Golden Dome: la nuova difesa spaziale voluta da Trump riapre la corsa agli armamenti in orbita e divide le potenze globali

RedazioneRedazione
| 22/05/2025
Golden Dome: la nuova difesa spaziale voluta da Trump riapre la corsa agli armamenti in orbita e divide le potenze globali

Con un investimento previsto di 175 miliardi di dollari, il programma Golden Dome punta a creare uno scudo antimissile nello spazio. L’iniziativa, sostenuta dall’industria della difesa USA, solleva interrogativi strategici, giuridici e geopolitici e potrebbe inaugurare una nuova fase di militarizzazione dell’orbita terrestre.

Il progetto Golden Dome, un ambizioso programma di difesa antimissile orbitale, e’ concepito per intercettare minacce convenzionali e nucleari direttamente dallo spazio. Ispirato all’Iniziativa di Difesa Strategica di Ronald Reagan degli anni ’80, il piano prevede la creazione di una rete di satelliti armati capaci di lanciare missili verso obiettivi in fase di lancio o in volo suborbitale.

L’annuncio ha immediatamente polarizzato il dibattito internazionale e sollevato allarmi tra analisti, diplomatici e leader globali per le sue potenziali implicazioni sul piano militare, industriale e del diritto spaziale internazionale.

Un progetto colossale da 175 miliardi: tra potere industriale e incertezza politica

La portata economica del programma è significativa: il costo stimato di Golden Dome è di 175 miliardi di dollari, con un primo stanziamento proposto di 25 miliardi ancorato a una legge di riconciliazione fiscale in fase di forte contestazione al Congresso.

Nonostante le incertezze sul fronte legislativo, la difesa industriale americana ha mostrato pieno supporto:

  • L3Harris sta sviluppando la rete di sensori orbitale che formerà l’infrastruttura di base del sistema
  • SpaceX, Palantir e Anduril sono tra i principali candidati per la realizzazione dei componenti chiave
  • Lockheed Martin e RTX Corp sono state menzionate tra i possibili contraenti principali.

Secondo Ken Bedingfield (CFO di L3Harris): “Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato. Siamo pronti.”

Una nuova frontiera della corsa agli armamenti: reazioni di Mosca e Pechino

L’annuncio ha suscitato reazioni forti da parte delle grandi potenze spaziali:

  • La Cina ha espresso “profonda preoccupazione”, affermando che Golden Dome comporta “implicazioni offensive significative” e potrebbe innescare una nuova corsa agli armamenti nello spazio
  • La Russia, pur mantenendo una posizione più ambigua, ha ventilato la possibilità di riaprire negoziati sul controllo degli armamenti nucleari, suggerendo che il programma potrebbe influenzare gli equilibri strategici bilaterali.

Il timore condiviso è che la legittimazione dell’uso di armi in orbita possa spingere altri Stati a replicare la strategia americana, alimentando una nuova fase di escalation militare nello spazio.

Implicazioni legali e istituzionali: tra diritto spaziale e sicurezza internazionale

Il programma Golden Dome solleva questioni rilevanti anche in termini di:

  • Diritto internazionale dello spazio, in particolare rispetto al Trattato sullo spazio extra-atmosferico del 1967, che vieta l’installazione di armi nucleari in orbita ma resta ambiguo su sistemi offensivi convenzionali
  • Sovranità tecnologica e controllo del know-how, con potenziali ricadute sulla condivisione di tecnologia dual-use e sull’equilibrio tra pubblico e privato
  • Governance globale dello spazio, sempre più contesa tra logiche commerciali e interessi militari.

Come osservato da Victoria Samson (Secure World Foundation), “stiamo aprendo il vaso di Pandora. Le conseguenze a lungo termine di questo programma non sono state ancora pienamente valutate”.

Innovazione e sicurezza: il dilemma dell’architettura orbitale armata

Dal punto di vista tecnologico, Golden Dome rappresenta una scommessa sull’adozione su larga scala di sistemi d’arma ancora non collaudati, che uniscono sensoristica avanzata, comunicazioni quantistiche, lanciamissili orbitali e intelligenza artificiale applicata al comando e controllo strategico.

Sebbene il programma possa generare nuove traiettorie di sviluppo per l’industria spaziale statunitense, esso introduce anche rischi etici, economici e geopolitici rilevanti, ponendo interrogativi su:

  • Affidabilità dei sistemi in ambiente spaziale ostile
  • Stabilità delle orbite operative
  • Regole di ingaggio e meccanismi di de-escalation in caso di conflitto

La difesa del futuro è già in orbita

Golden Dome non è solo un programma militare. È una dichiarazione di principio geopolitica, un’inversione di rotta rispetto alla prassi diplomatica di contenimento della militarizzazione dello spazio. Il progetto ridisegna gli equilibri della deterrenza strategica e apre una nuova era nella competizione tra Stati Uniti, Cina e Russia.

In uno scenario in cui l’orbita bassa diventa lo spazio conteso del XXI secolo, la convergenza tra difesa, industria e tecnologia sarà sempre più centrale nella definizione della sicurezza globale.

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