Termini e Condizioni
iscriviti alla nostra newsletter
Questo sito è protetto da reCAPTCHA e la Informativa sulla Privacy di Google, nonché i Termini di Servizio sono applicabili.