Regno Unito tra IA e diritto d’autore: Elton John guida la protesta contro la deregolamentazione del copyright per l’addestramento dei modelli AI

RedazioneRedazione
| 19/05/2025
Regno Unito tra IA e diritto d’autore: Elton John guida la protesta contro la deregolamentazione del copyright per l’addestramento dei modelli AI

La proposta del Regno Unito di liberalizzare l’uso di contenuti protetti per l’addestramento di modelli di intelligenza artificiale solleva un conflitto aperto con il mondo della musica e delle arti. Al centro, la sostenibilità economica della creatività umana e il bilanciamento tra innovazione tecnologica e diritti d’autore.

La tensione tra innovazione tecnologica e tutela della proprietà intellettuale si è acuita nel Regno Unito con le dure accuse mosse da Elton John nei confronti del governo britannico, reo – a suo dire – di voler legittimare un “furto legalizzato” della creatività artistica a beneficio dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il riferimento è alla proposta normativa che consentirebbe agli sviluppatori di AI di addestrare i propri modelli su contenuti creativi coperti da copyright, purché ne abbiano accesso legittimo, salvo opt-out esplicito da parte degli autori.

Un orientamento politico che, secondo John e altri protagonisti del settore – tra cui Paul McCartney, Andrew Lloyd Webber ed Ed Sheeran – metterebbe a rischio la sopravvivenza economica di migliaia di giovani artisti e creativi britannici. “Un’intelligenza artificiale non ha un’anima, non ha cuore, non ha passione. La creatività umana ha una funzione sociale ed emotiva che la tecnologia non potrà replicare”, ha dichiarato il cantante in un’intervista alla BBC.

Il nodo normativo: opt-out vs. licenza preventiva

La proposta del governo guidato da Keir Starmer, che ambisce a fare del Regno Unito una “superpotenza dell’intelligenza artificiale”, prevede una revisione delle regole sul text and data mining per finalità di ricerca e sviluppo AI. In particolare, si ipotizza che qualsiasi contenuto digitalmente accessibile possa essere utilizzato per l’addestramento di modelli generativi, a meno che l’autore non eserciti un’esplicita volontà contraria (opt-out).

Una simile impostazione giuridica ribalta il tradizionale principio della licenza preventiva, secondo cui è necessaria un’autorizzazione esplicita dell’autore prima di ogni riutilizzo economico dell’opera, anche se automatizzato o massivo.

Implicazioni economiche e industriali

La posta in gioco è alta. Il Regno Unito è storicamente una potenza creativa globale, con oltre 2 milioni di occupati nei settori di teatro, musica, editoria, cinema, pubblicità e design. Liberalizzare l’accesso a questi contenuti per finalità di addestramento AI potrebbe generare:

  • una perdita di valore contrattuale per gli autori e le loro opere, privandoli di un’adeguata remunerazione
  • una concentrazione di valore economico nei grandi attori tech, spesso multinazionali non britanniche, capaci di capitalizzare contenuti locali senza equo compenso
  • un indebolimento del mercato culturale interno, in particolare per i giovani professionisti, privi delle risorse per far valere i propri diritti contro attori industriali dominanti.

Secondo Elton John, il problema riguarda soprattutto le nuove generazioni: “I giovani artisti non hanno gli strumenti per difendersi. Non possono permettersi di monitorare continuamente l’uso delle proprie opere o di avviare contenziosi legali”.

Risposte istituzionali e consultazioni pubbliche

Il governo ha ribadito la volontà di trovare un equilibrio tra sviluppo dell’intelligenza artificiale e tutela dei diritti dei creatori. Una consultazione pubblica è attualmente in corso, con l’impegno dell’esecutivo a non procedere con alcuna riforma normativa definitiva prima di aver valutato gli impatti economici e raccolto il consenso delle parti interessate.

Tuttavia, il timore diffuso tra le industrie culturali è che il bilanciamento venga orientato più verso la promozione dell’AI come asset strategico nazionale, piuttosto che verso la protezione della proprietà intellettuale come patrimonio economico e simbolico del paese.

Geopolitica dell’AI e diritto dell’innovazione

Il caso britannico si inserisce in un più ampio contesto internazionale in cui la regolazione dell’AI e dei dati di addestramento diventa una componente cruciale delle politiche industriali, della diplomazia tecnologica e del diritto dell’innovazione. Le divergenze tra Europa, Stati Uniti, Cina e Regno Unito in materia di copyright, responsabilità algoritmica e accesso ai dati rischiano di generare asimmetrie normative e concorrenziali.

In Europa, ad esempio, il Digital Services Act e il prossimo AI Act prevedono requisiti di trasparenza e rispetto dei diritti degli autori più stringenti rispetto alla posizione attualmente in discussione a Londra. Questo potrebbe generare attriti giuridici e svantaggi competitivi per i creatori britannici operanti su piattaforme internazionali.

La tensione tra innovazione tecnologica e sostenibilità della creatività umana è destinata ad aumentare. L’intervento pubblico di Elton John non è solo una protesta individuale: è il segnale di un conflitto strutturale tra due modelli economici, quello delle piattaforme algoritmiche e quello delle industrie culturali. Il futuro dell’intelligenza artificiale passerà anche dalla capacità dei governi di regolare questo conflitto, valorizzando l’innovazione senza svendere il patrimonio creativo di una nazione.

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