CATL scommette sui camion elettrici: entro il 2028 metà delle vendite in Cina sarà a zero emissioni

RedazioneRedazione
| 19/05/2025
CATL scommette sui camion elettrici: entro il 2028 metà delle vendite in Cina sarà a zero emissioni

La transizione energetica nel trasporto pesante accelera in Cina. Il colosso CATL prevede un drastico incremento dei veicoli elettrici nel segmento dei camion, mentre inaugura un nuovo hub industriale da 60 GWh nel nord del Paese. Impatti strategici su energia, materie prime e supply chain globale.

Entro il 2028, la metà dei camion pesanti venduti in Cina potrebbe essere alimentata da batterie elettriche, rispetto al 10% registrato nel 2024. Lo ha affermato Zeng Yuqun, presidente del leader globale della produzione di batterie CATL, nel corso di un evento dedicato al lancio di una piattaforma per il battery swapping nei veicoli industriali, come riportato dal portale Jiemian affiliato al governo municipale di Shanghai.

La previsione rappresenta un cambio di paradigma nel settore dei trasporti su gomma, storicamente legato ai combustibili fossili. In parallelo alla crescente penetrazione dei camion alimentati a gas naturale liquefatto (LNG), la rapida ascesa dei veicoli elettrici (EV) minaccia di ridisegnare l’equilibrio energetico non solo in Cina, ma su scala globale.

Industria delle batterie: un nuovo polo strategico a nord

CATL ha inoltre annunciato l’entrata in funzione del suo primo impianto di produzione di batterie per veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico nel nord della Cina, situato nella provincia di Shandong. La struttura, con una capacità iniziale di 60 GWh, rappresenta la prima fase di un progetto più ampio che includerà due ulteriori espansioni nei prossimi due anni.

Questo cluster industriale, secondo quanto comunicato tramite il canale ufficiale WeChat dell’azienda, sarà uno dei più rilevanti nel panorama energetico cinese, con un valore complessivo stimato in miliardi di yuan. Secondo documenti governativi locali, la provincia punta a sviluppare entro quest’anno un ecosistema da 100 miliardi di yuan (circa 14 miliardi di dollari) nella filiera del litio, comprendente materiali per elettrodi, elettroliti, celle e assemblaggio.

Implicazioni economiche, legali e geopolitiche

L’espansione della mobilità elettrica nel comparto dei trasporti pesanti ha implicazioni trasversali su molteplici fronti. Sul piano economico e finanziario, l’industria cinese delle batterie si sta rapidamente consolidando come asse portante dell’intera catena del valore dell’elettrificazione, con potenziali effetti deflazionistici sulla tecnologia EV e un riposizionamento delle borse e degli investitori verso asset green e infrastrutture.

Dal punto di vista geopolitico, l’accelerazione cinese consolida la sua posizione di leadership nella transizione energetica, aumentando il divario tecnologico con l’Europa e gli Stati Uniti, i quali restano indietro sia nella penetrazione dei veicoli elettrici pesanti, sia nello sviluppo su larga scala di infrastrutture per il battery swapping.

Sul piano giuridico e regolatorio, la crescita di un’infrastruttura industriale interamente dedicata alla mobilità elettrica comporta una necessaria revisione delle normative in materia di sicurezza, riciclo dei materiali critici, standardizzazione tecnologica e regime degli incentivi. Inoltre, le politiche pubbliche locali — come quelle della provincia di Shandong — sono oggi veri e propri strumenti di politica industriale proattiva, capaci di attrarre investimenti e ridefinire l’equilibrio tra Stato e mercato nella gestione della transizione ecologica.

Prospettive strategiche

Il settore dei veicoli industriali elettrici, a lungo considerato un segmento di nicchia a causa del peso delle batterie, della necessità di infrastrutture dedicate e dei costi elevati, sta oggi diventando un campo d’azione prioritario per le grandi aziende del settore energetico e manifatturiero. La previsione di CATL non solo riflette una tendenza di mercato, ma è parte integrante di una strategia nazionale volta a ridurre la dipendenza energetica dalle importazioni di petrolio e a promuovere la decarbonizzazione dei trasporti.

La sfida ora per i competitor occidentali sarà quella di rispondere con politiche industriali altrettanto strutturate, evitando di perdere ulteriore terreno in uno dei segmenti chiave della nuova economia energetica globale.

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